giovedì 18 febbraio 2021

Il pacifismo è un disturbo mentale




Il pacifismo è un disturbo mentale

In una qualunque insospettabile mattina al bar, mentre sorseggiava il suo caffè... la ragazza (non più di trent’anni d’età) pontificava a voce alta su ciò che è meglio per l’umanità: «Le armi non dovrebbero più esistere. È incredibile che in alcuni stati americani acquistare armi sia ancora legale. Chiunque può acquistare un’arma in un’armeria e sparare come un cecchino su della gente innocente! E questo è tutto legale!»


Mi sono girato dalla sua parte e con un rapido sguardo ho capito che si trattava della tipica persona infarcita di “idee da telegiornale”, la cui unica attività d’un certo successo consisteva nella trasformazione di ossigeno in anidride carbonica.



Io intervengo citando Victoria Ignis: «Se io fossi uno schiavo e i miei figli frequentassero una scuola per schiavi, le ultime cose che vorrei fossero insegnate loro sono il pacifismo e la non-violenza! L’ultima cosa che vorrei, per esempio, è l’abolizione del servizio militare! Che poi... “abolizione” è il solito termine della neolingua utilizzata dai media, perché nella realtà si è creato un esercito di soli professionisti, sempre meglio armato e sempre più a carattere internazionale».



La ragazza mi guarda con l’esterrefatta intensità di una diva del cinema muto. Con tanto di occhi sgranati. Io proseguo senza pietà: «Togliendo il servizio militare abbiamo tolto un anno “iniziatico” ai nostri giovani, i quali quando entrano in un’azienda per lavorare hanno l’aspetto di trentenni e lo sviluppo psicologico di un 14enne!»



Interviene il barista, uno più o meno della mia età, ancora non troppo guastato da idee pacifiste: «Su questo sono d’accordo. I ragazzi che venivano a lavorare al bar una volta erano più svegli, più predisposti a obbedire e imparare. Adesso si sentono sempre trattati male, un mese fa ne ho messo uno in prova e quando l’ho sgridato perché ha fatto una cazzata... si stava quasi mettendo a piangere. Un altro, tempo fa mi voleva mettere le mani addosso perché “a lui nessuno lo tratta con questo tono”! Non sono umili, non sono abituati alla normalità del prendere ordini da chi ne sa più di loro. Se ti dico che devi scattare, devi scattare, perché ho il bar pieno di gente, non ti puoi fermare a questionare sul tono che ho usato! Questo lo imparavi solo al militare, perché a scuola di certo non lo impari. Non si può lavorare così, infatti stanno tutti assumendo sempre più stranieri, perché hanno più voglia di lavorare e non si mettono a fare questioni».



«Un giovane non dovrebbe mai impugnare un’arma. Punto e basta!» afferma la fanciulla, che oramai ho compreso essere affetta da pacifismo conclamato.



«Il pacifismo è un disturbo mentale – azzardo io – e disarmare i cittadini in questo periodo storico è un grave errore... se guardiamo il mondo dal punto di vista dei cittadini, ovviamente. Le guerre ci sono sempre state e ci sono ancora. Dobbiamo guardare in faccia la realtà: dal momento che non viviamo a Shamballa, nel mondo attuale non è salutare divenire incapaci di utilizzare un’arma!»

Le forze che governano il mondo sono armate fino ai denti e possono disporre di tutti i fondi di cui necessitano, mentre il cittadino medio viene arrestato e accusato di tentato omicidio se spara a qualcuno che entra in casa sua di notte... armato.

Il fatto che consideriate normale questa situazione... è il vero problema!



«Vedo che sei poco informato – interviene la ragazza – negli Stati Uniti ogni tanto qualcuno acquista un fucile, esattamente come noi acquistiamo il salame dal salumiere, e comincia a sparare sui suoi compagni del college!»



In effetti questa è la percezione che i media ci trasmettono di quanto accade negli Stati Uniti: tutti possono acquistare armi e alcuni di loro ogni tanto iniziano a sparare sulla folla inerme! Sulle strade di New York e Los Angeles avvengono sparatorie tutti i giorni perché in America è legale il possesso di armi, come nel vecchio West. In realtà non è per niente così. Innanzitutto, statisticamente è maggiore il numero di persone che muoiono scivolando mentre passeggiano sul bordo del cratere di un vulcano, rispetto a chi muore perché uno studente del college ha comprato un fucile e ha sparato sui suoi compagni! Vi sto dicendo che il fenomeno viene esaltato dai media, ma di per sé rimane statisticamente insignificante.



Inoltre, le sparatorie – che in effetti in alcune città americane sono all’ordine del giorno – non avvengono in quantità maggiore dove l’acquisto delle armi è legalmente consentito, tutt’altro! Questo perché i delinquenti, i mafiosi o gli studenti che vogliono fare una strage fra i loro compagni di corso (ripeto, dal punto di vista statistico è qualcosa di ridicolo!) trovano sempre il modo di acquistare le armi per commettere i loro crimini, esattamente come accade in ogni Paese, compresa l’Italia, dove l’acquisto di armi non è mai stato legale come negli Usa, ma abbiamo esportato le carneficine della mafia in tutto il mondo!



Le organizzazioni mafiose premono sugli uomini della cosiddetta politica affinché il cittadino venga disarmato oppure venga punito in maniera esemplare se difende sé stesso o la sua proprietà, in modo tale che unicamente gli uomini della mafia restino armati. Per un mafioso diventa decisamente poco sicuro entrare in un negozio a chiedere il “pizzo”... se sa che il negoziante potrebbe avere un fucile a pompa legalmente acquistato sotto il bancone!



Lo stesso discorso vale per le forze di polizia che fanno irruzione in casa vostra per prelevare i vostri figli, asserendo che vi è stata tolta la patria potestà... poiché siete dei fottuti, irresponsabili negazionisti no-vax!



Lo so che al momento tutto questo vi appare come un film di fantascienza di serie B... lo so... ma d’altronde se vi avessero detto un anno fa che tutto l’occidente sarebbe andato in giro con una mascherina in faccia, con il divieto di riunirsi liberamente e il divieto di uscire di casa dopo le 22... vi sareste messi a ridere. Siete sempre un po’ in ritardo rispetto al rapido progredire della realtà olografica. D’altronde appartenete al mondo new age e accusate un ritardo evolutivo di carattere genetico.



Ma secondo voi un killer professionista, un mafioso o un qualunque malavitoso... ha bisogno del permesso dello Stato per procurarsi le armi necessarie a svolgere il suo mestiere?



Personalmente, se un funzionario di Stato cerca di portarmi via i miei figli... spedisco i suoi quattro arti a quattro indirizzi diversi. Ma d’altronde io non sono un pacifista new age.

Rispondo alla ragazza affetta da pacifismo: «Guarda che quando il possesso di armi è illegale, gli unici che in realtà non possono usare le armi per difendere sé stessi, la propria famiglia e la propria proprietà... sono i cittadini onesti. La polizia, l’esercito e i malavitosi avranno SEMPRE le armi di cui hanno bisogno! Disarmare i cittadini non fa certo gli interessi dei cittadini, ma solo di chi si può permettere di continuare a possedere le armi».

«Bene, allora consegniamo armi gratuitamente a tutti, così avremo una società più sicura»! squittisce la ragazza, a cui si stava gonfiando in maniera allarmante un’arteria del collo.

«Non sto dicendo questo – dico io per salvarle la vita – oramai le cose stanno andando come devono andare. Il potere costituito da mafia/politica/economia possiede le armi e i mezzi per imporre la sua volontà... e non si torna più indietro. Mi sembrava interessante farti notare un punto di vista un po’ differente, capisco il tuo fastidio, ma non lo devi per forza sposare. Non preoccuparti, nessuno, oggi, ti farà mai un discorso non-pacifista!»

Ovviamente, anche io sono per la pace, ma quella vera, quella che puoi ottenere solo aprendo il tuo Cuore alla vita. La pace dei discorsi dei politici o delle frasi fatte che insegnano a scuola... non è la pace, è la giustificazione morale della sottomissione dell’uomo medio al potere costituito. Era così al tempo dei romani... è così oggi.

Il contadino che sa usare il suo fucile, discute più serenamente dei confini della sua terra!

Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]

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