L'Italia si sposta in recessione e cede definitivamente la sua democrazia
MILANO - Il colpo più duro all'Italia arriva dalla Bce. Le parole di Mario Draghi lasciano poco spazio alle interpretazioni: "Uno dei componenti del basso Pil italiano è il basso livello degli investimenti privati". Peggio, tutto è dovuto "all'incertezza sulle riforme, un freno molto potente che scoraggia gli investimenti". Il colpo di grazia, però, arriva dall'ultimo passaggio dell'intervento di Draghi: "Per i Paesi dell'Eurozona è arrivato il momento di cedere sovranità all'Europa per quanto riguarda le riforme strutturali".
Tradotto: i Paesi dell'Eurozona non sono in gradi di riformarsi da soli, meglio allora che intervenga direttamente l'Europa da Bruxelles. fonte
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Tradotto: i Paesi dell'Eurozona non sono in gradi di riformarsi da soli, meglio allora che intervenga direttamente l'Europa da Bruxelles. fonte
L'Italia è entrata nella fase di crescita zero. Già il popolo italiano tramortito dai colpi dell'Europa non si aspettava più un recupero, ma poi l'Ufficio statistico dei dati economici ha rilevato come, per la seconda volta quest'anno, l'Italia ha subito un crollo del suo prodotto interno lordo dello 0,3%. Da allora tutti, a secondo della parte politica, stanno sussurrando o urlando la stessa parola: recessione. Con questa premessa Martin Armstrong sul suo blog scrive esplicitamente come il vero problema in Italia si chiama euro: l'essere entrata a far parte della moneta unica non ha portato alcun beneficio agli italiani, ma ha solo aumentato il debito nazionale in termini "reali" e creato una traiettoria insontenibili per le attuali spinte deflazioniste.
In questo contesto, prosegue Armstrong, Bruxelles vuole togliere il diritto del popolo italiano di votare su qualunque cosa di significativo e il primo ministro Matteo Renzi sta mettendo in piedi questo disegno con le sue "riforme" che porranno fine al processo democratico in Italia. Il Senato in Italia era piuttosto unico: tutta la legislazione doveva passare attraverso questa Camera, eletta dal popolo che aveva anche il potere di sfiduciare il governo. Era in realtà una buona idea, anche perchè era un bastione difensivo contro la tirannia di Bruxelles. Renzi ha avuto successo contro la resistenza dei senatori e la seconda camera del Parlamento è stata resa impotente.
Era dai tempi di Benito Mussolini, prosegue Armstrong, che il popolo italiano non perdeva tanto potere. I dissidenti del Partito Democratico avevano minacciato di non far passare questo piano per vendere il paese a Bruxelles, ma poi sono stati corrotti e fatti rientrare nelle fila. Renzi e il suo ministro di riferimento Boschi sono anche riusciti a spaccare il campo di Berlusconi, che Bruxelles segretamente aveva destituito con un colpo di stato quando aveva iniziato a pensare che l'Italia avrebbe vissuto meglio fuori dall'Euro.
In futuro, il Senato avrà solo 100 parlamentari invece di 315 membri, con la scusa che questo farà risparmiare dei soldi. Il vero obiettivo è consegnare l'Italia a Bruxelles. I senatori non saranno eletti dal popolo, ma devono essere nominati tra i politici locali e i sindaci, eliminando così l'intermediazione del popolo, nello stesso modo in cui la Commissione europea, che nessuno vota, non può essere rimossa senza una rivoluzione.
L'Italia, conclude Armstrong, è dove la Repubblica nacque nel 509 AC e da dove si diffuse con il rovesciamento della monarchia e la nascita della democrazia ad Atene nel 508 AC. La terra che ha ispirato anche la rivoluzione americana sta cedendo l'ultimo vestigio del suo processo democratico alla crescente tirannia di Bruxelles. Il tutto con il pretesto di salvare l'euro.
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