IL GRANDE INGANNO

IL GRANDE INGANNO: IL GOYM, IL TEATRO DEL MONDO E IL FILM CHE CHIAMI VITA

Ti sei mai chiesto perché tutto sembra già scritto? Perché nasci, vai a scuola, 
ti catechizzano, lavori otto ore al giorno, rincorri uno stipendio che non basta mai, 
e poi muori stanco, confuso e vuoto?

Non è un caso, non è un errore e un piano.
e 🫵🏻 sei il protagonista inconsapevole.

Sei il Goym. Così ti chiamano le élite. 
Un termine antico che non significa “persona”, ma “massa utile”, “bestiame pensante”.
Non sei nato libero, sei nato programmato.

La tua famiglia ti ha trasmesso ciò che ha subito: paure, doveri, credenze mai messe in discussione. Ti hanno insegnato ad adattarti, mai a ribellarti. Non per cattiveria, ma perché anche loro erano Goym.

Poi arriva il primo passo nella prigione mentale: il catechismo. 
Prima ancora di saper leggere, ti fanno inginocchiare davanti a un dio che non puoi comprendere. Ti addestrano a credere senza domandare, ad aspettare ricompense in un “aldilà” mentre ti spremono in questo “aldiquà”.
Ti spezzano l’indipendenza spirituale e la chiamano “fede”.

Poi la scuola. Otto ore al giorno. Esattamente come il lavoro. Un allenamento alla routine. Il contenuto? Costruito e imposto da famiglie come i Rockefeller. Sì, quelli che possiedono banche, petrolio e media. Ti insegnano la storia che fa comodo a loro, ti riempiono la testa di numeri, formule, nazionalismi, ideologie. Ma non ti insegnano chi sei. Non ti insegnano a pensare, solo a ricordare, ripetere, obbedire.

Poi cresci, e passi al livello successivo: il lavoro. Un'altra gabbia, stavolta col badge. Otto ore, cinque giorni su sette. In cambio? Lo stipendio, la crocchetta del padrone. Quanto basta per mangiare, pagare un affitto, tornare al lavoro il giorno dopo. Ma non abbastanza per smettere, per vivere davvero, per fuggire.

E tu lo chiami “vita”. Ma in realtà sei dentro uno show. Proprio come Truman.
The Truman Show non è un film. 
È la tua esistenza. Ogni cosa intorno a te è un set. La tua città è costruita, la tua identità è un copione, le persone intorno a te sono attori inconsapevoli, riflessi della tua stessa programmazione.

Ma qui arriva il punto più profondo, 
e il più scomodo: 

A) Tu stesso sei l’autore di tutto questo.
B) Tu crei la tua prigione ogni giorno.
C) La tua mente genera il film che chiami “realtà”.
D) La tua paura lo scrive.
E) La tua passività lo dirige.

Gli altri? Sono solo specchi.
Specchi che ti mostrano le tue ombre, 
i tuoi limiti, le tue credenze.
Specchi che riflettono il copione che hai accettato, ma che puoi riscrivere.

La verità è che sei tu il regista, l’attore, lo scenografo e il prigioniero.
Ma se hai il coraggio di guardarli negli occhi quei riflessi, quei personaggi, quei dogmi allora puoi strappare il telo del set e uscire.

E vedere finalmente il cielo vero, non quello dipinto, non sei un Goym, sei un essere sovrano, ma lo diventi solo nel momento in cui smetti di credere al quel film ed inizi a creare la tua verità.




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