mercoledì 6 dicembre 2023

Farmaci usati come droghe: le nuove vie dello sballo giovanile


I ragazzi di Terni avevano preso metadone o codeina? In ogni caso si tratta di oppioidi. La codeina (o metilmorfina) infatti, componente di molti sciroppi per la tosse, è un oppiaceo naturale, derivato dalla resina del papavero da oppio, come appunto la morfina. Il metadone invece è sintetico, ovvero è creato in laboratorio, ma è in grado di produrre effetti simili a quelli della morfina. Venne sintetizzato per la prima volta in Germania all’inizio degli anni Quaranta del secolo scorso ed è ancora utilizzato come antidolorifico potente e per alleviare i sintomi dovuti all’astinenza di chi ha intrapreso un percorso di disintossicazione da eroina. Anche l’eroina – peraltro – è un oppioide, derivato dalla morfina, venne scoperto nel 1874 e a partire dal 1899 venduta dalla Bayer come rimedio per la tosse e per i dolori, per essere poi messa al bando e diventare il problema sociale che conosciamo.



Gli effetti degli oppioidi

La distinzione tra farmaco e droga è davvero sottile. Tutti gli oppioidi infatti, che sono una risorsa importante nella gestione del dolore, soprattutto post chirurgico o oncologico, hanno però anche effetti collaterali gravi: nausea, vomito, depressione, confusione, sonnolenza. Ad alti dosaggi causano problemi respiratori e possono portare a morte e il rischio aumenta se vengono assunti insieme a alcolici e sedativi. Inoltre, l’uso degli oppioidi da prescrizione può indurre la tolleranza ai medicinali, e può dare dipendenza fisica con il pericolo che per avere lo stesso sollievo dal dolore servano più quantità del farmaco. Infine si tratta di sostanze che non solo alleviano il dolore, ma inducono anche euforia, e questo può aumentare il rischio di dipendenza e di usi prolungati anche fuori dalla prescrizione medica.

Un esempio per tutti: il Fentanyl. Questo farmaco, usato fin dagli anni Sessanta come antidolorifico e – in associazione con altre sostanze- anestetico, è il protagonista di una strage negli Stati Uniti: nel 2018 ha causato 31.000 morti, più degli incidenti stradali. Complice un’ondata di prescrizioni facili che ha fatto sì che negli Usa 11 milioni di persone lo prendano indebitamente. Ad agosto del 2019 un tribunale dell’Oklahoma ha condannato la Johnson & Johnson a 572 milioni per aver sottovalutato i rischi e spinto i medici a prescrivere i farmaci più di quanto necessario.




Farmaci più potenti della morfina

I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti calcolano che questo oppioide sintetico sia da 50 a 100 volte più potente della morfina e che i morti per overdose siano da attribuire, oltre ad un uso improprio come antidolorifico, all’uso illegale di copie contraffatte del farmaco, spesso in combinazione con eroina e cocaina, per i suoi effetti psicotropi. La dose letale è di pochi microgrammi. Ma c’è di peggio. Alcuni nuovi derivati del Fentanyl (ce ne sono più di 50 segnalati al sistema di allerta precoce dell’UE) sono estremamente potenti, come il Carfentanyl che, sempre secondo i CDC, è addirittura 10.000 volte più potente della morfina. Il che vuol dire che può essere trasportato in quantitativi molto piccoli, difficili da individuare ma trasformabili in molte migliaia di dosi. Molte di queste sostanze, tuttavia, non sono ancora state valutate per quanto riguarda i loro effetti sull’essere umano perché sono prodotte illegalmente e difficilmente vengono individuate e sottoposte ad analisi. Tra il 1999 e il 2017 negli Usa ci sono stati oltre 700.000 morti per overdose, di cui 400.000 erano relative a oppioidi, negli ultimi anni però il tasso di mortalità a causa di oppioidi sintetici è aumentato drasticamente così come il numero di bambini nati con sindrome di astinenza neonatale.

In Europa ancora non siamo al livello americano, tuttavia il problema degli oppioidi desta preoccupazione, come emerge dal rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze del 2019: “Tra le persone che iniziano per la prima volta il trattamento della tossicodipendenza per un problema legato agli oppiacei, una su cinque segnala un oppiaceo sintetico, e non l’eroina, come problema principale”, inoltre “queste sostanze sono più frequentemente coinvolte nei casi di overdose”.



Sul mercato 730 nuove sostanze psicoattive

Secondo il rapporto, solo nel 2018 sono state individuate nel mercato 55 nuove sostanze psicoattive, appartenenti a diverse classi di stupefacenti: oltre agli oppiacei, i cannabinoidi sintetici, gli stimolanti come le amfetamine, e le benzodiazepine. Nel complesso, dal 2005 alla fine del 2018 l’Osservatorio ha contato oltre 730 nuove sostanze psicoattive, di cui al momento dell’arrivo sul mercato non sono noti gli effetti collaterali e i rischi effettivi nell’assunzione. Sono sostanze che compaiono e scompaiono rapidamente dal mercato, spesso prima di essere individuate e inserite nella tabella delle sostanze stupefacenti e psicotrope che possono essere oggetto di sequestro. Nella maggior parte dei casi sono prodotte in grossi quantitativi da aziende chimiche e farmaceutiche in Cina. Da lì vengono spedite in Europa, dove sono trasformate in prodotti, confezionate e vendute, a volte in negozi, magari occultate e mascherate dietro nomi fantasiosi, ma più spesso nei negozi online o sul dark web o ancora sul mercato delle sostanze illecite.

A fare la parte del leone è ancora la cocaina, il cui consumo continua a crescere in Europa sia nella forma di polvere sia in quella di crack, anche grazie a nuovi modi di commercializzazione: “L’imprenditorialità nel mercato competitivo della cocaina è evidenziata da strategie di distribuzione innovative, come i call center dedicati esclusivamente alla cocaina. Questi nuovi metodi sembrano riflettere, in una certa misura, il tipo di perturbazione riscontrato in altri settori, favorito dalla diffusione degli smartphone – una potenziale ‘uberizzazione’ del commercio della cocaina – in un mercato competitivo in cui gli spacciatori competono offrendo servizi aggiuntivi, quali opzioni di consegna rapide e flessibili”, si legge nel rapporto. Ma nel quadro complessivo aumentano anche le benzodiazepine – alcune delle quali vendute come versioni contraffatte di ansiolitici comunemente prescritti come alprazolam (Xanax) o diazepam (Valium), altre commercializzate on line come versioni “legali” – e, come dicevamo, gli oppioidi. In sostanza farmaci che cambiano natura.



Il mix Codeina e Sprite

La sottile linea che separa farmaco da droga viene spesso superata dai giovani che trovano un modo semplice e poco costoso di sballare. La purple drank o lean, ottenuta mischiando sciroppo per la tosse a base di codeina con una bevanda gasata tipo Sprite è stata inventata negli Stati Uniti parecchi anni fa, ma solo recentemente è diventata famosa anche qui da noi. La codeina in Italia dovrebbe essere venduta solo con ricetta medica, tanto che si dice che i ragazzi lombardi nel recente passato andavano a comprarla in Svizzera dove la vendita era libera, ma in ogni caso forse procurarsela anche qui è più facile di quanto possa sembrare. In una intervista rilasciata nel 2018 al Corriere della sera, Simone Feder, responsabile della comunità per minori “La casa del giovane” di Pavia spiegava: “Per lo sballo vogliono spendere meno. Iniziano a preferire i farmaci alle droghe: primo, perché sono mixabili a loro piacimento, con l’illusione di poter gestire l’effetto; secondo, perché sono ‘legali’ e ‘facilmente’ reperibili. Per comprare, usano quasi sempre Internet. A 16-17 anni, sono dei chimici. Si informano in Rete, sanno quali molecole assumere, mescolate a cosa, per ottenere ottundimento (più raramente eccitazione). I genitori, in quest’ambito, sono su un altro pianeta».

O forse, invece, sono su quello stesso pianeta. Un pianeta in cui le benzodiazepine sono utilizzate come aspirine: nel 2017 sono risultate la prima voce di spesa fra i farmaci di fascia C, ossia a carico del cittadino. Un pianeta in cui, secondo uno studio pubblicato su International Journal of Drug Policy e ripreso da Nature online, sta crescendo l’uso di farmaci utilizzati in modo improprio per potenziare l’attenzione, studiare o migliorare le prestazioni sul lavoro. In un sondaggio su decine di migliaia di persone in 15 nazioni nel mondo, il 14% ha dichiarato di aver utilizzato ‘smart drug’ tra cui anche farmaci come il Ritalin utilizzati soprattutto negli Stati Uniti per il disturbo da deficit di attenzione (ADHD) almeno una volta nei 12 mesi precedenti nel 2017, rispetto al 5% del 2015. Insomma, un pianeta in cui non è consentito rallentare. Forse ha ragione il procuratore di Terni quando dice: “io non colpevolizzo i ragazzi, so bene che questa società gliel’abbiamo preparata noi”. 
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