Tutto ha un senso

«Tutto ciò che accade ha un senso e può accaderti solo ciò che ti serve». All’inizio è solo un’idea, ve la ripetete solo per fare un favore a me; ma a forza di ripeterla entra più in profondità, si fa strada nelle sinapsi, se ne impossessa, e cominciate a vivere in serenità.

In questo breve post risiede l’essenza di ciò che insegno.

Sapere che esiste un’“intelligenza della vita” – ciò che chiamiamo Dio – e che quindi gli eventi non possono accadere “a caso”, non possono cioè essere privi di senso, causa nell’essere umano un cambiamento fondamentale (nel senso letterale del termine: un cambiamento che coinvolge le fondamenta).



Gli antichi sapevano che gli eventi hanno un senso. La “privazione del senso” è un’aberrazione abbastanza recente, che riguarda la modernità intrisa della filosofia del produci-consuma-crepa, dove l’essere umano non è più parte dell’intelligenza divina, ma è stato ridotto a un codice a barre organico.



All’inizio te lo ripeti senza crederci, ma questo è già sufficiente, poiché la ripetizione – esattamente come accade nello sport – è l’unica arma che abbiamo per progredire e uscire dalla schiavitù. Se vuoi far crescere i muscoli o vuoi correre più veloce... devi ripetere lo stesso gesto per migliaia di volte. È piuttosto ovvio che per cambiare il tuo modo di pensare, e quindi il tuo modo di vivere, non puoi impegnarti di meno. Ecco perché, anche chi non conosce questo principio, istintivamente legge più e più volte gli stessi concetti e va ai seminari per risentirli più volte che può. L’ho fatto anche io ai miei tempi.



Come accade nelle arti marziali, nel tiro a segno o nel motociclismo... la ripetizione fa sì che quei gesti e quei meccanismi di pensiero diventino parte dell’atleta. Si muove così e ragiona così. Se un pugile viene aggredito, anche se si trova fuori dal ring, la capacità di schivare e colpire che ha acquisito in anni di allenamento si attiva in modo automatico. Lo stesso accade se un centometrista si trova in una situazione in cui deve arrivare in tempo alla fermata dell’autobus, il suo scatto e la sua velocità fanno ormai parte di lui e si attivano in automatico.



Allo stesso modo, per voi deve diventare automatico pensare: “CIÒ CHE MI STA ACCADENDO HA UN SENSO”, nelle mille occasioni della vita. A un certo punto, non avrete più bisogno di ricordarvelo, ma diventerà IL VOSTRO MODO DI VIVERE L’EVENTO MENTRE STA ACCADENDO. Diventerà il vostro modo di affrontare la vita.



La ripetizione consente il passaggio dalla MENTE all’ESSERE. Come conseguenza di ciò, sarete in grado di camminare per il mondo con un senso stabile di SICUREZZA e SERENITÀ. Vi sentirete avvolti nel caldo abbraccio della vita, anziché “gettati nella vita”, smarriti e indifesi, sempre ansiosi per ciò che potrebbe accadervi.



Una cosa è dire: “Può accadermi qualsiasi cosa”, provando un senso di ansia e paura, piegati su voi stessi, pronti a difendervi da qualsiasi attacco esterno, come animali nella jungla.

Ben altra cosa è dire: “Può accadermi qualsiasi cosa”, stando a fronte alta, con il petto in fuori e il sorriso sulle labbra, perché sentite con indubitabile certezza che può accadervi solo ciò che vi serve, ciò che meritate e che vi fa crescere.



La stessa identica frase può essere pronunciata su due “ottave” differenti.



CIÒ CHE MI STA ACCADENDO HA UN SENSO.

Non è importante capire intellettualmente il senso di ciò che ci accade – probabilmente non lo capiremo mai – ma è indispensabile SENTIRE CHE C’È UN SENSO. Questo ci rende padroni della nostra vita.



Salvatore Brizzi

[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]


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