Pestilenze e carestie



Pestilenze e carestie: probabilmente ben pochi di noi si aspettavano che il declino magmatico del sistema sarebbe stato accompagnato da stigmate così bibliche ancorché non derivanti né dalla natura né da qualche dio vendicativo, ma fabbricate appositamente dai gruppi di comando per tenersi abbarbicati al potere. Certo sulle pestilenze si può essere titubanti, nonostante le evidenze di pandemie annunciate e regolarmente verificatesi, addirittura nel giorno esatto previsto, come è accaduto per il vaiolo delle scimmie, nonostante un’assurda proibizione di cura, mai conosciuta prima dalla medicina, nonché il mistico appello a sostanza magiche, mai sperimentate prima che si sono rivelate pericolose e inutili, ma che che si vuole continuare ad imporre: tutte realtà che denunciano in ogni caso un dolo a prescindere da dove esso si collochi se all’inizio del racconto, ossia alla creazione stessa del virus o successivamente come occasione per tentare una dittatura a partire alla sanità o meglio dalla malattia. Per convincersi di questo, oltre alle innumerevoli evidenze, basterebbe ascoltare le parole del porciforme Schwab, capo del Wef il quale a una telecamera nascosta dichiara che loro, i super ricchi, tengono per le palle, politica, media e soprattutto i ricercatori e gli scienziati. Come dire che la pandemia non poteva che essere un successo. Ovviamente preparato nel tempo rendendo la popolazione occidentale sempre più intellettualmente misera ed emotivamente fragile.

Per questo c’è ancora qualcuno col covid di ritorno dopo una nutrita serie di punture e spesso di disturbi negati a se stessi, che dice ” chissà cosa mi sarebbe successo se non mi fossi vaccinato”. Così come certi animali si fingono morti per evitare di essere mangiati, questi si fingono babbei per non vedere cosa c’è intorno a loro, per non dover prendere parte. Ma quanto alle carestie non ci possono essere dubbi sulla loro origine volontaria: se si impedisce il commercio di un Paese come la Russia che produce il 40 per cento dei cereali del pianeta e il 25 per cento dei fertilizzanti ( 45 per cento se si include la Bielorussia) la carestia non solo è prevedibile, ma è assicurata. Quindi si è fatto di tutto per provocare un conflitto in modo da imporre sanzioni che con sicurezza matematica portano alla carenza di cibo o comunque a un aumento stratosferico di prezzo che di fatto in occidente si traduce in una carestia sociale. Il lucido intento è dimostrato ancor meglio dal tentativo di far credere che la carestia derivi dal fatto che le navi cariche di grano non possano salpare dai porti ucraini: a parte che è proprio Kiev a non volerlo in ogni caso la quantità di cereali non è tale da causare una carestia: la Russia ne esporta ogni anno il doppio e quest’anno di raccolto eccezionale potrebbe esportarne tre volte tanto. In aggiunta a questa carestia programmata c’è la perturbazione nella bilancia dei pagamenti dei paesi che devono importare queste merci perché l’ aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve ha causato un aumento dell’onere per i debitori esteri: il dilemma in molte aree povere del mondo è se pagare il debito ai banchieri o far mangiare la popolazione. È inconcepibile che le conseguenze delle sanzioni alla Russia non siano state prese in considerazione, perché l’economia globale è un sistema interconnesso in cui anche la più piccola perturbazione ha effetti notevolissimi: non è per nulla troppo audace pensare che quella che appare come una guerra tra Russia e Ucraina provocata dall’occidente è in realtà un fattore scatenante per ristrutturare l’economia mondiale e contrastare la nuova via della seta cinese. Che poi muoiano milioni o decine di milioni di persone questo non è un fatto che interessi molto ai filantropi americani. anzi costituisce in qualche modo un successo dei loro progetti maltusiani.

Naturalmente non tutto va secondo i piani perché questo tipo di ricatto ha aperto gli occhi a tutti e adesso il vero conflitto sottopelle è quello che si sta svolgendo per la creazione di una nuova economia che non veda più al centro dei commerci il Nord America e i debiti in dollari che sono l’eredità della politica commerciale neoliberista sponsorizzata dagli Stati Uniti e soggetta al protezionismo Usa e della zona euro. Tutto questo passerà necessariamente attraverso un moratoria del debito e una fine degli strumenti imperiali come Fmi e Banca mondiale: su questo non c’è alcun dubbio. L’unica cosa è comprendere come si svolgerà questo processo ormai incipiente: se ci sarà un collasso del sistema occidentale ormai rifiutato dai suoi stessi abitanti o se vi sarà un grande conflitto planetario.

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