sabato 22 dicembre 2018

I RICCHI DI STATO – il problema censurato


La fine delle speranze nel contratto giallo-verde (il cui scopo non poteva essere che uno l’uscita dall’euro – ma i grillini non l’hanno voluto): torna a porre in primo piano il problema elementare e fondamentale – e assolutamente taciuto – della vita sociale e politica italiana: la guerra di “quelli che dallo Stato prendono” contro “quelli che allo Stato, i soldi li danno”. Pongo appositamente la questione nella sua rozza brutalità.
Si tratta di due mondi separati: quelli che allo Stato i soldi “li danno”, sono condannati al precariato, lottano per lavori da mille euro al mese, hanno pensioni da 600, sperano in sussidi di 780. Quelli che i soldi allo Stato “li prendono”, vanno sui 7 mila euro mensili (a cominciare dai fattorini del Parlamento) sicuri e fissi e garantiti senza pericolo di licenziamento; sono i magistrati che “prendono” (non dico “guadagnano”) in media , comprese le «indennità fisse e accessorie», 142.554 euro annui. Ossia quasi 5 volte lo stipendio medio di un professore; 3,5 volte quello di un dipendente di un ente di ricerca e 3,3 quella di un docente universitario. E per giunta, inamovibili, insindacabili e totalmente irresponsabili verso la comunità nazionale, arrivano tutti con la carriera automatica allo stipendio di Cassazione. Sono i giornalisti RAI cui paghiamo stipendi mostruosi, tanto che la corrispondente dagli USA “prende” (non dico “guadagna”) quasi quanto il presidente Usa. Sono i funzionari di Regione Sicilia arricchiti, i deputati della Sicilia che prendono più dei parlamentari nazionali (che già prendono più di ogni altro parlamentare in Europa) e nello stesso tempo lasciano la loro popolazione in miseria e dipendente da aiuti pubblici, e “non sono capaci” (non vogliono) spendere i fondi europei di cui la Sicilia dispone, e sono più di 4 miliardi di euro. Sono i funzionari ministeriali che vengono premiati con 21 milioni perché “aiutano”, bontà loro, a scrivere la manovra, per cui sono già pagati.
Cosa occorre di più che siamo sotto il tallone schiacciante di una oligarchia spoliatrice, insindacabile perché ha occupato la “legalità”, che estrae da un popolo che ha impoverito, stipendi da ricchi? Senza contropartita, perché questa oligarchia non si sente obbligata nemmeno a collaborare per far aumentare i redditi dei produttori, dai quali estrae i suoi ricchissimi emolumenti. Anzi in generale , inceppa i produttori come sospetti di “evasione fiscale”, ossia come sospetti di sottrarre qualche briciola al monte dei loro stipendi milionari. Occhiuti persecutori, vogliono che le loro vittime documentino ogni spesa , chi hanno dato a chi, quanti soldi hanno in banca… Ma nello stesso tempo, non pagano i fornitori privati a cui devono ormai centinaia di miliardi, obblgandoli ad indebitarsi per avere i capitali operativi, che lo Stao gli deve:

https://www.panorama.it/economia/ritardi-nei-pagamenti-ecco-quanto-lo-stato-deve-alle-imprese/

https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-11-28/pagamenti-pa-maglia-nera-ritardo-due-e-intenzionale–080928.shtml?uuid=AEHpHioG

li lasciano fallire e suicidarsi; lasciano senza casa da anni i terremotati del centro-Italia.

http://www.lanotiziagiornale.it/otto-suicidi-in-un-anno-e-mezzo-ecco-laltro-terremoto-in-centro-italia-dopo-le-scosse-uccide-la-solitudine/

Sono tutto pro-negri e pro-immigrazione, ne vogliono portare fra noi 250 mila all’anno, e intanto lasciano che 250 mila giovani laureati italiani ogni anno debbano emigrare: la cosa non colpisce le loro coscienze callose e incallite come tragedia nazionale.
Già sarebbe stata una riforma essenziale se il “governo del cambiamento” avessero varato una norma che lega gli aumenti degli stipendi pubblici, diciamo sopra i 4 mila euro mensili, alla crescita del Pil; quando il Pil decresce, decrescano gli stipendi dei Mattarella, delle Botteri e Berlinguer, dei procuratori – persecutori, dei ministeriali scendono. Sarebbe stato il modo, almeno, di interessare questi privilegiati al destino del Paese, a sentirsene finalmente parte e corresponsabile. Iventare almeno un po’ come gli statali spagnoli, efficaci ed efficienti per patriottismo, che coi fondi europei hanno rimodernato il Paese.
Macchè: E’avvenuto, mi dicono, il contrario. I “rivoluzionari “grillini e leghisti, hanno subito cominciato a pensare e sentire da oligarchi, appena arrivati a Roma assediata dalla rumenta ma piena di terrazze ed attici di lusso di ricchi di Stato, sono stati subito assorbiti nelle feste cafonali immortalate da Dagospia e dal film “la Grande Bellezza”., dove improduttivi ricchissimi (di soldi pubblici filosofeggiano sul nulla in divani doviziosi). Mi dicono che molto della disfatta del progetto Italexit è dovuto a questo assorbimento ed azione corruttrice dei “ricchi di Stato” nelle loro festone aum-aum, nelle loro adulazioni e dolce vita, dei “barbari” sovranisti. Del reso anche i “barbari” quando prendono 15 mila euro mensili, rapidamente cominciano a pensare da oligarchi ripieni di denaro pubblico e a diventare parte dell’Ancien Régime alla corte di Versailles. Ho assistito personalmente a questa metamorfosi quando, per varie circostanze, avevo conosciuto la Pivetti. Immediatamente assorbita ed adulata e cucinata nei centri del potere oligarchico, si era sentita una specie di imperatrice Teodora – per finire poi nel nulla come un biglietto del tram spiegazzato da Violante e Scalfari, che l’avevano usata per le loro trame anti-berlusconiane. Un nulla beninteso che meritava pienamente, perché – questo è il punto – quando si è nullità intellettuali e morali, non si sa resistere alle tentazioni delle dorature di cui il potere oligarchico è geneoso per qualche tempo (tanto, paghiamo noi che i soldi “li diamo”), e nemmeno capire che sono dei trucchi corruttori. La Boldrini, Fico, hanno subito la stessa metamorfosi. Mi dicono lo stesso di Foa, lo svizzero abbagliato e sedotto e neutralizzato dagli inviti dei salottini cafonali romaneschi, e di Salvini.
Ma i grillini hanno la responsabilità peggiore del fallimento del progetto, e di quel che succederà. Come ho detto e ripetuto, invece di capire che hanno portato il Sud povero ed assistito (povero perché assistito) nel CLN per la liberazione dall’Euro, hanno avanzato il loro programma ecologista-straccione di decrescita e assistenzialismo. Con ciò, hanno messo a nudo e riaperto la frattura che il progetto eurexit aveva chiuso: quella fra Sud e Nord produttivo, due mondi estranei, due Italie. Nella misura in cui il Meridione è assistito, ossia i soldi dallo Stato “li prende” (briciole per le masse, speranze di prenderne con Reddito di Cittadinanza) si è comportato come volevano gli oligarchi che dallo Stato prendono milioni. Il loro primo ministro Conte, i loro parlamentari, i loro ministri sono lo strumento di Mattarella e della “più Europa”; hanno accettato di asservirci come esigono gi oligarchi inadempienti e “milionari di Stato”
Ovviamente l’effetto quasi immediato è stata il ritorno in primo piano dell’ “autonomia” di spesa delle Regioni del Nord. Che piaccia o no, lì ci sono quelli che soldi allo Stato “li danno”, e non possono condividere nulla della scelta di decrescita del 5Stelle, sapendo che essa toglierebbe anche i mezzi per cui il Meridione viene assistito. La tragedia è che i meridionali non riconoscano questa dipendenza; già le loro centrali, le Regioni corrotte come la Sicilia, che godono della più scandalosa autonomia di spesa e di scelte politiche rovinose e corruttrici (pagata però a pié di lista dallo Stato ossia dai contribuenti, ossia in definitiva dal Nord) già strillano contro le pretese di autonomia del Veneto e della Lombardia, sapendo (ma non dicendolo) che da lì vengono i soldi loro.
I grillini, che sono maggioranza al governo, dovrebbero rispondere mettendo fine alla “autonomia” sprecona e corrotta della Sicilia: la sua classe dirigente non la merita, ha dimostrato di non saperla gestire. Sarà meglio governata dal Centro dello Stato – dove se non altro ci devono essere tecnici che sanno come spendere i 4 miliardi di fondi europei. Allora avrebbero la legittimità per negare, o controllare, l’autonomia del Veneto.
Ovviamente, questo è un inizio di secessione – il Nord gravita sempre più verso il sistema produttivo tedesco di cui è già parte, il Sud si è abbandonato alla “decrescita felice” ecologista e frumentaria, ma vuole essere finanziato. E ne ha tutti i mezzi di oppressione e spoliazione per continuare a farsi mantenere (nella miseria), perché i mezzi, sono quelli dell’oligarchia che dallo Stato “prende” miliardi, non il reddito di cittadinanza: la “giustizia”, la “leglità”, i Carabinieri, la Corte Costtituzionle, EUrogendfor…più Europa.
Questa sarà la guerra civile prossima ventura.
Maurizio Blondet 22 dicembre 2018
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