sabato 6 settembre 2014

"IL MONDO INTERO SARA'UNO STATO ISLAMICO"


Bosnia, arrestato imam salafita Bosnic, aveva predicato anche a Bergamo nei locali della sala Curò, concessi dal Comune

Arrestato in Bosnia dalla polizia serba Bilal Bosnic, l’imam salafita che aveva visitato anche diverse città del Nord Italia, tra cui Bergamo (ospite del gruppo Islamsko Dzemat che otteneva in concessione locali del Comune per le sue attività) Cremona e Pordenone.
Fermato insieme ad altri 15, è accusato di aver finanziato e reclutato giovani bosniaci per combattere al fianco dei gruppi jihadisti, vicini all’Isis, in Siria contro il nemico degli Usa e di Israele Assad e in Iraq a fianco del Califfo Al Baghdadi, addestrato dal Mossad.
L'islamico sunnita wahabita (Movimento fondamentalista e “farisaico”, profondamente legato alle Case reali di Arabia Saudita e Qatar, da sempre alleate degli USA, NdR) dichiarava a proposito del nostro Paese prima del suo arresto che, non essendo avvenuto in Italia, speriamo coincida con il suo ultimo soggiorno da noi:


D - Cosa la porta in Italia e in Europa con la parola di Allah?
«Il mio dovere è insegnare alle persone e ai fratelli islamici quella parola. L’Islam è pronto per chiunque, in Italia, in Egitto, ovunque...».
D - Esistono Imam che parlano con contenuti diversi dai suoi. Come spiega certe differenze?
«Ci sono differenze nel mondo islamico. La maggior parte dei musulmani seguono alcuni maddhabs (o studi giuridico religiosi). Ma non capiscono che quei maddhabs sono fatti dagli uomini, non da Allah. Qualche movimento interpreta quindi l’Islam come vuole. Qualcuno è d’accordo con il servire re e politici, ma allora per quanto mi riguarda non è più musulmano. Il mio ruolo è quello di riportare i musulmani al Corano, ad Allah. Questa è una delle principali differenze nel mondo-Islam. Ci sono poi musulmani che non sono salafiti e ci sono quelli come me, salafiti, che vogliono seguire solo Allah e la Sunnah».
D- Lei è stato ospite di più gruppi in Italia, almeno in tre città del Nord. Ha incontrato molte persone durante i suoi sermoni?
«Centinaia. Secondo me sono veri seguaci».
D - Conosceva Ismar Mesinovic (imbianchino bosniaco, 36 anni, che viveva in Veneto)?
«Si. È partito dal Nord Italia per andare in Siria a combattere, dove è stato ucciso».
D - E lei crede sia la storia giusta per un seguace?
«So che combattere era il suo dovere come musulmano. Ogni musulmano deve sostenere la jihad come può: insegnando, lottando o finanziando...Lui l’ha fatto lottando».
D - Ritiene che in Italia ci siano persone pronte a partire per combattere, oppure pronte a predicare e finanziare?
«Ce ne sono».
D - Quante e quali?
«Non posso rispondere».
D - Anche italiani convertiti?
«Di certo. Nella maggior parte dei casi i convertiti all’Islam sono seguaci migliori di chi ha ereditato l’Islam dalla sua famiglia».
D- Crede di tornare in Italia, a far proseliti?
«Spero di sì. Inshallah».

E in un'altra intervista: "Noi musulmani crediamo che un giorno il mondo intero sarà uno Stato islamico. Anche il Vaticano sarà musulmano. Forse io non riuscirò a vederlo, ma quel momento arriverà, così è scritto. E' questo che spiego ai ragazzi".




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