LA MENTE ATROFIZZATA


Osserva ulteriormente come la mente svela la sua “stupidità”, se così si può chiamare.
Guarda come soffre un tifoso se la squadra della sua disciplina perde, guarda come gioisce se vince.
Che tristezza prova un giocatore che perde, come gioisce se vince.
Osserva come un religioso esulta se vince in formula uno con la sua macchina del “cuore”, fa suonare le campane a distesa, pari, se non superiore, ad una festività religiosa.
Un giudice che non condanna uno stupro perché la donna nel momento dell’aggressione indossava jeans e per questo motivo doveva essere conseziente.
Così un giudice donna condanna lo stupratore alla castrazione.
Un altro giudice giudica una donna non stuprata solo perché non più vergine.
Una mente si addestra a piangere alla vista di un congiunto morto.
Un’altra ad esultare di fronte alla morte di uno ritenuto nemico.
Un altro esulta se la giornata è soleggiata, si rattrista se la giornata è uggiosa.
Chi si rallegra e si emoziona se gli si dice ti amo, si rattrista se gli si dice ti odio.
Si può andare avanti all’infinito ma si peccherebbe nel pensare che l’elenco sia per eccesso. Quando la mente arriva ad “insultarsi” riesce a far “tenerezza” ai più.

Il condizionamento, da qualsiasi lato si prende, riesce sempre a comandare lui e nella stragrande maggioranza degli individui, pur occupando l’intera esistenza, ne fanno uso all’occorrenza per brevi lassi di tempo.
In questo caso la mente non è totalmente atrofizzata e molte volte il condizionamento svanisce lasciando il posto al menefreghismo (optare per una filosofia e non parlarne più si finisce per dimenticarla).

Quello che non può succedere alla mente degli istruttori delle ideologie come filosofie, scienze, religioni, politiche.
Costoro hanno atrofizzato la mente su quei quattro punti che a loro dire sono i cardini portanti
dell’illusorio e non fanno altro che mandare su e giù la loro mente, guidata dal pensiero a fare milioni di passaggi, per tema che ci possa essere una pausa, (le fitte riunioni di aggiornamento). L’energia mentale in questi casi si atrofizza, resta scaricata come su di un binario morto dove la mente diventa sterile, incapace di partorire altre idee, oltre quelle, che pur non essendo partorite dalle loro menti, ne sono abilissimi detentori.

Le menti, così incancrenite difendono a spada tratta le ideologie in esse contenute, sono operose solo nel mettere molto impegno nel rigettare segnali che possono eventualmente arrivare da altre menti, molte volte anche esse incancrenite.
Una mente incancrenita su di una ideologia, rifiuta con veemenza spasmodica anche l’ovvio, il confronto, il parallelismo e quant’altro possa mettere in discussione ciò che le loro menti contengono. Si avranno denunce per offese alla lesa maestà, denunce per vilipendio, denunce per risarcimento, e tutto ciò di più torvo che la società mette loro a disposizione.

La collettività nel salvaguardare se stessa, per timori di essere attaccata a sua volta da menti incancrenite, ha elargito il buonismo (anch’esso incancrenito) dicendo, e agevolando pari diritti come: libertà di culto, libertà di pensiero, la plurietnia, la pari dignità, i pari diritti, la legge è uguale per tutti, etc.

Queste regole, la collettività se le impone, non per fare favori a terzi, ma per mettersi a riparo da menti libere, di fatto mantenendo sfaldate le menti su binari morti, assicurandosi così che l’incancrenimento avvenga sicuramente.
La mente mostra in toto il suo lato debole, quando gioca a nascondino, asserendo che in tempi di carestia si è belli e in salute quando si è grassi, per contro dice, che si è belli in tempi di grascia, solo se si è magri.

La mente si vergogna, in tempi di magra o carestia, di andare in giro con vesti sdrucite, logore o rattoppate, mentre in tempi di abbondanza mostra con orgoglio un vestiario sdrucito, logoro e con le toppe (tutto fatto per l’occorrenza).
Se un individuo va in giro lividoso di percosse, prese da mogli, mariti o semplicemente da chi non la pensava come lui, a chi gli domanda cosa gli sia successo, cerca di coprire il vero motivo,

cioè l’atrofizzazione delle sue idee, dichiarando che è caduto dalle scale o qualcos’altro.
Se la mente non contiene idee atrofizzate, non contiene contrasti, se non contiene contrasti non ha di che scontrarsi.
La mente atrofizzata, e incancrenita, è rivolta sempre al pietismo, ed è da qui che scaturiscono le storie, le pietà popolari, le biografie.

Un esempio, viene bene, citando il detto di un filosofo contro le ideologie religiose: «Le religioni sono l’oppio dei popoli»; la risposta la riceve dal vecchio adagio, “il bue disse cornuto all’asino”. Il filosofo non si era reso conto che le idee che andava a combattere erano incancrenite pari pari alle sue.

Se leggendo possa toccare un certo risentimento mentale è evidente che è arrivato il momento di togliere le idee depositate su quel binario morto e cominciarle a liberare per non esserne più schiavo, e non si rischierà “l’incancrenimento” delle stesse.
A questo punto si è ancora in tempo per non soffrire inutilmente.

Ecco che cosa è la mente.
Se è libera ha l’unione cosmica, se è ferma anche su una sola, e semplice cosa (il verde nel mondo) è legata alla materia.

La mente si atrofizza quanto crede e si mette a confronto, spende intere vite a scoprire cosa succederà fra secoli, o cosa sia successo milioni di anni fa.
Vuole ricostruire, scoprire, capire, trarre conclusioni, non si rende conto che non gli serve a nulla.

Cosa rende concepibile la stupidità della mente?
La continua fatica che compie, per conoscere ciò che non gli servirà, né ora, né mai, ma pur sapendolo, continua.

Tratto da


LA MENTE SCOPRE SE' STESSA

http://altrarealta.blogspot.it/

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