13500 PROFUGHI IN DUE GIORNI

Chiudere i porti, respingere i barconi e ultimatum all’UE sui ricollocamenti. O qui sarà guerra civile

Prima di tutto, facciamoci due risate, perché di materiale e di tempo per incazzarsi che ne saranno a bizzeffe. Vi ricordate questa bambina,

ribattezzata dai media occidentali la “Anna Frank di Aleppo”? Figlia di un fiancheggiatore di Al-Nusra, nessuno ha mai torto un capello né a lei, né alla sua famiglia, i tweet strappalacrime sull’assedio li scriveva la madre e, soprattutto, non ha mai cercato di abbandonare Aleppo, visto che era fuori dalla linea di guerriglia. E sapete la novità? La più colossale bufala della propaganda USA in Siria da ieri è tra le persone più influenti al mondo per quella cagata di rivista che è il “Time Magazine”, versione patinata di “Novella 2000” ma meno interessante. Com’era la storia delle fake news? Com’era quella della guerra ai blog che diffondono post-verità? Questi le bufale le dichiarano persino persone più influenti al mondo! Robe da matti. Ora, purtroppo, passiamo alle cose serie.


Ricordate che meno di due settimane fa il Viminale aveva diffuso le cifre dei migranti giunti sulle nostre coste da inizio anno, avendo anche l’ardire di smorzare le polemiche di chi parlava di invasione ormai conclamata? Il 15 giugno si rilevava che da inizio 2017 erano sbarcati sulle coste italiane ben 65.450 migranti, più 17,72% di sbarchi su base annua. Bazzecole. Solo negli ultimi due giorni le navi della Guardia costiera hanno tratto in salvo oltre 13mila clandestini, un dato che porta il novero totale a 73.380 migranti: si tratta del 14,42% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando gli arrivi erano stati 64.133. Soltanto nella giornata di ieri, come riferisce la Guardia costiera, sono stati salvati oltre 5mila migranti. Navigavano a bordo di cinque barche e diciotto gommoni e, quando erano ancora al largo delle coste libiche, sono stati raggiunti da diverse unità della Guardia costiera, delle mitiche ONG e da alcuni rimorchiatori “dirottati” per i soccorsi.

Non finisce qui. Come riferisce “Repubblica”, infatti, altri 8.500 migranti al momento si trovano a bordo di quattordici navi che, nelle prossime ore, li porteranno nei porti della Sicilia e della Calabria. Ma non basta. Perché i nostri vicini, leggi francesi, austriaci e svizzeri non sono coglioni come noi, loro le frontiere non solo le chiudono, le sigillano proprio. Se ne sono accorti a Ventimiglia, teatro dell’ennesimo tentativo di ingresso in Francia messo in atto da un gruppo di clandestini, respinti più volte e senza tanti complimenti dalla Gendarmerie di frontiera nelle scorse settimane. Un tentativo avventuroso stavolta, visto che si è basato sulla risalita del fiume Roja. Prima le risorse erano accampate sugli argini del fiume, dove dormivano sommersi dai rifiuti, tra stracci e sporcizia, mentre in queste ore se ne stanno nascosti nei boschi tra i comuni di Ventimiglia e Olivetta San Michele a un passo dal confine francese.

In 400 profughi, poco dopo la mezzanotte di ieri, hanno lasciato l’accampamento sugli argini del fiume e ora cercano di valicare il confine, guidati da alcuni attivisti tedeschi: il tutto, per evitare lo sgombero dopo l’ordinanza di pulizia del greto del fiume emessa dal sindaco di Ventimiglia. A tal fine, la scorsa notte carabinieri e polizia hanno cercato di disperdere il gruppo dei profughi, tutti sudanesi, lanciando lacrimogeni ma i migranti si sono divisi e sono riusciti a far perdere le loro tracce, spargendosi nei boschi. Deve essere la stessa tribù cui appartiene Igor il russo.

Per tutta la notte scorsa, i nostri soldi – già allegramente buttati nel cesso per droni e cani molecolari nelle campagne del ferrarese, mentre Igor beveva uno spritz chissà dove – sono stati investiti in agenti di carabinieri e polizia che si alternavano per sorvegliare il passo a Olivetta, mentre l’elicottero della polizia era in sorvolo pattugliando dall’alto la zona di frontiera. I migranti – guidati dai volontari tedeschi a cui auguro l’incontro ravvicinato con un fulmine il prima possibile, visto che il Nord è attraversato da forti perturbazioni – si sono diretti verso il colle di Tenda, camminando nel greto del fiume per oltre cinque chilometri verso la Francia. Poi una volta giunti a Calvo, il gruppo si è diviso. “Chiediamo di avere la nostra dignità di uomini – avevano detto i clandestini – e se la Francia ci respinge, deve intervenire l’Europa a garantire i nostri diritti. Siamo qui da giorni, settimane, mesi. Viviamo in un fiume perché nel campo della Croce Rossa non c’è posto per tutti. Alcuni di noi hanno tentato anche una cinquantina di volte di attraversare il confine ma la polizia francese ci ha sempre respinti. Nessuno di noi vuole restare in Italia: oggi vogliamo riuscire a raggiungere la Francia per avere lì una vita che sia dignitosa”.


Capito? L’Europa DEVE intervenire per garantire i LORO DIRITTI. Diritti di cosa, di grazia, visto che siete in Italia in flagranza di clandestinità? A me non frega più un beato cazzo né delle guerre, né delle persecuzioni, né della fame, né della sete, né della colite o della periartrite scapolo-omerale: avete rotto i coglioni. Voi e chi al governo fa arrivare 13.500 clandestini in due giorni: l’Italia non è un centro d’accoglienza a cielo aperto e, siccome i nostri amati vicini, in testa quel fenomeno di Macron a cui tutta la stampa italiana lecca il culo da un mese, giustamente sigillano le frontiere perché di risorse che fanno danni e drenano risorse ne hanno fin troppe, ora è giunto il tempo di chiudere i porti, schierare i carabinieri come a Sigonella e arrestare tutti gli operatori di ONG per cui si configura il reato di favoreggiamento. A partire dai sudditi di Frau Merkel, le venisse un attacco di dissenteria fulminante che la accompagna fino al voto di settembre, che stanno guidando i sudanesi nella loro gita tra i boschi per fregare i poliziotti francesi.

Ma qui non si tratta di fermare qualche malato di mente prestato al jihadismo, comodissimo per certe finalità interne, qui si tratta di un problema reale e, guarda caso, da Ventimiglia non filtra nemmeno l’aria. Oltretutto, c’è anche il rischio che se per caso qualcuno di quei sudanesi riuscisse a varcare il confine, la Francia ci denunci in sede UE perché non evitiamo che chi sbarca da noi, in ossequio a quella sesquipedale cagata che è il trattato di Dublino, poi tenti di entrare illegalmente altrove. Lasciamo stare che con i ricollocamenti il resto d’Europa si è finora sontuosamente pulita il culo, lasciando soli noi e la Grecia a gestire questa sorta di apocalisse: 13.500 persone in due giorni a fine giugno, significa che da qui alla fine dell’estate – se non si interviene drasticamente, con le maniere cattive – saremo letteralmente al collasso.


Come mostra questa foto di stamattina,

la quale immortala il blocco stradale posto in essere da alcune centinaia di ospiti del CARA di Mineo lungo la statale Catania-Gela, in segno di protesta contro l’applicazione di norme di sicurezza all’interno della struttura. Qualcuno, però, fa sapere che il blocco sarebbe anche una forma rivendicativa per ottenere pass gratis per le piscine e i lidi della zona, perché fa troppo caldo. E hanno ragione, porca troia! Fa caldo, è giusto che vadano in spiaggia gratis: sdraio o lettino con l’ombrellone? Vista mare o un po’ più in dietro sulla battigia, vicino al bar? E poi, come cazzo si permettono di voler imporre misure di sicurezza nella struttura? Quello mica è territorio italiano, è la più colossale autogestione illecita e moltiplicatrice di atti criminosi che si sia mai vista, a cielo aperto e senza che l’autorità faccia un beato cazzo.Viaggio nel Cara di Mineo, 4000 migranti stipati come polli in mezzo a sporcizia e rifiuti
Perché il ministro Minniti invece di far manganellare la gente che prende l’aperitivo a Torino non fa sgomberare queste risorse dalla strada, visto che si configura come reato? Non mi ricordo tanta pazienza verso i blocchi degli allevatori del Nord che protestavano per le multe sulle quote latte, lì si spaccavano teste che era un piacere. D’altronde, quelli erano solo dei somari che si alzano alle 5 del mattino, lavorano 12-14 ore al giorno e pagano le tasse, giusto legnarli se provano a ribellarsi? Questi, invece, non fanno un cazzo dalla mattina alla sera, salvo delinquere in grossa quota parte, mangiano, bevono e dormono spesati, quindi è giusto avere un occhio di riguardo, povere anime che fuggono dalla guerra. Quanto può durare la pazienza degli italiani, visto che ora Matteo Renzi ha anche ribadito la sua intenzione di proseguire spedito su quell’incitazione alla partenza che è la legge sullo ius soli?

Ripeto, serve chiudere i porti con militari e carabinieri armati, avvertendo in sede europea, senza possibilità di mediazione al ribasso, che l’Italia da oggi non accoglie più nessuno, si pulisce il culo con Frontex e i diritti dei migranti e che se entro 48 non partono i ricollocamenti di chi è già qua, alle frontiere potrebbe innescarsi qualche tensione stile muro divisorio di Guantanamo, perché noi apriremmo le nostre, spingendo qualche centinaio di persone alla volta nella terra di nessuno tra le due vecchie dogane e poi chiudendo i nostri confini. Per il resto, a livello interno, requisizione di aerei charter – e il primo privato che parla, perde gli slot – e rimpatri di massa da subito. Non mi dici da dove arrivi? Ti spedisco in Libia e lì arrangiati. Perché, signori miei, mettendo da parte il buonismo dei miei coglioni, se i 4,6 miliardi che buttiamo al cesso annualmente per garantire a quelli del CARA di Mineo di potersi rifocillare e dormire prima di bloccare le statali, li avessimo promessi al regime libico giusto – ovvero quello del generale Haftar – state sereni che non partiva più nemmeno il caldo dalla Libia, passavamo l’estate con la felpa chiusa.

Ma siccome noi siamo coglioni e in Libia sosteniamo il pupazzo di USA e ONU, ecco che siamo nelle merda fino al collo. E senza nessuno che ci dia una mano a livello comunitario: ci vuole tanto a reagire? Certo, ci vorrebbero le palle e temo che il governo in carica conosca solo quelle usate dalla sua squadra del cuore per fare gol la domenica. Occhio però, perché l’aria si sta facendo davvero pesante in giro. E non limitatevi a dotte analisi del voto a favore del centrodestra: prendete un tram, cari politici, andare al bar a bere il caffè o al super a fare la spesa. Per quanto gli italiani siano buoni, la corda ormai non regge più: o si fa un passo indietro e si prova a tamponare la situazione o si cade in avanti. Verso la guerra civile. E non stupiamoci se, una volta capito che da perdere non c’è davvero più nulla, la gente smetterà di darsi fuoco per disperazione negli uffici dell’INPS. E deciderà di dare fuoco all’ufficio.

Sono Mauro Bottarelli, Seguimi su Twitter! Follow @maurobottarelli
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Commenti

  1. Questa storia di invasione e cominciata ancora nel 1998 nel goveno Craxi, dove Martelli e la Turco instaurarono la consulta degli immigrati,cambiano i suonatori ma la musica e sempre la solita!!!

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