MELONI CI LEGA ALL’UCRAINA PER 10 ANNI
MELONI CI LEGA ALL’UCRAINA PER 10 ANNI - Il testo. Intesa valida anche in caso di fine delle ostilità: se Mosca attacca, l’Italia si attiva in 24 ore. Zelensky: “Da voi troppi filo-Putin”
DI GIACOMO SALVINI
Un accordo di cooperazione nel campo della Sicurezza che legherà l’Italia e l’Ucraina per i prossimi dieci anni e imporrà a Roma di intervenire in sostegno di Kiev entro 24 ore in caso di nuovo attacco di Mosca e di continuare a fornire aiuti economici e militari al governo ucraino. Inoltre l’Italia si impegna per favorire il processo di ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea e nella Nato. Sono questi i punti centrali dell’accordo firmato sabato a Palazzo Mariinskij dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: ieri quest’ultimo ha ringraziato la premier spiegando però che ci sono “troppi filo-Putin in Italia e bisognerebbe levargli il visto. Stiamo preparando una lista di chi fa propaganda per Mosca”.
[...] In molti punti il testo è quasi identico agli accordi firmati nelle ultime settimane da Francia, Germania, Gran Bretagna e Canada.
L’accordo è formato da otto parti, oltre a un preambolo iniziale in cui si ribadisce la condanna dell’invasione Russa del 24 febbraio 2022. L’accordo è decennale e, come ha spiegato Tajani in commissione Esteri, non sarà giuridicamente vincolante: quindi non passerà dal Parlamento per la ratifica.
Il primo articolo si concentra sulla cooperazione nell’ambito della Difesa e prevede una specificità rispetto agli accordi degli altri Paesi: l’Italia non comunica quante e quali tipologia di armi ha mandato finora, quanto ha speso e quanto ha intenzione di spendere anche per rimpiazzare equipaggiamenti e munizioni tolti alla nostra Difesa. Il comma 6 si limita a specificare che l’Italia ha inviato “8 pacchetti di armi all’Ucraina nel 2022 e nel 2023” e intende “mantenere lo stesso livello di supporto nel 2024”. Quale? Non è chiaro: questo sarà “determinato nel dettaglio attraverso le consultazioni tra i partecipanti e tenendo conto delle esigenze dell’Ucraina”. Un’assenza di trasparenza rispetto agli accordi firmati dagli altri governi: in quello tedesco, per fare solo un esempio, vengono specificate le tipologie di armi inviate e i soldi stanziati finora: circa 16 miliardi tra il 2022 e il 2024. Nell’accordo sono quantificati solo i fondi spesi extra armi, circa 2 miliardi. [...] Un funzionario di governo fa sapere che non era possibile indicare fondi e tipologia di armi perché l’Italia secreta gli aiuti.
L’articolo 4 si concentra sull’addestramento e le esercitazioni dell’esercito ucraino. Oltre alla missione europea EUMAM, si prevede anche una postilla ulteriore: la possibilità che l’esercito italiano possa condurre esercitazioni combinate “in Italia e in Ucraina” per “supportare il processo di standardizzazione e interoperabilità” dell’esercito ucraino. Diversamente da quel che avviene oggi, l’esercito di Roma potrà addestrare e fare esercitazioni in territorio ucraino “appena la situazione lo permetterà”.
La parte sulle “future aggressioni” però è quella più discussa. Come l’accordo firmato con gli altri Paesi, si specifica che in caso di nuovo attacco armato della Russia all’Ucraina da qui ai prossimi dieci anni, Italia e Ucraina “si consulteranno entro 24 ore per determinare le misure e le opportune misure successive necessarie per contrastare o contenere l’aggressione”. Roma si impegna a fornire aiuto nel campo della “sicurezza e difesa, industria della difesa, sviluppo militare ed economico”.
Una sorta di obbligo che ricorda l’articolo 5 della Nato secondo cui tutti i Paesi devono intervenire in difesa di uno dei membri, se attaccato. L’accordo contiene anche un impegno economico: l’industria della Difesa interagirà con quella Ucraina “per sostenerla nel ripristino della produzione nazionale di attrezzature, materiali e munizioni”. Roma vuole inserirsi anche nella ricostruzione: nel 2025 ospiterà la Conferenza internazionale.
DI GIACOMO SALVINI
Un accordo di cooperazione nel campo della Sicurezza che legherà l’Italia e l’Ucraina per i prossimi dieci anni e imporrà a Roma di intervenire in sostegno di Kiev entro 24 ore in caso di nuovo attacco di Mosca e di continuare a fornire aiuti economici e militari al governo ucraino. Inoltre l’Italia si impegna per favorire il processo di ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea e nella Nato. Sono questi i punti centrali dell’accordo firmato sabato a Palazzo Mariinskij dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: ieri quest’ultimo ha ringraziato la premier spiegando però che ci sono “troppi filo-Putin in Italia e bisognerebbe levargli il visto. Stiamo preparando una lista di chi fa propaganda per Mosca”.
[...] In molti punti il testo è quasi identico agli accordi firmati nelle ultime settimane da Francia, Germania, Gran Bretagna e Canada.
L’accordo è formato da otto parti, oltre a un preambolo iniziale in cui si ribadisce la condanna dell’invasione Russa del 24 febbraio 2022. L’accordo è decennale e, come ha spiegato Tajani in commissione Esteri, non sarà giuridicamente vincolante: quindi non passerà dal Parlamento per la ratifica.
Il primo articolo si concentra sulla cooperazione nell’ambito della Difesa e prevede una specificità rispetto agli accordi degli altri Paesi: l’Italia non comunica quante e quali tipologia di armi ha mandato finora, quanto ha speso e quanto ha intenzione di spendere anche per rimpiazzare equipaggiamenti e munizioni tolti alla nostra Difesa. Il comma 6 si limita a specificare che l’Italia ha inviato “8 pacchetti di armi all’Ucraina nel 2022 e nel 2023” e intende “mantenere lo stesso livello di supporto nel 2024”. Quale? Non è chiaro: questo sarà “determinato nel dettaglio attraverso le consultazioni tra i partecipanti e tenendo conto delle esigenze dell’Ucraina”. Un’assenza di trasparenza rispetto agli accordi firmati dagli altri governi: in quello tedesco, per fare solo un esempio, vengono specificate le tipologie di armi inviate e i soldi stanziati finora: circa 16 miliardi tra il 2022 e il 2024. Nell’accordo sono quantificati solo i fondi spesi extra armi, circa 2 miliardi. [...] Un funzionario di governo fa sapere che non era possibile indicare fondi e tipologia di armi perché l’Italia secreta gli aiuti.
L’articolo 4 si concentra sull’addestramento e le esercitazioni dell’esercito ucraino. Oltre alla missione europea EUMAM, si prevede anche una postilla ulteriore: la possibilità che l’esercito italiano possa condurre esercitazioni combinate “in Italia e in Ucraina” per “supportare il processo di standardizzazione e interoperabilità” dell’esercito ucraino. Diversamente da quel che avviene oggi, l’esercito di Roma potrà addestrare e fare esercitazioni in territorio ucraino “appena la situazione lo permetterà”.
La parte sulle “future aggressioni” però è quella più discussa. Come l’accordo firmato con gli altri Paesi, si specifica che in caso di nuovo attacco armato della Russia all’Ucraina da qui ai prossimi dieci anni, Italia e Ucraina “si consulteranno entro 24 ore per determinare le misure e le opportune misure successive necessarie per contrastare o contenere l’aggressione”. Roma si impegna a fornire aiuto nel campo della “sicurezza e difesa, industria della difesa, sviluppo militare ed economico”.
Una sorta di obbligo che ricorda l’articolo 5 della Nato secondo cui tutti i Paesi devono intervenire in difesa di uno dei membri, se attaccato. L’accordo contiene anche un impegno economico: l’industria della Difesa interagirà con quella Ucraina “per sostenerla nel ripristino della produzione nazionale di attrezzature, materiali e munizioni”. Roma vuole inserirsi anche nella ricostruzione: nel 2025 ospiterà la Conferenza internazionale.
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L'obiettivo di “Risonanza Cellulare» è quello di agire a livello cellulare e quindi sull'intero organismo. È utile in caso di guarigione da qualsiasi malattia, per curare ferite e lesioni interne, poiché agisce sui più piccoli elementi costitutivi dell'organismo: le cellule. Sarebbe di immenso aiuto anche dopo un intervento chirurgico, infortunio, quando il corpo ha bisogno di ricevere un impulso per guarire da solo dopo un trauma o una malattia.
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