Gli Zombie Hanno il Culo Pesante
"Voglio sottolineare che quando sei zombie, non sei consapevole di esserlo. Ti adegui a quello che fanno gli altri, a quello che fa la società, a quello che fa la massa. [...] sembrano uguali a noi, mentre non lo sono. Il loro deterioramento è interiore, possono vivere guardando, ad esempio, 24 ore su 24 il cellulare, con la testa bassa, ipnotizzati dallo smartphone, perennemente connessi ai social. Guardatevi intorno... riconoscerete senz'altro questi zombie. Sono tutti coloro che incontriamo ogni giorno, per strada, nel portone, nell'ascensore. Forse, se ci guardassimo allo specchio, scopriremmo di esserlo anche noi". Mingo, dal 1° capitolo de "Gli Zombie Hanno il Culo Pesante".
«Non conosco niente di più incoraggiante che l’innegabile capacità dell’uomo a elevare la sua vita con uno sforzo consapevole».
Henry David Thoreau
Max: Qui ci riferiamo a tutti i “non viventi” che si lamentano, si giustificano, rassicurano che un giorno faranno o smetteranno di fare qualcosa... ma quando si tratta di passare all’azione, hanno veramente il culo pesante! Tanti iniziano a prendere lezioni di qualche strumento musicale, s’iscrivono a un corso di lingue o in palestra, iniziano un corso di sviluppo personale. Poi in quanti effettivamente fanno la differenza dal resto dei dilettanti e progrediscono davvero o realizzano qualcosa in maniera significativa? Pochi, perché siamo in un mondo in cui molti sono bravi a iniziare, ma pochi sono bravi a finire. Io dico sempre che molti iniziano e pochi finiscono e gli zombie invece sono basiti o invidiosi nell’osservare essere umani che ce l’hanno fatta, che hanno realizzato qualcosa, ignorando il fatto che questi umani, per raggiungere quello che volevano, si sono dedicati con autodisciplina, impegno e costanza nel tempo.
Mingo: Io mi ricordo quegli zombie che ho visto per due, tre mesi, dal mio balcone, sempre gli stessi. Li vedevo alle 7 e mezza di mattina arrivare da punti diversi, chi senza una gamba, chi senza la mascella, chi con un occhio solo... li riconosci subito dal modo di camminare... e si radunavano in questo posto dove parlavano, gesticolavano, evidentemente avevano intenzione di lavorare a un progetto, credevo. Li guardavo dicendomi : “Bah, chissà, forse...”. Un giorno sono sceso proprio incuriosito, ho pensato: “Ma di che parlano?”. Alla fine ho scoperto che non dicevano assolutamente niente. E quando ho capito che non dicevano niente, loro si sono accorti che un umano li aveva scoperti”. Insomma, a esser sincero, non so se all’epoca fossi umano o no... ma il giorno dopo comunque non sono più venuti. Per due mesi ho avuto la sensazione che avessero intenzioni costruttive, che stessero lavorando a un’idea, a un progetto, a un film, a uno sport da fare insieme, a qualcosa, sembrava una cosa di gruppo. Invece perdevano tempo e una volta scoperti, sono svaniti. Mah!
Max: E' sì, la mancanza di azione, tipica caratteristica zombesca, ha due facce.
La prima è la pigrizia, che conduce alla procrastinazione perenne. Infatti gli zombie non applicano ciò che sanno, ciò che conoscono, e quindi non solo sono “non vivi”, ma sono anche “non applicatori”, hanno il culo pesante e preferiscono lamentarsi di quello che non funziona nella loro vita, piuttosto che rimediarvi. La seconda faccia è il perfezionismo che porta a quella che viene chiamata “paralisi da analisi”. Ovvero, molti non si muovono finché tutto in teoria non è perfetto. I “non vivi”, per anni analizzano idee senza metterle in pratica, aspettano il momento perfetto per smettere di fumare o per scrivere un libro o per creare un progetto o per mollare un lavoro di merda e riprendersi in mano la propria vita. Ma in realtà è meglio fare qualcosa benino che farla perfettamente solo nella propria fantasia. Partire quando ogni minimo dettaglio è al suo posto, spesso significa non partire mai. Quindi l’idea è che non vogliamo un’ipotetica perfezione, ma vogliamo progredire con I’aic®: Autodisciplina, Impegno e Costanza, ovvero “Alzando Il Culo”. Anche a piccoli passi, anche sbagliando ma correggendo la rotta in continuazione. E così che si portano avanti i progressi in qualunque campo umano.
Davvero autodisciplina, impegno e costanza ci possono portare dove vogliamo. La cosa da capire è che gli zombie ogni tanto lo alzano, il didietro, ma non in maniera significativa. Non basta andare tre volte in palestra nell’arco di tre mesi, per avere il fìsico che vogliamo, o mandare due curriculum vitae per trovare un posto migliore.
Tutti, sia gli umani che gli zombie, in questo preciso momento nella vita stanno ottenendo esattamente quello che hanno seminato.
Mingo: Gli zombie non hanno la consapevolezza di dover seminare per raccogliere. Non hanno la visione del raccogliere solo dopo aver seminato, non hanno la volontà di seminare nel tempo con l’impegno. Cercano scorciatoie, soluzioni temporanee si limitano a lamentarsi dei frutti acerbi o marci che raccolgono, perché questo sanno fare. Lamentarsi!
Un consiglio: se qualcosa non vi piace, cambiatela. Se non potete cambiarla, cambiate il vostro atteggiamento, ma non lamentatevi! C’è una frase di Gandhi che mi viene sempre in mente quando entro in modalità zombie lamentoso:
«Mantieni i tuoi pensieri positivi, perché i tuoi pensieri diventano parole. Mantieni le tue parole positive, perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti. Mantieni i tuoi comportamenti positivi, perché i tuoi comportamenti diventano abitudini. Mantieni le tue abitudini positive, perché le tue abitudini diventano i tuoi valori. Mantieni i tuoi valori positivi, perché i tuoi valori diventano il tuo destino».
Henry David Thoreau
Max: Qui ci riferiamo a tutti i “non viventi” che si lamentano, si giustificano, rassicurano che un giorno faranno o smetteranno di fare qualcosa... ma quando si tratta di passare all’azione, hanno veramente il culo pesante! Tanti iniziano a prendere lezioni di qualche strumento musicale, s’iscrivono a un corso di lingue o in palestra, iniziano un corso di sviluppo personale. Poi in quanti effettivamente fanno la differenza dal resto dei dilettanti e progrediscono davvero o realizzano qualcosa in maniera significativa? Pochi, perché siamo in un mondo in cui molti sono bravi a iniziare, ma pochi sono bravi a finire. Io dico sempre che molti iniziano e pochi finiscono e gli zombie invece sono basiti o invidiosi nell’osservare essere umani che ce l’hanno fatta, che hanno realizzato qualcosa, ignorando il fatto che questi umani, per raggiungere quello che volevano, si sono dedicati con autodisciplina, impegno e costanza nel tempo.
Mingo: Io mi ricordo quegli zombie che ho visto per due, tre mesi, dal mio balcone, sempre gli stessi. Li vedevo alle 7 e mezza di mattina arrivare da punti diversi, chi senza una gamba, chi senza la mascella, chi con un occhio solo... li riconosci subito dal modo di camminare... e si radunavano in questo posto dove parlavano, gesticolavano, evidentemente avevano intenzione di lavorare a un progetto, credevo. Li guardavo dicendomi : “Bah, chissà, forse...”. Un giorno sono sceso proprio incuriosito, ho pensato: “Ma di che parlano?”. Alla fine ho scoperto che non dicevano assolutamente niente. E quando ho capito che non dicevano niente, loro si sono accorti che un umano li aveva scoperti”. Insomma, a esser sincero, non so se all’epoca fossi umano o no... ma il giorno dopo comunque non sono più venuti. Per due mesi ho avuto la sensazione che avessero intenzioni costruttive, che stessero lavorando a un’idea, a un progetto, a un film, a uno sport da fare insieme, a qualcosa, sembrava una cosa di gruppo. Invece perdevano tempo e una volta scoperti, sono svaniti. Mah!
Max: E' sì, la mancanza di azione, tipica caratteristica zombesca, ha due facce.
La prima è la pigrizia, che conduce alla procrastinazione perenne. Infatti gli zombie non applicano ciò che sanno, ciò che conoscono, e quindi non solo sono “non vivi”, ma sono anche “non applicatori”, hanno il culo pesante e preferiscono lamentarsi di quello che non funziona nella loro vita, piuttosto che rimediarvi. La seconda faccia è il perfezionismo che porta a quella che viene chiamata “paralisi da analisi”. Ovvero, molti non si muovono finché tutto in teoria non è perfetto. I “non vivi”, per anni analizzano idee senza metterle in pratica, aspettano il momento perfetto per smettere di fumare o per scrivere un libro o per creare un progetto o per mollare un lavoro di merda e riprendersi in mano la propria vita. Ma in realtà è meglio fare qualcosa benino che farla perfettamente solo nella propria fantasia. Partire quando ogni minimo dettaglio è al suo posto, spesso significa non partire mai. Quindi l’idea è che non vogliamo un’ipotetica perfezione, ma vogliamo progredire con I’aic®: Autodisciplina, Impegno e Costanza, ovvero “Alzando Il Culo”. Anche a piccoli passi, anche sbagliando ma correggendo la rotta in continuazione. E così che si portano avanti i progressi in qualunque campo umano.
Davvero autodisciplina, impegno e costanza ci possono portare dove vogliamo. La cosa da capire è che gli zombie ogni tanto lo alzano, il didietro, ma non in maniera significativa. Non basta andare tre volte in palestra nell’arco di tre mesi, per avere il fìsico che vogliamo, o mandare due curriculum vitae per trovare un posto migliore.
Tutti, sia gli umani che gli zombie, in questo preciso momento nella vita stanno ottenendo esattamente quello che hanno seminato.
Mingo: Gli zombie non hanno la consapevolezza di dover seminare per raccogliere. Non hanno la visione del raccogliere solo dopo aver seminato, non hanno la volontà di seminare nel tempo con l’impegno. Cercano scorciatoie, soluzioni temporanee si limitano a lamentarsi dei frutti acerbi o marci che raccolgono, perché questo sanno fare. Lamentarsi!
Un consiglio: se qualcosa non vi piace, cambiatela. Se non potete cambiarla, cambiate il vostro atteggiamento, ma non lamentatevi! C’è una frase di Gandhi che mi viene sempre in mente quando entro in modalità zombie lamentoso:
«Mantieni i tuoi pensieri positivi, perché i tuoi pensieri diventano parole. Mantieni le tue parole positive, perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti. Mantieni i tuoi comportamenti positivi, perché i tuoi comportamenti diventano abitudini. Mantieni le tue abitudini positive, perché le tue abitudini diventano i tuoi valori. Mantieni i tuoi valori positivi, perché i tuoi valori diventano il tuo destino».
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