nelle società native del nord america
Prigionia e combattimento nelle società native del nord america
Il carcere è il primo fallimento dell'umanità come società. Per alcuni popoli tribali, per decine di migliaia di anni e tutt'ora, il concetto di prigionia è alieno, eppure atti malvagi come l'omicidio, il furto etc. sono sempre esistiti. Se pensate ai popolazione nativi del nord america, incontaminati fino a 500-600 anni fa dall'uomo civilizzato, avevano comunità di migliaia di individui senza bisogno di usare la prigionia per i "criminali".
Se qualcuno era tanto povero da non avere cibo o coperte gli venivano regalate e nessuno aveva bisogno di rubare, se qualcuno commetteva un atto grave per la comunità o portava avanti una cattiva condotta semplicemente veniva isolato e/o allontanato dalla comunità, magari con un segno distintivo che facesse capire agli altri che quella persona aveva commesso un crimine, ma la privazione della libertà e della vita no, mai.
Persino in guerra gli "indiani d'America" non si uccidevano fra loro, se uno veniva ferito era sufficiente, non veniva ucciso ma gli era data la possibilità di tornare a casa a farsi curare. Lo chiamavano "segnare il colpo". Chi colpisce vince, chi viene colpito può ritirarsi se vuole o combattere fino alla morte (per propria scelta). Ogni volta che si segnava un colpo si metteva una penna nella parte esterna del copricapo; per questo o grandi capi avevano copricapi come corone di penne. Chi veniva colpito invece metteva poi una penna sul copricapo ma nella parte interna. Non era un disonore, anzi raccontava quante volte si era scampati alla morte.
A volte magari una ferita era grave e si moriva comunque in battaglia, ma non c'era un intenzione di uccidere altri uomini e donne durante una battaglia fra nativi e nativi. I nativi americani non erano soldati ma guerrieri e al termine della battaglia nessun nemico veniva fatto prigioniero, anzi, in alcuni casi veniva curato dal proprio nemico.
Dicevano: "Il colpo più grande non è quello che toglie una vita, ma quello che la salva"
Solo con l'arrivo degli europei hanno conosciuto l'omicidio volontario e gli altri crimini, la prigionia e simili barbarie.
Advanced Mind Institute
Il carcere è il primo fallimento dell'umanità come società. Per alcuni popoli tribali, per decine di migliaia di anni e tutt'ora, il concetto di prigionia è alieno, eppure atti malvagi come l'omicidio, il furto etc. sono sempre esistiti. Se pensate ai popolazione nativi del nord america, incontaminati fino a 500-600 anni fa dall'uomo civilizzato, avevano comunità di migliaia di individui senza bisogno di usare la prigionia per i "criminali".
Se qualcuno era tanto povero da non avere cibo o coperte gli venivano regalate e nessuno aveva bisogno di rubare, se qualcuno commetteva un atto grave per la comunità o portava avanti una cattiva condotta semplicemente veniva isolato e/o allontanato dalla comunità, magari con un segno distintivo che facesse capire agli altri che quella persona aveva commesso un crimine, ma la privazione della libertà e della vita no, mai.
Persino in guerra gli "indiani d'America" non si uccidevano fra loro, se uno veniva ferito era sufficiente, non veniva ucciso ma gli era data la possibilità di tornare a casa a farsi curare. Lo chiamavano "segnare il colpo". Chi colpisce vince, chi viene colpito può ritirarsi se vuole o combattere fino alla morte (per propria scelta). Ogni volta che si segnava un colpo si metteva una penna nella parte esterna del copricapo; per questo o grandi capi avevano copricapi come corone di penne. Chi veniva colpito invece metteva poi una penna sul copricapo ma nella parte interna. Non era un disonore, anzi raccontava quante volte si era scampati alla morte.
A volte magari una ferita era grave e si moriva comunque in battaglia, ma non c'era un intenzione di uccidere altri uomini e donne durante una battaglia fra nativi e nativi. I nativi americani non erano soldati ma guerrieri e al termine della battaglia nessun nemico veniva fatto prigioniero, anzi, in alcuni casi veniva curato dal proprio nemico.
Dicevano: "Il colpo più grande non è quello che toglie una vita, ma quello che la salva"
Solo con l'arrivo degli europei hanno conosciuto l'omicidio volontario e gli altri crimini, la prigionia e simili barbarie.
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