venerdì 15 novembre 2013

“distruggere per costruire”

A prescindere da quale parte uno poi si voglia schierare, oggi una guerra civile in Italia è necessaria ed augurabile. Si certo, so benissimo quante anime belle potranno scandalizzarsi per queste parole, e quante persone in buona fede scrolleranno la testa non volendo che sull’Italia si abbattano lutti e sofferenze, ma non c’è nulla da fare, oggi in Italia una guerra civile serve, ed una guerra civile seria mica una rissetta da strapaese.
Agli inizi del ‘900 molti intellettuali, spesso futuristi, volevano la guerra, e non solo loro. Ma era tutto diverso, era una voglia di mazzate ottimista, si voleva un conflitto che sistemasse le cose in Europa, e forse nel mondo, riequilibrando potere reale e potere nominale delle nazioni.

Insomma una bella guerretta che desse all’Italia il suo posto nel concerto europeo, perché nell’italia si credeva, le si voleva bene, si era anche ottimisti e pieni di voglia di fare, che poi l’energia diventasse violenza era dovuto ad una pluralità di fattori strutturali; oggi le cose stanno molto diversamente. Oggi mancano le basi per una guerra, manca la fiducia negli obiettivi, bisogna tirare a campare mica si possono fare progetti. Oddio, il fatto che parte della popolazione sia ormai priva di spirito critico potrebbe essere utile, ma per fare la guerra servono i comandanti e quelli no, non ci sono mica.

Oggi l’Italia è in agonia, con la pistola dell’egoismo puntata alla testa. Dopo decenni di assistenzialismo il benessere ha insegnato agli italiani che è meglio chiedere che fare. Ed oggi con la crisi, ma in Italia la gente mangia ancora quindi crisetta con buone possibilità di sviluppo, gli italiani esigono, pretendono, vogliono che uno stato centrale ma che non sia centrale fornisca loro assistenza, ma a titolo gratuito. E il popolo italiano mica esiste più, le logiche di categoria, unite all’atomizzazione sociale portata dal consumo hanno distrutto quel pochetto di spirito collettivo che vagava per l’Italia. Il conto in banca ha preso il posto della carriera scolastica, creando masse di arricchiti ignoranti, di fronte a cittadini per bene ma non benestanti. Che senso ha la convivenza tra gruppi sociali con ottiche profondamente diverse e con interessi assolutamente non convergenti? Meglio risolverla con una bella guerra civile.

Teoricamente il compito di armonizzare i conflitti spetta al potere, centrale o meno, quindi in Italia siamo a posto! Nel nostro paese una democrazia bloccata ha creato generazioni di funzionari, mica di politici, ma i funzionari sono persone e quindi nell’egoismo generale hanno usato la loro funzione per approfittare di un po’ di benessere spremendo l’incarico come fosse una mucca da latte, stremandola. Oggi siamo arrivati ad avere una parte politica che per interessi personali del suo capo/padrone arriva al punto di ricattare le istituzioni, ponendo le basi del non rispetto della legge da parte di ogni cittadino. A questo punto meglio prendere tutto il potere e scatenare una guerra civile, sarebbe molto meno ipocrita delle minacce quotidiane all’altra parta politica.

Altra parte politica che invece è incapace di agire, parlare, pensare. Una parte politica talmente incapace di darsi una linea, pur essendo al governo, da attaccarsi alla sua poltrona con le unghie, i denti ed i diritti degli altri, decisamente imbarazzante. Anche per loro una guerra civile sarebbe davvero molto utile, obbligandoli (insieme ai loro elettori) finalmente a fare delle scelte. In una guerra civile non si possono fare dichiarazioni contrastanti e distinguo infiniti, o spari o sei morto. E sei hai sbagliato a sparare pazienza, hai fatto il danno, capita; ma almeno hai fatto qualcosa. Anche questa parte politica per l’Italia è deleteria, per il suo tentativo di sviare ogni discorso serio e importante, che minerebbe il suo potere, utilizzando slogan retorici e vuoti. Con buona pace dei diritti e della democrazia.

E la terza forza politica? Guerra civile anche per loro! E per una somma delle motivazioni già presentate. Da un lato finalmente potrebbero prendere il potere e riuscire a fare finalmente le riforme che tanto sbandierano, dall’altro farebbero un corso accelerato di vita vera, molto utile vedendo il livello medio dei loro rappresentanti, cresciuti ad ideali e merendine. Purtroppo nonostante questa forza politica creda, o dica di credere, una situazione bloccata si sblocca con la violenza, non con il convincimento. In fondo nessuno ama i Testimoni di Geova, nemmeno i paramilitari sono amati ma almeno a questi ultimi la porta viene aperta! Concludendo, parafrasando un non famoso gruppo Hardcore (gli Oltraggio), forse al punto in cui siamo arrivati è il caso di “distruggere per costruire”, se qualcosa non funziona inutile tentare di ripararlo all’infinito.

Piotr

da L'italia che non c'è
http://altrarealta.blogspot.it/