La rivoluzione può attendere: è boom di prestiti per andare in ferie ...

Già, perché i dati pubblicati l’altro giorno da un’inchiesta di Facile.it e Prestiti.it sono abbastanza sconvolgenti, soprattutto se associati a un popolo che nei talk televisivi sembra sempre pronto a dare l’assalto al Palazzo d’inverno, mentre piange miseria. e grida contro negri e rom. Il prestito medio è di 5mila euro per andarsene in ferie e, magari, tenersi il resto per le incombenze di settembre: dal 1 gennaio al 31 maggio di quest’anno, sono stati erogati ben 33 milioni di euro per sostenere i costi di viaggi a breve, medio o lungo raggio. Su oltre 60mila domande di finanziamento, il 38% sono state presentate a maggio, evidenziando una tendenza a rivolgersi ai prestiti maggiore con l’approssimarsi del periodo estivo. E quei 5mila, agognati euro – i quali corrispondono a una rata mensile media di 113 euro – rappresentano un aumento del 7,7% rispetto all’anno scorso, mentre la durata media dei piani di restituzione si aggira intorno ai quattro anni.

Così un responsabile di Facile.it ha spiegato il trend a “Il Giornale”: “Piuttosto che rinunciare alla vacanza tanto desiderata, gli italiani fanno in modo che questa pesi il meno possibile sulle finanze familiari, dilazionandone il pagamento in periodi anche piuttosto lunghi. La durata media dei piani di restituzione dei prestiti, ad esempio, è di circa quattro anni”. Lo studio ha anche analizzato il profilo di chi chiede un finanziamento legato alle ferie: in media il richiedente ha 42 anni, nel 72% dei casi è uomo e, nel 76%, ha un lavoro a tempo indeterminato presso un’azienda privata. Inoltre, addirittura l’11% delle domande è firmata da un pensionato: con ogni probabilità, l’unico in famiglia con un’entrata sicura da dare in garanzia per ottenere un prestito da girare a figli o nipoti, almeno loro possono andare in ferie.Ora, ognuno dei suoi soldi e della sua vita fa ciò che vuole. Resta un fatto: finché ci si atteggerà a grandi rivoluzionari durante l’anno ma, approssimandosi ferie estive o natalizie, si torna unicamente consumatore pronto a tutto pur di postare un filmino su Facebook o una fotografia su Instagram, poi non ci si può lamentare dei tassi usurai delle banche, dell’inculata che sono le revolving, delle finanziarie che compaiono come funghi, dell’abuso di credito al consumo e carte di credito che sta trasformando gli italiani, risparmiatori da competizione, in americani, un popolo che vive e muore a debito. In una parola, non ci si può lamentare dello status quo, se appena intravediamo l’idea di mettere in valigia il costume, i propositi di rivolta lasciano spazio a un firma che ci vincolerà a un istituto e alle sua condizioni – mutabili – per i prossimi quattro anni.

Tramutandoci in schiavi, perché non serve scomodare la battuta di “Fight Club” – in base alla quale le cose che possiedi, prima o poi ti possiedono (soprattutto i debiti) -, per capire che più ti rendi economicamente dipendente da soggetti, siano essi banche o finanziarie, che campano su interessi e commissioni, clausole e tasse di apertura pratica, più ti stai tagliando i coglioni da solo. Capisco che questo sia sport nazionale in Italia, però sarebbe il caso di emanciparsi dall’autolesionismo sociale e chiederci in quella meccanismo infernale ci stiamo andando a infilare, per una settimana di ferie. Perché sottostando ai diktat della vita social e delle ferie come diritto sancito dall’ONU dell’edonismo imperante, stiamo facendo un regalo al nuovo modello che vogliono insediare: austerity sociale sempre più spinta ma alleviata dal contentino a debito, così non ti senti povero. E non ti incazzi davvero.

https://www.rischiocalcolato.it/2017/06/la-rivoluzione-puo-attendere-boom-prestiti-andare-ferie-fosse-vivo-ennio-flaiano.html

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