L'ATROCITA' DELLE FOIBE
Le Foibe sono state un episodio atroce. Con le mani legate dietro la schiena col fil di ferro, spesso dopo sevizie di giorni, migliaia di creature umane sono state gettate in voragini spaventose: quanti hanno avuto la fortuna di morire sul colpo? Quanti hanno agonizzato giorni, con le ferite, le fratture esposte, la gangrena che mangiava gli arti?
Aspetto che la commemorazione sia passata per parlarne in modo da avere sott’occhio anche la reazione delle cosiddette “sinistre”. Quest’anno sono state particolarmente feroci. L’Ampi ha fatto sentire la sua voce fatta da gente che ha applicato il detto reduci si nasce, vista l’età, e durante la commemorazione al sacrario di Basovizza , quando Maurizio Gasparri ha preso la parola, la delegazione del Partito Democratico se ne è andata in dissenso.
Molti continuano a di minimizzare la tragedia, o spiegarla come vendetta delle atrocità nazi-
fasciste. Una nazione civile non fa vendette, non torce un capello agli innocenti, ai civili, alle donne, ai bambini che furono infoibati spesso dopo aver subito sevizie atroci e sadiche. Oltre agli italiani furono infoibati anche altre minoranze, di lingua romena e ungherese, i Cicci, i Morlacchi e i Valacchi.
Come non mi sono mai stancata di dire esiste nell’uomo una possibilità illimitata di ferocia, e dove le circostanze lo permettano questa ferocia si scatena. Le Foibe sono state un episodio particolarmente atroce, per il sadismo, per l’assoluta innocenza della stragrande maggioranza delle vittime, dato che i colpevoli se ne erano andati, ovviamente, perché è stato particolarmente atroce che sia stato eseguito da ex vicini di casa. Perché una
parte dell’agore politico italiano non vuole questo ricordo? Perché ci sono elementi che si potrebbero anche definire vergognosi.
Le Foibe furono ferocia pura e ferocia gratuita, eppure nel 1956 una legge dello Stato italiano
riconobbe la militanza nell’esercito jugoslavo come se fosse stata una militanza nell’esercito
italiano. Abbiamo quindi cominciato a pagare migliaia di pensioni di guerra agli aguzzini delle Foibe. Uomini che dopo aver legato col filo spinato donne e bambini li hanno buttati nelle Foibe, hanno ricevuto la pensione dallo Stato italiano. Anche calcolando che l’Italia di Mussolini ha compiuto una guerra di aggressione, tutto questo non ha nessun senso, se cercate queste notizie sul
web ne troverete in abbondanza per le numerose interrogazioni parlamentari. L’altro punto un po’ spinoso della nostra storia è l’amicizia tra Pertini, Presidente della Repubblica italiana e il maresciallo Tito. Tito è stato un dittatore violento, che ordinò le Foibe per gli italiani e terrificanti campi di concentramento per gli oppositori politici, in parte anticomunisti, in parte, la maggioranza,
comunisti di una corrente diversa. Il suo campo di concentramento più atroce si chiamava Goli Otok, posto su un’isola maledetta, l’isola dei dannati, l’isola Calva. Le torture erano inimmaginabili lo “stroj” il tunnel umano di picchiatori in cui doveva passare chiunque giungesse al lager, e la
tortura del palo: appesi con le braccia legate col fil di ferro. Il fil di ferro in Iugoslava piaceva
molto: è anche quello con cui erano legate le braccia degli infoibati spesso torturati prima di essere buttati. Tra i detenuti dell’isola calva c’era Licurgo Olivi, esponente del Cnl di Gorizia. Raccontò che quando Palmiro Togliatti nel Quarantasei venne a visitare il carcere di Ozna a Lubiana i
prigionieri italiani furono rinchiusi nelle cantine così che Palmiro Togliatti potesse serenamente raccontare che non ce n’erano. Il maresciallo Tito è stato insignito della più alta onorificenza dalla Repubblica italiana Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica italiana. Capisco che Tito fosse un alleato utile, ma perché insignirlo di un titolo onorifico? Anche questo non ha nessun senso I Pertini, i
Togliatti, e infiniti altri hanno sempre avuto la bizzarra tendenza a considerare i morti ammazzati dal comunismo come oleogrammi, ombre su un muro, figurine; hanno sempre avuto la infantile e un po’ scema tendenza a considerare il comunismo qualcosa di epico e di giusto, un sogno talmente
grande da far scomparire nella sua ombra poche decine di milioni di morti, e la ferocia del loro assassinio.
L’altro elemento che noi non vogliamo dimenticare e che la sinistra preferirebbe non fosse
ricordato, è l’ accoglienza che fu riservata ai profughi che, loro sì, scappavano da atrocità
inenarrabili. Si indica col nome “treno della vergogna” il convoglio ferroviario che nel 1947
trasportò ad Ancona gli esuli da Pola. Offensivamente definito “treno dei fascisti” fu bersagliato da
aggressioni. Il 18 febbraio, stipati in un treno merci, i profughi arrivarono a Bologna dove la
Pontificia Opera di Assistenza e la Croce Rossa italiana avevano preparato pasti caldi soprattutto
per bambini e anziani, il martedì diciotto febbraio del Quarantasette fu diramato l’avviso: se profughi si fermano per mangiare lo sciopero bloccherà la stazione. Il treno fu preso a sassate, un
treno pieno di gente terrorizzata e disperata, con alle spalle strocità inimmaginabili, ed altri
buttarono il latte, destinato ai bimbi affamati e disidratati, sulle rotaie e le vettovaglie nella
spazzatura. Per evitare lo sciopero, furono calate le braghe e il treno raggiunse Parma dove si cercò di mettere insieme qualche altro soccorso. Il film “Rosso Istria” ha da poco ricostruito la tragedia di
Norma Cossetto . Di Norma Cossetto conosciamo il nome, ma sicuramente il suo episodio non fu isolato. Neanche la dittatura più atroce merita chei suoi sgherri, i suoi veri e autentici sgherri, non
abbiano un processo. Nessuna dittatura merita che vengano colpiti innocenti, che ci siano esecuzioni atroci, che ci siano omicidi di massa: quando questo succede vuol dire che siamo di fronte a un’altra dittatura non meno ignobile della prima. Gli uomini hanno una forza maggiore delle donne. Un uomo armato che usa la sua forza maggiore per torturare una donna ha perso la sua umanità, se gli uomini si mettono in un gruppo tre, quattro, cinque, sei uomini per torturare una
donna, per profanare la sua umanità, per profanare la sua femminilità questi uomini hanno perso il diritto a essere considerate creature umane. A scanso di equivoci vorrei chiarire che considero le Foibe un ennesimo esempio di cosa possa essere la ferocia comunista, ma lo considero anche
un’ulteriore prova dell’assoluta imperdonabile idiozia del fascismo. L’essere umano ha delle
potenzialità di ferocia inaudite, quindi Mussolini scaraventando il popolo italiano, che in fondo disprezzava profondamente, in una guerra folle e ingiusta, si è reso il primo movente di tutti i crimini, gli ebrei Italiani consegnati ai tedeschi, i crimini che noi abbiamo perpetrato in Etiopia, allo spaccare le reni alla Grecia, che si stava facendo gli affari suoi, ma anche ai crimini dei partigiani rossi, anche delle Foibe, anche delle “marocchinate”, le donne abusate in maniera atroce dai marocchini al seguito dei francesi .
Chi destabilizza un sistema di rende responsabili di tutto quello che segue. La
memoria del passato è fondamentale quindi ricordiamo Auschwitz e come è sucesso e ricordiamo le Foibe. E oltre alle Foibe ricordiamo anche come si è cercato di cancellarle, come si è cercato di
seppellire per una seconda volta quei poveri morti.
Nel ricordare questi morti
Mons. Antonio Santin, Arcivescovo di Trieste-Capodistria, nel 1959
invocò il De profundis, De Profundis clamavit e te Domine, non è possibile trovare parole più
perfette per descrivere la voce che sicuramente si è alzata da quei poveri corpi ancora vivi.
Più semplice la Preghiera per gli infoibati, che la profuga istriana Edda Galimberti ha composto per loro.
Vergine Santa, Mamma Addolorata, quei morti ignoti, senza identità, senza diritti e senza
sepoltura, senza nessuno che si prende cura, di ridestar per loro la pietà, senza giustizia che non fu invocata, sono pur parte dell’eredità che ti lasciò Gesù là sul calvario, prima che avvolto nel sudario ti fosse posto e la sua Umanità dentro una tomba fosse sigillata. Non hanno tomba quei figlioli tuoi
buttati vivi dentro un precipizio! Risorgeranno nel giorno del giudizio, ma fino allora Mamma se vuoi, coloro la cui vita fu stroncata , trovino rifugio nel tuo dolce Cuore, e li conforti il tuo divino Amore.
Silvana de Mari
http://altrarealta.blogspot.it/
Aspetto che la commemorazione sia passata per parlarne in modo da avere sott’occhio anche la reazione delle cosiddette “sinistre”. Quest’anno sono state particolarmente feroci. L’Ampi ha fatto sentire la sua voce fatta da gente che ha applicato il detto reduci si nasce, vista l’età, e durante la commemorazione al sacrario di Basovizza , quando Maurizio Gasparri ha preso la parola, la delegazione del Partito Democratico se ne è andata in dissenso.
Molti continuano a di minimizzare la tragedia, o spiegarla come vendetta delle atrocità nazi-
fasciste. Una nazione civile non fa vendette, non torce un capello agli innocenti, ai civili, alle donne, ai bambini che furono infoibati spesso dopo aver subito sevizie atroci e sadiche. Oltre agli italiani furono infoibati anche altre minoranze, di lingua romena e ungherese, i Cicci, i Morlacchi e i Valacchi.
Come non mi sono mai stancata di dire esiste nell’uomo una possibilità illimitata di ferocia, e dove le circostanze lo permettano questa ferocia si scatena. Le Foibe sono state un episodio particolarmente atroce, per il sadismo, per l’assoluta innocenza della stragrande maggioranza delle vittime, dato che i colpevoli se ne erano andati, ovviamente, perché è stato particolarmente atroce che sia stato eseguito da ex vicini di casa. Perché una
parte dell’agore politico italiano non vuole questo ricordo? Perché ci sono elementi che si potrebbero anche definire vergognosi.
Le Foibe furono ferocia pura e ferocia gratuita, eppure nel 1956 una legge dello Stato italiano
riconobbe la militanza nell’esercito jugoslavo come se fosse stata una militanza nell’esercito
italiano. Abbiamo quindi cominciato a pagare migliaia di pensioni di guerra agli aguzzini delle Foibe. Uomini che dopo aver legato col filo spinato donne e bambini li hanno buttati nelle Foibe, hanno ricevuto la pensione dallo Stato italiano. Anche calcolando che l’Italia di Mussolini ha compiuto una guerra di aggressione, tutto questo non ha nessun senso, se cercate queste notizie sul
web ne troverete in abbondanza per le numerose interrogazioni parlamentari. L’altro punto un po’ spinoso della nostra storia è l’amicizia tra Pertini, Presidente della Repubblica italiana e il maresciallo Tito. Tito è stato un dittatore violento, che ordinò le Foibe per gli italiani e terrificanti campi di concentramento per gli oppositori politici, in parte anticomunisti, in parte, la maggioranza,
comunisti di una corrente diversa. Il suo campo di concentramento più atroce si chiamava Goli Otok, posto su un’isola maledetta, l’isola dei dannati, l’isola Calva. Le torture erano inimmaginabili lo “stroj” il tunnel umano di picchiatori in cui doveva passare chiunque giungesse al lager, e la
tortura del palo: appesi con le braccia legate col fil di ferro. Il fil di ferro in Iugoslava piaceva
molto: è anche quello con cui erano legate le braccia degli infoibati spesso torturati prima di essere buttati. Tra i detenuti dell’isola calva c’era Licurgo Olivi, esponente del Cnl di Gorizia. Raccontò che quando Palmiro Togliatti nel Quarantasei venne a visitare il carcere di Ozna a Lubiana i
prigionieri italiani furono rinchiusi nelle cantine così che Palmiro Togliatti potesse serenamente raccontare che non ce n’erano. Il maresciallo Tito è stato insignito della più alta onorificenza dalla Repubblica italiana Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica italiana. Capisco che Tito fosse un alleato utile, ma perché insignirlo di un titolo onorifico? Anche questo non ha nessun senso I Pertini, i
Togliatti, e infiniti altri hanno sempre avuto la bizzarra tendenza a considerare i morti ammazzati dal comunismo come oleogrammi, ombre su un muro, figurine; hanno sempre avuto la infantile e un po’ scema tendenza a considerare il comunismo qualcosa di epico e di giusto, un sogno talmente
grande da far scomparire nella sua ombra poche decine di milioni di morti, e la ferocia del loro assassinio.
L’altro elemento che noi non vogliamo dimenticare e che la sinistra preferirebbe non fosse
ricordato, è l’ accoglienza che fu riservata ai profughi che, loro sì, scappavano da atrocità
inenarrabili. Si indica col nome “treno della vergogna” il convoglio ferroviario che nel 1947
trasportò ad Ancona gli esuli da Pola. Offensivamente definito “treno dei fascisti” fu bersagliato da
aggressioni. Il 18 febbraio, stipati in un treno merci, i profughi arrivarono a Bologna dove la
Pontificia Opera di Assistenza e la Croce Rossa italiana avevano preparato pasti caldi soprattutto
per bambini e anziani, il martedì diciotto febbraio del Quarantasette fu diramato l’avviso: se profughi si fermano per mangiare lo sciopero bloccherà la stazione. Il treno fu preso a sassate, un
treno pieno di gente terrorizzata e disperata, con alle spalle strocità inimmaginabili, ed altri
buttarono il latte, destinato ai bimbi affamati e disidratati, sulle rotaie e le vettovaglie nella
spazzatura. Per evitare lo sciopero, furono calate le braghe e il treno raggiunse Parma dove si cercò di mettere insieme qualche altro soccorso. Il film “Rosso Istria” ha da poco ricostruito la tragedia di
Norma Cossetto . Di Norma Cossetto conosciamo il nome, ma sicuramente il suo episodio non fu isolato. Neanche la dittatura più atroce merita chei suoi sgherri, i suoi veri e autentici sgherri, non
abbiano un processo. Nessuna dittatura merita che vengano colpiti innocenti, che ci siano esecuzioni atroci, che ci siano omicidi di massa: quando questo succede vuol dire che siamo di fronte a un’altra dittatura non meno ignobile della prima. Gli uomini hanno una forza maggiore delle donne. Un uomo armato che usa la sua forza maggiore per torturare una donna ha perso la sua umanità, se gli uomini si mettono in un gruppo tre, quattro, cinque, sei uomini per torturare una
donna, per profanare la sua umanità, per profanare la sua femminilità questi uomini hanno perso il diritto a essere considerate creature umane. A scanso di equivoci vorrei chiarire che considero le Foibe un ennesimo esempio di cosa possa essere la ferocia comunista, ma lo considero anche
un’ulteriore prova dell’assoluta imperdonabile idiozia del fascismo. L’essere umano ha delle
potenzialità di ferocia inaudite, quindi Mussolini scaraventando il popolo italiano, che in fondo disprezzava profondamente, in una guerra folle e ingiusta, si è reso il primo movente di tutti i crimini, gli ebrei Italiani consegnati ai tedeschi, i crimini che noi abbiamo perpetrato in Etiopia, allo spaccare le reni alla Grecia, che si stava facendo gli affari suoi, ma anche ai crimini dei partigiani rossi, anche delle Foibe, anche delle “marocchinate”, le donne abusate in maniera atroce dai marocchini al seguito dei francesi .
Chi destabilizza un sistema di rende responsabili di tutto quello che segue. La
memoria del passato è fondamentale quindi ricordiamo Auschwitz e come è sucesso e ricordiamo le Foibe. E oltre alle Foibe ricordiamo anche come si è cercato di cancellarle, come si è cercato di
seppellire per una seconda volta quei poveri morti.
Nel ricordare questi morti
Mons. Antonio Santin, Arcivescovo di Trieste-Capodistria, nel 1959
invocò il De profundis, De Profundis clamavit e te Domine, non è possibile trovare parole più
perfette per descrivere la voce che sicuramente si è alzata da quei poveri corpi ancora vivi.
Più semplice la Preghiera per gli infoibati, che la profuga istriana Edda Galimberti ha composto per loro.
Vergine Santa, Mamma Addolorata, quei morti ignoti, senza identità, senza diritti e senza
sepoltura, senza nessuno che si prende cura, di ridestar per loro la pietà, senza giustizia che non fu invocata, sono pur parte dell’eredità che ti lasciò Gesù là sul calvario, prima che avvolto nel sudario ti fosse posto e la sua Umanità dentro una tomba fosse sigillata. Non hanno tomba quei figlioli tuoi
buttati vivi dentro un precipizio! Risorgeranno nel giorno del giudizio, ma fino allora Mamma se vuoi, coloro la cui vita fu stroncata , trovino rifugio nel tuo dolce Cuore, e li conforti il tuo divino Amore.
Silvana de Mari
http://altrarealta.blogspot.it/
Come ritrovare sè stessi liberandosi dalle forze occulte che ci manipolano
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