L'apoteosi della Troika: in Grecia torna il baratto

Atene: 50% di negozi chiusi, bambini dati in adozione per indigenza, ospedali che non forniscono più nè sangue nè medicinali se non a pagamento. Il peggio? No, non è ancora stato raggiunto, perché nell’escalation del momento, dopo aver messo in vendita (e senza risultati apprezzabili) infrastrutture e pezzi della nazione, tra cui isole meravigliose, Atene adesso è costretta al salto temporale, a tornare a quel medioevo che con ogni probabilità non h conosciuto mai nemmeno nel suo passato più buio. Abituata ai fasti dignitosi che la vogliono culla del pensiero e della logica occidentale moderna, la Grecia adesso deve fare i conti con la povertà di una nazione costretta al baratto per i 2/3 degli stipendi.
Quando ci sono e quando vengono pagati. Con i ritardi del caso , che vanno anche a 12 mesi. Praticamente un anno in attesa di qualcosa che non va oltre i 200 euro. E ancora grazie che ci sono. Il resto (sempre se c’è…) pagato in natura. Letteralmente. In altre parole: buoni sconto, buoni pasto, buoni insomma per tutto, tranne che per avere una vita normale. Parallelismo interessante se si pensa che questa abitudine (forse con percentuali non così estreme) sta prendendo piede anche da noi. E l’Italia ha sempre avuto grandi parallelismi con la Grecia . Ma non come in passato (se Atene brillava nella filosofia, Roma era maestra del diritto), ma per il presente. Se non, come pare, anche con il futuro.
E su questo substrato di civiltà, in Grecia fiorisce il fenomeno di Alba Dorata, il partito di estrema destra xenofobo che si appoggia all’alibi morale di sfamare la gente. Purchè greca e con una “denominazione d’origine dimostrabile”. Come (Swiss: CADN.SW - notizie) al supermercato.
Continuiamo? Ne quadro di degradazione greca, tredicesima e quattordicesima sono ormai dimenticate da tempo. Mentre noi ci stiamo facendo comodamente l’abitudine. Ma la cosa più “divertente” è la forma dei contratti: part time e in nome della flessibilità più estrema, ovvero quella che ti fa lavorare un mese, per nemmeno 2 euro l’ora. Così mentre in Cina, gli oprerai simbolo dello sfruttamento, lottano (e vincono) per i diritti negati, nella “civilissima” Europa, la Troika compie il suo lavoro. Anzi, il suo capolavoro.
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