Legato mani e piedi al letto dell'ospedale: dopo 82 ore muore. Il videochoc dell'agonia di Mastrogiovanni
Sta per concludersi il processo per la morte di Francesco Mastrogiovanni, il maestro 53enne di Vallo della Lucania, morto il 4 agosto 2009 nel reparto psichiatrico dell'ospedale "San Luca" dopo essere stato legato al letto per 82 ore. Il 30 ottobre è calendarizzata la data della sentenza che - salvo rinvii - dovrà decidere della sorte giudiziaria dei 6 medici e dei 12 infermieri imputati nel procedimento.
In questi giorni la nipote Grazia Serra che insieme al Comitato "Verità e Giustizia per Francesco" si batte da quattro anni ha convocato una conferenza stampa per presentare il video integrale dell'agonia di Mastrogiovanni. Un documento choc terribile (guarda).
Si vede il maestro, trasportato in ospedale per un Tso, inizialmente molto tranquillo, tanto da farsi fare una iniezione di medicinali. Dopo aver mangiato si addormenta. E durante il sonno viene legato mani e piedi al letto. Seguono 82 ore terribili. L'uomo prima sta calmo. Poi cerca di dimenarsi per liberarsi. Nessuno lo soccorre. Nessuno lo nutre. Nessuno gli dà da bere. Gli infermeiri entrano in stanza senza fare assolutamente nulla, se non ad un certo punto mettergli il pannolone. E' una tortura. Morirà la notte del 4 agosto, alle 2, ma i medici se ne accorgono solo alle 5. L'autopsia ha certificato che l'uomo è decedeuto per un edema polmonare, dovuto alla contenzione.
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Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/mercato-e-liberta/francesco-mastrogiovanni-quando-la-realta-e-piu-agghiacciante-degli-incubi#ixzz28LQPjH7H
In Italia nel XXI secolo può capitare di essere internati in un ospedale, essere legati a letto per oltre 80 ore senza né cibo, né acqua, né cure, e morire per le piaghe da decubito o per disidratazione (la causa effettiva è ancora da chiarire), senza poter ricevere le visite dei familiari.
Queste cose non sono capitate in un gulag di Stalin negli anni '30, o in un lager nazista degli anni '40. Queste cose sono avvenute in Italia, il 3 e il 4 Agosto del 2009. E tra qualche settimana si dovrebbe avere il verdetto del processo di primo grado.
Una storia che avrebbe potuto finire nel dimenticatoio, se ai funerali non si fossero scoperte le profonde ferite alle braccia e alle gambe prodotte dai tentativi di divincolarsi nei quattro giorni passati legato a letto, e se non si fosse preso prontamente in custodia il video.
Una storia che può ancora finire nel dimenticatoio, se giustizia, nonostante le prove schiaccianti, non verrà fatta. E per come (non) funziona la giustizia italiana, è più che lecito temere il peggio, soprattutto quando il PM che dovrebbe accusare gli assassini è lo stesso che in passato è stato accusatore della vittima (a giudicare dalle poche righe dell'Espresso, per motivi difficilmente comprensibili, come "contestare una multa", anche se Il Fatto fornisce più dettagli e parla di "oltraggio ai Carabinieri").
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/mercato-e-liberta/francesco-mastrogiovanni-quando-la-realta-e-piu-agghiacciante-degli-incubi#ixzz28LQPjH7H
Che merde di lavoratori!
RispondiEliminaChe paura di finire in tali posti... pensate ad uno che non è gravemente malato, ma finisce nello stesso modo!
Vergogna!
p.s. Qualcuno sa qual era la diagnosi psichiatrica di Francesco prima della sua morte?