L’attacco di Farage: “Conte non fa gli interessi italiani, scelta sbagliata di Lega e M5s”

L’attacco di Farage: “Conte non fa gli interessi italiani, scelta sbagliata di Lega e M5s”



L’attacco di Farage: “Conte non fa gli interessi italiani, scelta sbagliata di Lega e M5s”


Volano stracci tra Nigel Farage e il Movimento cinque stelle. 

Il leader del Brexit Party ha duramente criticato il premier Giuseppe Conte, reo di “essere incredibilmente il primo ministro più pro-Unione europea di tutti” e di aver abbandonato l’orientamento euroscettico che da lui ci si aspettava. Il nemico politico numero uno dell’Unione europea si è quindi detto convinto che “il primo ministro italiano non faccia nulla per difendere gli interessi nazionali del suo Paese e faccia solo quello che gli dicono a Bruxelles”

Il fondatore e leader della formazione anti-Ue, nel corso di un’intervista ad Affari italiani, ha detto che indicare Conte alla guida del Governo italiano “è stata una scelta sbagliata” dell’alleanza gialloverde, dal momento che “non sta rappresentando gli elettori che hanno portato il M5S e la Lega al Governo”.
M5s: "Gli italiani lo amano"
Una critica che non è piaciuta per niente al Movimento cinque stelle, che ha prontamente invitato l’europarlamentare a recarsi in vacanza in Italia. “Così si renderà conto di persona di quanto sia amato il nostro presidente del Consiglio”, ha detto Tiziana Beghin, capodelegazione dei pentastellati al Parlamento europeo. “Farage ha passato troppo tempo in Gran Bretagna a occuparsi del lungo e ancora incerto processo della Brexit - controbatte la pentastellata - e forse è poco informato su quanto stia facendo il premier italiano per il nostro Paese”. Dalla Lega, invece, non sono arrivate reazioni alle parole del politico inglese, ormai più vicino a Matteo Salvini che agli eurodeputati dei Cinque stelle.
La rottura nel gruppo a Strasburgo
Il clima tra M5s e Farage si è surriscaldato da quando i pentastellati hanno deciso di abbandonare l’alleanza europea che aveva dato vita al gruppo Efdd a Strasburgo. Proprio nella sede francese del Parlamento europeo è andato in scena un episodio che segna la distanza di vedute tra i due ex compagni di gruppo. Questa mattina, durante la cerimonia di apertura della nona legislatura europea, è stato suonato dal vivo l’Inno alla gioia in emiciclo. Mentre gran parte dell’Aula si è alzata in piedi ad ascoltare l’inno dell’Ue, i parlamentari del Brexit Party hanno mostrato le spalle al resto del Parlamento, come già avevano fatto quelli dell'Ukip, il vecchio partito di farage, all'inaugurazione della scorsa legislatura. “L'ho trovata una mossa offensiva e banale”, ha commentato su Facebook Rosa D’Amato del M5s. “Dietro l'inno Ue ci sono milioni di persone che si riconoscono in un'ideale di pace, di libertà e di progresso sociale”, ha scritto l’europarlamentare, irritata per il gesto degli inglesi.

fonte https://europa.today.it/attualita/farage-conte-scelta-sbagliata.html
https://alfredodecclesia.blogspot.com/2019/07/lattacco-di-farage-conte-non-fa-gli.html?spref=fb&fbclid=IwAR16n4R3xdridgm4ihOjKr4tj2F9d2cjV7vxhZsL6iV1zPDaCVRV8EzimPA
http://altrarealta.blogspot.it/



Gli elettori italiani continuano ad essere presi in giro




Testo di Roberto Calderoli (3 luglio)



Elezione Sassoli va nella direzione opposta al voto degli italiani del 26 maggio. Per la serie: cambiare tutto per non cambiare niente. I cittadini italiani cinque settimane fa hanno votato chiaramente per cambiare l’Europa mandando un segnale molto esplicito, dando il 34% dei consensi alla Lega, premiando il buon Governo che stiamo assicurando a livello nazionale, sotto il profilo della sicurezza e sotto il profilo dei dati economici. E gli europarlamentari cosa fanno?
Si accordano per votare come proprio presidente un esponente del PD, David Sassoli, ovvero l’esponente di un partito che il voto degli italiani ha dimezzato nell’ultima tornata elettorale. In democrazia il voto degli elettori dovrebbe essere sempre decisivo, sempre, ma forse a Bruxelles faticano a comprenderlo. Così abbiamo il paradosso elettorale che i cittadini italiani hanno dimezzato i voti al PD e gli europarlamentari che non vogliono cambiare nulla hanno eletto presidente del Parlamento Europeo un esponente del PD, andando esattamente nella direzione opposta a quella indicata dal popolo italiano.

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