GRECIA IN RIVOLTA: MANIFESTANTI ACCERCHIANO E PICCHIANO MINISTRO HATZIDAKIS
L’ex ministro greco Costis Hatzidakis aggredito e picchiato dai manifestanti in protesta contro le misure d’austerità imposte dalla Troika. Succedeva a dicembre 2010: già allora il popolo greco tirava fuori le palle.
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Continua il poco spazio dato dai media, forse per paure di un effetto emulativo, alla reale situazione in Grecia dove da alcuni giorni la rivolta è ormai esplosa.
Circa sei ore fa Rai news ha dato un interessante aggiornamento. Nella sostanza i blocchi stradali degli agricoltori che protestano contro l’austerità tagliano letteralmente in due il paese. L’autostrada principale che corre dal nord al sud della Grecia è quasi interamente paralizzata. La rivolta, la sacrosanta rivolta del popolo greco, non solo continua ma diventa più intensa di ora in ora. Vi sono poi molti altri blocchi in provincia e ai valichi di confine con Bulgaria, Albania e Macedonia.
Sempre secondo rai news si parla anche di un blocco, da realizzare nelle prossime ore, intorno ad Atene per impedire l’arrivo in città di alimenti freschi.
Prima dell’inizio di questo sciopero gli agricoltori erano stati chiari, avevano ampiamente annunciato che stavolta erano disposti a versare sangue. Le piccole imprese agricole d’altronde non lottano da sole e tantomeno non sono isolate. Hanno ottenuto la solidarietà di varie sigle sindacali, non ultimo quello di polizia del POASY, che ha anche richiesto l’arresto in flagranza dei membri della Troika, per crimini contro la nazione e la sua popolazione.
Non manca neppure l’appoggio delle imprese e della popolazione in generale, ormai stremata dalla cura criminale imposta al Paese. Il Governo Tsipras al momento sta rispondendo con una certa cautela evitando gravi scontri tra manifestanti e le forze dell’ordine, la cui fedeltà non è più certa a questo punto. Se il blocco durerà come annunciato si potrebbe davvero arrivare alla resa dei conti nel Paese.
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https://youtu.be/incJKbIxmtY
http://www.riscattonazionale.it/2016/02/14/la-grecia-sta-bruciando-popolo-rivolta-lue-si-rischia-bagno-sangue/
LA GRECIA IN FIAMME
Non molto tempo fa, nel Paese col più alto debito pubblico d'Europa, Mario Montiaffermava: "La Grecia è il più grande successo dell'Euro". Aveva ragione, perché la moneta unica sta svolgendo il compito per cui è stata creata, ovvero disintegrare gli Stati del Sud Europa annichilendo il loro welfare e di conseguenza ogni voce democratica che quest'ultimi possono esprimere. Archiviato il terzo programma di "aiuti" alla Grecia siglato tra i creditori e il Governo (democraticamente eletto per due volte) Tsipras, è iniziato un vero e proprio bagno di sangue per il popolo ellenico. Non ci volevano i grandi economisti della televisione italiana per scoprirlo.Come vi avevamo anticipato, l'ultimo memorandum più di un accordo sembra un necrologio.
LA GUERRA CIVILE ALLE PORTE
Stiamo lentamente e inevitabilmente arrivando alla guerra civile. Un crescendo di eventi ad uso e consumo della Troika, che punta a destabilizzare gli Stati membri così da renderli più dolci da controllare, derubare e spremere. Questa strategia venne palesata sempre da quel grande statista di Mario Monti, che solo qualche anno fa affermò: "Le forti crisi e le pressioni psicologiche correlate servono per far accettare ai popoli e ai Governi cessioni di sovranità". Ed è esattamente quello che sta accadendo oggi: mercati in contrazione; rallentamento dell'economia globale; crisi delle banche; crisi degli emergenti; possibile Brexit; possibile Grexit; problema immigrazione; guerra in Siria e in Libia alle porte. Gli eurocrati sfrutteranno la crisi per avere un forte mandato dettato dalla pressione psicologica, così da chiudere l'unione bancaria e lanciare nel 2017 la revisione dei trattati. L'obbiettivo (nemmeno troppo mascherato) è incastrarci in una "super Eurozona" germano-centrica basata sul rigore, con un super ministro delle finanze unico, che parlerà secondo il volere tedesco e che promuoverà direttamente le politiche dettate dal patto di stabilità e dal Fiscal Compact. In questo sistema si imporranno aggiustamenti fiscali e legislativi dettati a tavolino da Bruxelles e Francoforte sui paesi dell'area Euro, accelerando la spartizione strategica del mercato, già in atto da parte dei grandi detentori di capitale.
http://www.beppegrillo.it/2016/02/la_greciainfiamme_verso_la_guerra_civile.html
http://altrarealta.blogspot.it/
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LA GRECIA IN FIAMME
Non molto tempo fa, nel Paese col più alto debito pubblico d'Europa, Mario Montiaffermava: "La Grecia è il più grande successo dell'Euro". Aveva ragione, perché la moneta unica sta svolgendo il compito per cui è stata creata, ovvero disintegrare gli Stati del Sud Europa annichilendo il loro welfare e di conseguenza ogni voce democratica che quest'ultimi possono esprimere. Archiviato il terzo programma di "aiuti" alla Grecia siglato tra i creditori e il Governo (democraticamente eletto per due volte) Tsipras, è iniziato un vero e proprio bagno di sangue per il popolo ellenico. Non ci volevano i grandi economisti della televisione italiana per scoprirlo.Come vi avevamo anticipato, l'ultimo memorandum più di un accordo sembra un necrologio.
LA GUERRA CIVILE ALLE PORTE
Stiamo lentamente e inevitabilmente arrivando alla guerra civile. Un crescendo di eventi ad uso e consumo della Troika, che punta a destabilizzare gli Stati membri così da renderli più dolci da controllare, derubare e spremere. Questa strategia venne palesata sempre da quel grande statista di Mario Monti, che solo qualche anno fa affermò: "Le forti crisi e le pressioni psicologiche correlate servono per far accettare ai popoli e ai Governi cessioni di sovranità". Ed è esattamente quello che sta accadendo oggi: mercati in contrazione; rallentamento dell'economia globale; crisi delle banche; crisi degli emergenti; possibile Brexit; possibile Grexit; problema immigrazione; guerra in Siria e in Libia alle porte. Gli eurocrati sfrutteranno la crisi per avere un forte mandato dettato dalla pressione psicologica, così da chiudere l'unione bancaria e lanciare nel 2017 la revisione dei trattati. L'obbiettivo (nemmeno troppo mascherato) è incastrarci in una "super Eurozona" germano-centrica basata sul rigore, con un super ministro delle finanze unico, che parlerà secondo il volere tedesco e che promuoverà direttamente le politiche dettate dal patto di stabilità e dal Fiscal Compact. In questo sistema si imporranno aggiustamenti fiscali e legislativi dettati a tavolino da Bruxelles e Francoforte sui paesi dell'area Euro, accelerando la spartizione strategica del mercato, già in atto da parte dei grandi detentori di capitale.
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