giovedì 11 luglio 2013

Dice il life trainer Robert Jhonson

Dice il life trainer Robert Jhonson:
I burattinai sono quelli che inducono in noi la paura allo scopo di assoggettarci. Abbiamo costruito aziende e stati sull’economia del debito e adesso ne paghiamo le conseguenze. C’è tutto l’interesse che i Paesi perdano la loro sovranità monetaria perché poi ne puoi fare quello che vuoi. È il colonialismo moderno: si diventa territorio di conquista di banche e multinazionali a scapito delle piccole realtà.

Ci sono sei le linee guida: fabbricare prodotti frutto dell’abilità italiana, preservare l’ambiente, educare al consumo di prodotti locali – perché le multinazionali esternalizzano i costi –, realizzare prodotti che durino, puntare su un’economia di sviluppo e non di crescita perché non si può crescere a dismisura, e soprattutto non ricorrere a finanziamenti esterni.

Interrogato sul fallimento degli imprenditori e sui suicidi risponde che il fallimento fa parte della stessa imprenditoria. Se sei un vero imprenditore hai già messo in conto un possibile fallimento e sei pronto ogni giorno della tua vita a rimboccarti le maniche e ripartire da zero. Sono perfettamente d’accordo con lui e aggiungo che tendiamo a scusare i suicidi per ragioni economiche, ma in realtà chi si è suicidato è perché nel suo intimo non era un vero imprenditore: è stato messo di fronte a una prova e non l’ha superata. L’autentico imprenditore deve sviluppare lo spirito del Guerriero, il quale combatte anche quando il destino gli volta le spalle… sennò è troppo facile, sennò che Guerriero è? Il vero imprenditore impara da ogni esperienza. Il vero imprenditore non è colui che non cade mai, ma colui che cade 7 volte e si rialza 8.

Ma spesso gli italiani, pur essendo geniali, credono poco in se stessi, cadono troppo spesso in stati di disperazione, drammatizzano tutto; non è un caso se nel 2011 gli italiani hanno acquistato 45 milioni di confezioni di antidepressivi.

E poi pensano che per creare un’azienda hanno bisogno più di un prestito che della preparazione. Invece quello che sostiene un’impresa è la sua anima: conoscenza, capacità, relazioni e tutte le persone che ci lavorano.

Gli italiani sono geniali ma hanno un cattivo rapporto col denaro e con i meccanismi dell’imprenditoria. Credono che un’impresa si faccia prima di tutto con i soldi, mentre in verità si fa con le idee, e queste agli italiani non sono mai mancate, ne abbiamo sempre avute da vendere. Ma se partiamo con la credenza che l’aspetto più importante siano i soldi… ne rimarremo senza. Paradossalmente resteremo bloccati proprio su quel punto. Ed quello che sta succedendo a molti. La crisi può renderti più creativo e combattivo oppure farti entrare in un loop infernale di depressione. Ma sta a te decidere.




http://larinascitaitalica.com/robert-jhonson-intervista-armando-siri/