L’ATTENTATO A FICO È UN AVVERTIMENTO


di Mario Adinolfi
Per chi non avesse chiaro il quadro: Robert Fico, il premier slovacco che un oppositore politico ha tentato di assassinare e ora è in coma dopo un difficile intervento chirurgico, è fortemente contrario alle politiche di Ursula Von der Leyen e di Joe Biden, è vicino ad Orban e a coloro che non vogliono fare la guerra a Putin. In più il 28 gennaio scorso aveva tenuto un duro discorso parlamentare sui “miliardi del tutto inutili spesi nel circo Covid”, ha denunciato i “messaggi segreti tra chi guida la Commissione europea e i vertici Pfizer”, affermato che ci sono forze politiche che si sono molto arricchite trafficando “forniture mediche e vaccini”.
Fico è stato l’unico premier europeo a pronunciare parole chiare in Parlamento sia contro lo scandalo Covid che contro la follia delle infinite forniture militari Ue per fare la guerra alla Russia. A tre settimane dalla fine della campagna elettorale per le europee è l’unico premier europeo a ritrovarsi a lottare tra la vita e la morte dai tempi dell’attentato a Olaf Palme del 1986. Quando morì Navalny quattro settimane prima delle elezioni russe si scrisse che era stato Putin a farlo ammazzare in quanto oppositore scomodo. Perché non leggo una parola sui possibili mandanti dell’attentato a Robert Fico, vista la sua caratura unica di premier oppositore scomodo di alcune precise politiche? Davvero ci dobbiamo bere la storia del pensionato poeta?
Hanno provato a ammazzare Fico per mandare un chiaro avvertimento. Guai a chi si mette di traverso. Spero che nelle urne i popoli si ribellino e votino per la loro Libertà.



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