Chi bolle in pentola?



Non c’è nessuna democrazia, non c’è nessuna civiltà, nessuna società delle nazioni, nessun autentico rispetto per l’essere umano. Quella che viviamo è l’ennesima pagina di Medioevo e per favore smettiamola di far finta di credere che bastino i telefonini, internet e i viaggi low cost per assicurarci un livello di sopravvivenza accettabile. Non è così e ce lo dicono chiaramente tutti i sintomi delle decine di patologie psicosomatiche e non solo di cui soffre la maggioranza dell’Umanità “civilizzata”. Cosa sono queste manifestazioni se non un modo che l’inconscio ha di esprimere il suo malessere? Possiamo continuare ad accettare, ad ingoiare, a non sentire, a non vedere, ad alzare il volume di quel poco dialogo di cui siamo ancora capaci ma non cambia nulla. I nodi vengono al pettine e l’Umanità è ad una resa dei conti.
In questi giorni ci è stata concessa l’estate e con essa un nuovo virus per tenere a livello ottimale la paura che genera sottomissione anche al peggiore dei soprusi. Per le strade, nei porti, stazioni, aeroporti si aggirano sagome di individui che trascinano la loro stanchezza, amarezza e disagio interiori mal celati da un finto quanto drammatico distacco dalla loro inesorabile quotidianità.
Il personale al lavoro riflette la generale rassegnazione e accettazione che ha il sapore del veleno che goccia dopo goccia, ogni giorno toglie un po’ di gioia e soddisfazione a ciò che dovrebbe rappresentare la più importante soddisfazione del vivere. I pensieri sono altrove, tutto è altrove. Un posto per fortuna immaginario, virtuale perché se fosse reale sarebbe affollatissimo. Sono tutti li per sfuggire ad una realtà di inesorabile sofferenza a mezza gola. Un po’ ciascuno, ce n’è per tutti. Si vive per lavorare o si lavora per vivere? Un dilemma irrinunciabile in una società nevrotica dove sembra non trovare asilo la naturale pretesa di vivere e basta e in cui per lavoro si intende solo “far durare la fatica”. Nessuno pensa al suo “lavorare” come ad una autentica creazione. In pochi osano tanto. La rabbia li assale e li divora mentre con ostilità nascosta agognano un maggiore compenso in denaro e altrettanto tempo per poterlo spendere in cambio delle loro vite. Che importa se il tempo sia gratuito così come lo sono i pensieri, la lettura, la conoscenza, il farsi domande, un sorriso e la semplice curiosità. La Scuola ha l’incarico di seppellire sotto una montagna di frustrazione qualunque cosa sia attinente con il Pensiero, é li che fin da bambini si impara a non farsi più domande e ad accettare le risposte di cui tutti si accontentano. L’altrove è molto affollato ma c’è spazio per tutti. Qui invece, nel mondo, ciascuno è sempre più solo, chiuso nelle sue recriminazioni, nei suoi dolori, nella certezza che tanto nessuno potrà capire ma solo perché tu per primo non ti sei capito. La tristezza e l’arrendevolezza sono le stesse che prova lo schiavo che sa che non potrà cambiare il suo destino.
Qualche giorno fa, per l’ennesima volta, un signore si è presentato su un podio allestito su un bel prato per dettare le sue condizioni al mondo, per stabilire chi sono i buoni e i cattivi, decidere di fare o non fare la guerra, e chi merita le sanzioni e chi no. E tu non ne sai niente oppure non ti interessa o magari a priori senza cognizione di causa credi che un “buon motivo” dovrà pur esserci. In fondo nel Cuore di chi pensa di essere un “uomo comune” si accetta la forza di chi domina l’Umanità con il sorriso, contando sul più grande arsenale di armi di distruzioni di massa di tutto il globo. Cosa è cambiato dal Medioevo? Chi è più forte comanda sugli altri. Punto. Il resto è una proiezione olografica, una finzione a cui vogliamo credere perché non troviamo la forza di un’alternativa. Ma la vita prosegue attorno all’ultimo estratto conto o ad un amore sbiadito che tira a campare perché non ci sono alternative, così come non ce ne sono a quel lavoro che non è mai stata la realizzazione di una passione ma solo un modo per sopravvivere. Dio quanto è brutto il mondo! Anche quando c’è una magnifica giornata la televisione e i giornali fanno solo l’elenco delle brutte notizie. Catastrofi, tragedie, omicidi, e qualche corrotto servono a mantenere appena sotto il livello vitale l’umore di milioni individui che assomigliano sempre più a polli in “batteria”. Giulio Cesare è stato maestro nell’ammaestramento dei po-polli ed è li che siamo ancora. “Panem et circenses”, un bel caso Tavecchio e così le plebi hanno di che discutere mentre c’è chi già conta il denaro che saranno disposti a sborsare per assistere allo spettacolo. È così! Pensa lo schiavo pensando alla libertà come un sogno irraggiungibile. Ma lo pensa anche colui che in linea al call center umilia un po’ di buon senso dicendo “vorrei aiutarla ma questa è la procedura del sistema” la stessa cosa avviene in banca pochi metri più avanti “vorrei farle il mutuo ma il sistema non accetta i suoi parametri”. Un po’ di bruciore in fondo allo stomaco a cui ci si è fatta l’abitudine e poi tutto passa mentre dentro senti che non è giusto ma non puoi farci niente.
Qualcuno diceva che la rana la si può cuocere bene solo mettendola in una pentola di acqua fredda e facendo salire la temperatura piano piano finché si ritroverà bollita senza accorgersene. La vita, la dignità, la libertà, il pensiero l’Umanità, si consumano tramite piccole abrasioni quotidiane. Non fanno granché male così le accettiamo senza ribellarci così come farebbe la rana saltando via dalla pentola se la gettassimo nell’acqua bollente. Parole, parole, parole. Una canzone? Si solo una canzone. Nessuna discussione che non sia di una imbarazzante banalità si può osare mettere in piedi con chiunque si sia fatto già una ragione della sua verità. Sarebbe un affronto troppo grande da sopportare. La cultura del sospetto fa da sfondo a questa rinnovata epoca di caccia alle streghe. I roghi li appiccano qua e là giornali e TV al servizio dei loro padroni, la nuova Inquisizione che si deve accertare che tu sia un fedele consumatore lobotomizzato pronto a scandalizzarti ma solo con chi può consumare più di te. Ogni segno di encefalogramma attivo deve essere eliminato. Ma come al tempo delle streghe questo male lo si può fare solo contando sulla complicità di tutti coloro che dietro le tende di casa fanno finta di niente.
Soldi? Ma quali soldi! È la totale mancanza di coscienza e di conoscenza che rende ricco e prospero il mercato globale sempre più popolato di batterie umane, ciascuna con il proprio codice a barre. Chiusi nelle proprie case molti galleggiano in un lago di lacrime in silenzio e si mostrano al prossimo disincantati. Mentre parlano di democrazia intendendo “un modo legittimo per farsi gli affari propri” ti spiegano che il mondo non si cambia. Sono disposti a morire di sete piuttosto che fare i conti con il retrogusto salato del loro pianto che li scaraventerebbe con un battito di ciglia dentro tutta la loro Umanità. Di sicuro l’acqua salata del Mar Rosso è lì pronta, sempre, ad aprirsi per far spazio ad un nuovo te stesso. Ogni Uomo libero che nasce sta già cambiando il mondo.

Armando Siri
http://www.partitoitalianuova.it/pin/le-idee/bolle-in-pentola
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