L'ESTINZIONE DI UN PENDOLO
Succede a volte che sia impossibile affossare un pendolo, che non si riesca cioè né a
ignorarlo né a isolarlo.
Avevo un amico dall’aspetto pacato e gentile ma dotato di una forza fisica non comune. Una sera tardi, mentre rientravamo in tram, ci siamo imbattuti in una compagnia di teppisti dall’aria aggressiva, un vero pendolo distruttivo. Erano in tanti e si caricavano l’uno con l’altro di energia negativa, sentendosi pienamente impunibili e intoccabili. Questo tipo di compagnia cerca di solito qualcuno da molestare per rifornirsi di energia anche da sorgenti esterne. Cosi hanno incominciato ad infastidire il mio amico, rassicurati dal suo aspetto pacifico e bonario. Per un po’ l’hanno preso in giro e l’hanno offeso, ma lui continuava a sedere in silenzio, ignorando le loro provocazioni, cercando cioè di affossare il pendolo-teppisti. Io nel frattempo osservavo senza intervenire , sapendo che il mio amico non aveva nulla da temere, al contrario dei teppisti. Alla fine, non sopportando più la situazione, il mio amico si e’ diretto verso l’uscita ma uno dei bulli più sfrontati gli ha sbarrato la strada. Messo alle strette, il mio amico ha agguantato il teppista per la collottola e gli ha vibrato un colpo che gli ha letteralmente spappolato la faccia.
I compagni del malcapitato sono rimasti impietriti dallo stupore e dell’orrore. Quando il mio amico si e’ girato per afferrarne un altro, questi, con voce tremante, l’ha pregato di lasciarlo andare. L’energia del pendolo-compagnia si e’ immediatamente dissolta e i suoi membri, urtandosi e indietreggiando, si sono precipitati fuori dal tram.
Certo, coloro che si possono difendere non hanno problemi. Ma gli altri, cosa possono fare in questi casi? Se veramente non c'è’ via di scampo, si può estinguere il pendolo escogitando qualcosa di straordinario e inatteso, una mossa che nessuno si aspetta.
Mi hanno raccontato questa storia: una banda di bulletti di strada aveva circondato un ragazzo con l’intenzione di menarlo. Il ragazzo si e’ avvicinato al capo e, sgranando due occhi da folle, gli ha dichiarato: “Vuoi che ti spacchi il naso o la mascella?”. Un tale sviluppo non si inscriveva nello scenario abituale, perciò il capobanda per un attimo ha indugiato. Allora il ragazzo, preso da un’euforia da folle, gli ha gridato: “Vieni qui che ti stacco un orecchio!”, attaccandoglisi con le cinque dita all’orecchio. Il capobanda ha lanciato un urlo straziante. Lo spettacolo che la banda era solita inscenare veniva rovinato. Il capo, ben lungi dal pensare di picchiare qualcuno, era preoccupato solo di liberarsi l’orecchio dalla presa. Il ragazzo, considerato fuori di senno, fu lasciato in pace e riuscì in questo modo a evitare l’attacco.
Quindi, se vi succede di capitare in una situazione il cui scenario di sviluppo e’ prevedibile, fate una qualsiasi mossa purché essa non si inscriva in questo scenario. Il pendolo si estinguerà. Finché agite secondo lo scenario, accettate il gioco del pendolo e emettete energia alla sua frequenza. Ma se la vostra frequenza incomincia a differenziarsi sostanzialmente da quella del pendolo, entrate in dissonanza con quest’ultimo e lo confondete dal ritmo.
FONTE transurfing lo spazio delle varianti
Avevo un amico dall’aspetto pacato e gentile ma dotato di una forza fisica non comune. Una sera tardi, mentre rientravamo in tram, ci siamo imbattuti in una compagnia di teppisti dall’aria aggressiva, un vero pendolo distruttivo. Erano in tanti e si caricavano l’uno con l’altro di energia negativa, sentendosi pienamente impunibili e intoccabili. Questo tipo di compagnia cerca di solito qualcuno da molestare per rifornirsi di energia anche da sorgenti esterne. Cosi hanno incominciato ad infastidire il mio amico, rassicurati dal suo aspetto pacifico e bonario. Per un po’ l’hanno preso in giro e l’hanno offeso, ma lui continuava a sedere in silenzio, ignorando le loro provocazioni, cercando cioè di affossare il pendolo-teppisti. Io nel frattempo osservavo senza intervenire , sapendo che il mio amico non aveva nulla da temere, al contrario dei teppisti. Alla fine, non sopportando più la situazione, il mio amico si e’ diretto verso l’uscita ma uno dei bulli più sfrontati gli ha sbarrato la strada. Messo alle strette, il mio amico ha agguantato il teppista per la collottola e gli ha vibrato un colpo che gli ha letteralmente spappolato la faccia.
I compagni del malcapitato sono rimasti impietriti dallo stupore e dell’orrore. Quando il mio amico si e’ girato per afferrarne un altro, questi, con voce tremante, l’ha pregato di lasciarlo andare. L’energia del pendolo-compagnia si e’ immediatamente dissolta e i suoi membri, urtandosi e indietreggiando, si sono precipitati fuori dal tram.
Certo, coloro che si possono difendere non hanno problemi. Ma gli altri, cosa possono fare in questi casi? Se veramente non c'è’ via di scampo, si può estinguere il pendolo escogitando qualcosa di straordinario e inatteso, una mossa che nessuno si aspetta.
Mi hanno raccontato questa storia: una banda di bulletti di strada aveva circondato un ragazzo con l’intenzione di menarlo. Il ragazzo si e’ avvicinato al capo e, sgranando due occhi da folle, gli ha dichiarato: “Vuoi che ti spacchi il naso o la mascella?”. Un tale sviluppo non si inscriveva nello scenario abituale, perciò il capobanda per un attimo ha indugiato. Allora il ragazzo, preso da un’euforia da folle, gli ha gridato: “Vieni qui che ti stacco un orecchio!”, attaccandoglisi con le cinque dita all’orecchio. Il capobanda ha lanciato un urlo straziante. Lo spettacolo che la banda era solita inscenare veniva rovinato. Il capo, ben lungi dal pensare di picchiare qualcuno, era preoccupato solo di liberarsi l’orecchio dalla presa. Il ragazzo, considerato fuori di senno, fu lasciato in pace e riuscì in questo modo a evitare l’attacco.
Quindi, se vi succede di capitare in una situazione il cui scenario di sviluppo e’ prevedibile, fate una qualsiasi mossa purché essa non si inscriva in questo scenario. Il pendolo si estinguerà. Finché agite secondo lo scenario, accettate il gioco del pendolo e emettete energia alla sua frequenza. Ma se la vostra frequenza incomincia a differenziarsi sostanzialmente da quella del pendolo, entrate in dissonanza con quest’ultimo e lo confondete dal ritmo.
Allo stesso tempo e’ meglio non esagerare se avete a che fare con un pendolo che non ha
niente da perdere. Se per esempio vi hanno aggredito per derubarvi, e’ meglio dare subito i
soldi. Alcuni tengono apposta in tasca un po’ di dollari in contanti, che’ se l’aggressore e’ un
folle o un tossicomane, egli può togliervi la vita senza pensarci, anche se siete esperti di arti
marziali. Per questo e’ meglio non intrigarsi con gente del genere, come con i cani rabbiosi.
Sarebbe una morte ingiustificata e assurda.
Ad estinguere un pendolo aiuta anche il senso dell’umorismo e l’immaginazione. Provate a mutare la vostra irritazione in gioco. Se per esempio vi infastidisce la folla in strada o in un mezzo pubblico, provate ad immaginare di trovarvi in Antartide, in mezzo a un assembramento di uccelli. Le persone sono pinguini, che si muovono agitati e ondeggiano in modo buffo. E voi chi siete? Anche voi siete dei pinguini. Se riuscite a trasfigurare la situazione in modo analogo, le persone che vi stanno attorno vi susciteranno già più simpatia e curiosità che irritazione.
Certo, e’ difficile controllarsi quando si vorrebbe letteralmente fare a pezzi qualcosa. In questi momenti e’ difficile ricordare che la data situazione e’ il prodotto di un pendolo che cerca di estrarre la vostra energia. Cercate di non cedere alle sue provocazioni. Il pendolo, come un vampiro, utilizza una sorta di anestesia, la vostra abitudine a reagire negativamente a un irritante. Persino ora, dopo aver letto queste righe, potete distrarvi e rispondere con irritazione a una telefonata indesiderata. Ma se vi prefissate lo scopo di ricordare, col tempo svilupperete l'immunità alle provocazioni dei pendoli.
Fate ben attenzione: se vi scontrate con una circostanza fastidiosa e reagite con irritazione, indignazione e altre emozioni negative, la situazione negativa si protrarrà e si evolverà o sorgeranno nuovi problemi. Il pendolo oscilla cosi, grazie a voi che lo fate oscillare. Provate ad agire al contrario: o manifestando una reazione adeguata o non manifestando alcuna reazione. Provate per esempio ad accogliere il problema con un finto entusiasmo o con un’euforia da idiota: si tratta di sistemi per estinguere il pendolo. Vedrete che non seguirà nessuna continuazione.
Come ricorderete, l’abitudine a reagire negativamente di fronte a circostanze fastidiose
funge da leva d’innesco del meccanismo di presa della vostra energia mentale da parte del
pendolo. Quest’abitudine verrà meno se comincerete a giocare a un gioco originale, basato sulla
sostituzione a bella posta di sensazioni: invece della paura provate a manifestare sicurezza,
invece di provare sconforto provate a sfoderare entusiasmo, al posto dell’indignazione esibite
indifferenza e al posto dell’irritazione mostrate gioia. Provate a reagire almeno di fronte ai
piccoli problemi in modo “non adeguato”. Che cosa avete da perdere? Magari potrà sembrare
una cosa assurda, però questo stile di gioco non lascerà al pendolo nessuna chance. Questo
metodo ci sembra assurdo proprio perché i pendoli ci hanno abituato a giocare solo ai giochi che
convengono a loro. Provate ad imporre un vostro gioco, che vi procuri piacere e soddisfazione:
scoprirete con stupore quanto questa tecnica sia potente. Il principio qui e’ solo uno: emettendo a
una frequenza diversa da quella di risonanza entrate in dissonanza con il pendolo, quest’ultimo si
estingue rispetto a voi e finisce per lasciarvi in pace.Ad estinguere un pendolo aiuta anche il senso dell’umorismo e l’immaginazione. Provate a mutare la vostra irritazione in gioco. Se per esempio vi infastidisce la folla in strada o in un mezzo pubblico, provate ad immaginare di trovarvi in Antartide, in mezzo a un assembramento di uccelli. Le persone sono pinguini, che si muovono agitati e ondeggiano in modo buffo. E voi chi siete? Anche voi siete dei pinguini. Se riuscite a trasfigurare la situazione in modo analogo, le persone che vi stanno attorno vi susciteranno già più simpatia e curiosità che irritazione.
Certo, e’ difficile controllarsi quando si vorrebbe letteralmente fare a pezzi qualcosa. In questi momenti e’ difficile ricordare che la data situazione e’ il prodotto di un pendolo che cerca di estrarre la vostra energia. Cercate di non cedere alle sue provocazioni. Il pendolo, come un vampiro, utilizza una sorta di anestesia, la vostra abitudine a reagire negativamente a un irritante. Persino ora, dopo aver letto queste righe, potete distrarvi e rispondere con irritazione a una telefonata indesiderata. Ma se vi prefissate lo scopo di ricordare, col tempo svilupperete l'immunità alle provocazioni dei pendoli.
Fate ben attenzione: se vi scontrate con una circostanza fastidiosa e reagite con irritazione, indignazione e altre emozioni negative, la situazione negativa si protrarrà e si evolverà o sorgeranno nuovi problemi. Il pendolo oscilla cosi, grazie a voi che lo fate oscillare. Provate ad agire al contrario: o manifestando una reazione adeguata o non manifestando alcuna reazione. Provate per esempio ad accogliere il problema con un finto entusiasmo o con un’euforia da idiota: si tratta di sistemi per estinguere il pendolo. Vedrete che non seguirà nessuna continuazione.
Esiste un altro metodo interessante di estinzione, l’estinzione morbida: se qualcuno vi
infastidisce, diventa per voi un problema, provate a capire che cosa manca a questa persona,
cercate di arguire di che cosa ha bisogno. E ora provate ad immaginare questa stessa persona gia’
in possesso di quello che gli mancava. Si può trattare di salute, sicurezza, stato d’animo
tranquillo. A ben pensarci questi sono i tre fattori principali che servono agli uomini per farli
sentire soddisfatti. Provate a pensare: di che cosa ha effettivamente bisogno in questo momento
la persona che suscita la vostra irritazione?
Supponiamo che il vostro capo si sia arrabbiato con voi. Magari e’ stanco o ha dei problemi in famiglia. Allora gli serve uno stato d’animo tranquillo. Immaginatevelo mentre se ne sta sdraiato in poltrona davanti alla televisione o vicino al caminetto, o con una canna da pesca in riva al fiume o in sauna con un boccale di birra. Sapete quali sono le sue preferenze?
O magari i suoi superiori gli hanno fatto pressione e lui ha paura di prendersi determinate responsabilità? Allora ha bisogno di sicurezza. Provate ad immaginarlo mentre scia con sicurezza in montagna, o mentre guida un’auto sportiva o mentre si muove con disinvoltura a una festa, al centro dell’attenzione di tutti.
O forse gli fa male qualcosa? Immaginatevelo allora allegro e in forma, mentre nuota nel mare o pedala una bicicletta o gioca a calcio. Certo, e’ meglio sapere quali sono i suoi interessi. Tuttavia non occorre andare tanto lontano. Basta immaginare la persona in una situazione in cui e’ soddisfatta.
Cosa succede allora? Una persona e’ apparsa nel vostro orizzonte e costituisce un problema per voi (può anche trattarsi di un rapinatore). Provate a distrarvi dal problema di cui si fa portatore, in questo modo fin dall’inizio non presterete la vostra testa al cappio di presa della frequenza. Immaginate questa persona in atto di ricevere quello di cui ha bisogno (cosa vuole un rapinatore: mangiare, bere, bucarsi?). Visualizzate la persona in un quadro di raggiunta soddisfazione. Se ci siete riusciti, considerate che il problema e’ risolto. Il pendolo infatti non ha incominciato a oscillare per caso. Qualcosa l’ha spostato dal suo equilibrio. Lui, consciamente o inconsciamente cerca quel qualcosa che lo riporti all’equilibrio. E l’energia dei vostri pensieri a una determinata frequenza gli da’ proprio questo, anche se indirettamente. Muterà subito la sua aggressività in disponibilità. Fate fatica a crederci? Sperimentate!
Questa tecnica si basa sul principio dell’estinzione del pendolo. Una persona-pendolo vi si avvicina con un problema e voi lo soddisfate, non in modo evidente ma a livello energetico. Gli avete dato la vostra energia ma in minima parte, perdendo molto meno di quanto avreste potuto perdere. E per di più avete fatto una buona azione, venendo in soccorso a un bisognoso, anche se per poco. La cosa interessante e’ che in seguito egli avrà con voi un rapporto piu’ amichevole. Non capirà perché in vostra compagnia si senta bene. Che rimanga un vostro piccolo segreto.
Potete applicare questa tecnica anche nei casi in cui siete voi ad aver bisogno di qualcosa
da qualcuno, che, preso dai suoi problemi non e’ disposto a venirvi incontro. Vi serve la firma
del capo? Prima “nutritelo” con una visualizzazione benefica e vedrete che farà tutto quello che
chiedete.Supponiamo che il vostro capo si sia arrabbiato con voi. Magari e’ stanco o ha dei problemi in famiglia. Allora gli serve uno stato d’animo tranquillo. Immaginatevelo mentre se ne sta sdraiato in poltrona davanti alla televisione o vicino al caminetto, o con una canna da pesca in riva al fiume o in sauna con un boccale di birra. Sapete quali sono le sue preferenze?
O magari i suoi superiori gli hanno fatto pressione e lui ha paura di prendersi determinate responsabilità? Allora ha bisogno di sicurezza. Provate ad immaginarlo mentre scia con sicurezza in montagna, o mentre guida un’auto sportiva o mentre si muove con disinvoltura a una festa, al centro dell’attenzione di tutti.
O forse gli fa male qualcosa? Immaginatevelo allora allegro e in forma, mentre nuota nel mare o pedala una bicicletta o gioca a calcio. Certo, e’ meglio sapere quali sono i suoi interessi. Tuttavia non occorre andare tanto lontano. Basta immaginare la persona in una situazione in cui e’ soddisfatta.
Cosa succede allora? Una persona e’ apparsa nel vostro orizzonte e costituisce un problema per voi (può anche trattarsi di un rapinatore). Provate a distrarvi dal problema di cui si fa portatore, in questo modo fin dall’inizio non presterete la vostra testa al cappio di presa della frequenza. Immaginate questa persona in atto di ricevere quello di cui ha bisogno (cosa vuole un rapinatore: mangiare, bere, bucarsi?). Visualizzate la persona in un quadro di raggiunta soddisfazione. Se ci siete riusciti, considerate che il problema e’ risolto. Il pendolo infatti non ha incominciato a oscillare per caso. Qualcosa l’ha spostato dal suo equilibrio. Lui, consciamente o inconsciamente cerca quel qualcosa che lo riporti all’equilibrio. E l’energia dei vostri pensieri a una determinata frequenza gli da’ proprio questo, anche se indirettamente. Muterà subito la sua aggressività in disponibilità. Fate fatica a crederci? Sperimentate!
Questa tecnica si basa sul principio dell’estinzione del pendolo. Una persona-pendolo vi si avvicina con un problema e voi lo soddisfate, non in modo evidente ma a livello energetico. Gli avete dato la vostra energia ma in minima parte, perdendo molto meno di quanto avreste potuto perdere. E per di più avete fatto una buona azione, venendo in soccorso a un bisognoso, anche se per poco. La cosa interessante e’ che in seguito egli avrà con voi un rapporto piu’ amichevole. Non capirà perché in vostra compagnia si senta bene. Che rimanga un vostro piccolo segreto.
E infine: cosa dite, dov'è’ andata a finire secondo voi l’energia di un pendolo frenato? E’
passata a voi. Venendo a capo di un problema voi diventate più forti. La volta prossima ciò per
voi non sarà una difficoltà. Non e’ forse cosi? Se invece vi metteste a lottare con il problema,
cedereste energia al pendolo che ha creato questo stesso problema.
Le pratiche di affossamento e estinzione del pendolo sono note agli psicologi e agli
psicoterapeuti come tecniche professionali. In questo senso non sono delle novità. Ma per le
persone che non conoscono i metodi della psicologia applicata sono veramente preziose poiché
chiariscono come e perché funzionano i sistemi psicologici di difesa.FONTE transurfing lo spazio delle varianti
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