martedì 21 maggio 2024

Pensione a 74 anni, Iva al 24%, tagli… Le ricette dell’Europa che terrorizzano l’Italia

Sostanzialmente la ricetta è: tagli, ridurre il popolo alla fame, mandarlo in pensione a 74 anni, alzare l’Iva al 24%, accogliere più immigrati possibile, tagliare sanità e istruzione e dare spazio al liberismo sfrenato. Vi sembrerà quasi assurdo e paradossale, ma su LaStampa è stato pubblicato un articolo che si presenta come un dossier ma che dai toni sottende un’esaltazione delle politiche Ue tese a “risanare” gli Stati che la stessa Ue ha affamato per decenni. Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda. Ovviamente, l’Italia non è presente nell’analisi. Almeno questo… Insomma, il titolo è emblematico: “Il prezzo della cura”. E si vanno a elencare “i sacrifici dei Paesi passati dai piani di risanamento” dell’Europa. Si parte dalla Grecia, lo Stato più martoriato dalla Troika. Scrive l’autore Fabrizio Goria: “Dal default sovrano alla (parziale) rinascita. La Grecia è stata sull’orlo dell’uscita dall’eurozona, ma ha saputo riprendersi in virtù di una cura senza precedenti per i Paesi Ue”. Che bello! E da cosa era composta la medicina miracolosa? Spesa pubblica tagliata del 32,4%, austerità fiscale, indebolimento del diritto del lavoro, sospensione dei diritti di contrattazione collettiva, abbassamento del salario minimo garantito per i lavoratori. E ancora: tagli delle pensioni, abolizione delle tredicesime e quattordicesime e innalzamento a quota 74 anni. Calo delle spese per sanità e istruzione, incremento dell’Iva (fino al 24%), incremento delle imposte sul reddito e sulle proprietà immobiliari”. “Grazie” a tutto questo “il 20 agosto del 2022, Atene è uscita dalla «sorveglianza rafforzata» da parte della troika composta da Banca centrale europea, Commissione Ue e Fondo monetario internazionale”. Evviva! E poi ci sono Portogallo, Irlanda e Spagna.





Vediamo il caso Portogallo, ancora con Fabrizio Goria. Cosa ha previsto qui il fantastico programma di consolidamento fiscale dell’Europa? Subito una premessa: “Le misure di austerità adottate sono state draconiane, con tagli alla spesa pubblica, riduzioni a doppia cifra dei salari nel settore pubblico e aumenti delle imposte su larga scala”. Evviva! Poi la precisazione: “Queste misure, sebbene impopolari, si sono rese necessarie per ridurre il deficit di bilancio e stabilizzare il debito pubblico, che infatti è tornato su una direttrice discendente”. Via le esenzioni per i pensionati stranieri, sì alla tassazione per i nuovi affittuari che vengono dall’estero

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