la guerra è pace
Non ci voglio credere, la signora che è a capo della commissione europea, che rappresenta l’Europa agli occhi del mondo, ha detto:
«Dobbiamo riarmare urgentemente l’Europa. La forza è la via della pace». Per un attimo ho pensato a un’allucinazione. Ho chiuso gli occhi e poi li ho riaperti, ma niente quelle parole stavano ancora lì, scritte nero su bianco. «La forza è la via della pace», ossia «la guerra è pace». Lo aveva scritto Orwell in quel romanzo da incubo che è 1984. Pensai a uno scherzo. E invece no, questa signora l’ha detto, l’ha detto davvero. E ho avuto paura.
«Dobbiamo davvero intensificare in modo MASSICCIO la produzione militare e gli investimenti nell’apparato bellico», ha tuonato. Tradotto: 500 miliardi di euro. E 300.000 soldati europei, cioè italiani, francesi, tedeschi, etc da spedire dove loro riterranno più opportuno. Tanto per darvi un’idea: con i soldi di un solo caccia bombardiere si potrebbero creare 143 asili nido e dare lavoro ad oltre 2150 persone. Si potrebbero creare ospedali, scuole, biblioteche. E invece verranno usati per costruire armi.
«Lungo le sponde del mio torrente» cantava un uomo, «voglio che scendano i lucci argentati, non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente». Parole, parole al vento. Parole che oggi evidentemente non valgono più nulla. Erodoto, uno dei più grandi storici del mondo antico, diceva: «non esiste uomo folle al punto di preferire la guerra alla pace. In pace i figli seppelliscono i padri, in guerra sono invece i padri a seppellire i figli.» Altre parole vuote. Albert Einstein invece una volta disse: «Non so con quali armi si combatterà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta si farà con pietre e bastoni». E vedendo ciò che sta accadendo oggi, sentendo parlare di «corsa al riarmo» ho tremato.
Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X
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