AUSTRIA ; HANNO VINTO I BROGLI


Al Brennero si chiude e al voto hanno vinto i brogli ma il problema vero è un altro: cosa ci aspetta?


Abbiamo rischiato di svegliarci e trovare il filo spinato al Brennero, invece è tutto a posto. Con l’elezione di Alexander Van der Bellen a presidente austriaco i timori sono svaniti e infatti ieri mattina non solo al valico sono arrivati i già annunciati poliziotti extra per rafforzare i controlli ma gli operai hanno anche ricominciato i lavori per la pensilina che fungerà da gabbiotto (quello che i ghostbusters del pericolo neofascista chiamano muro), alla faccia delle promesse del ministro degli Interni, Wolfgang Sebotka ad Angelino Alfano. Il primo contingente di rinforzo della polizia austriaca, una quarantina di agenti in tutto, è infatti arrivato in mattinata ma già entro domani il numero raddoppierà e diverrà un presidio fisso di controllo.

Le autorità austriache hanno dislocato agenti di polizia vicino al casello di Schönberg, dove gli automobilisti che viaggiano sull’autostrada devono pagare il pedaggio, mentre altri agenti sono dislocati sulla strada statale da Gries am Brenner (prima località dopo il confine italo-austriaco) a Innsbruck per controllare i veicoli in transito. E come anticipato, con l’arrivo del primo contingente di rinforzo sono stati anche accelerati i lavori per la costruzione dei gabbiotti di controllo sull’autostrada al valico di frontiera, mentre nell’area di servizio autostradale Rosenberger, a 200 metri dalla frontiera italiana, stanno intanto procedendo i lavori per l’allestimento del “management di confine”: gli operai stanno posando travi in ferro sulle quali dovrebbe poggiare la copertura della struttura. Tutte scelte fatte da un governo di coalizione tra Socialdemocratici e Popolari non dall’FPO, contro cui il neo-presidente non ha detto una sola parola nemmeno in campagna elettorale.
Ora, ciò che dovevo dire riguardo al senso politico di questo voto l’ho già detto due giorni fa. Però due paroline sui brogli ci stanno proprio bene. Sì avete letto giusto, brogli. In Austria ne parlano apertamente molti giornali, a partire dalla testimonianza di questo simpaticone

che di nome fa Wilhelm Heissenberger ed è sindaco di Unterrabnitz-Schwendgraben, comune austriaco di 634 abitanti, il quale ha ammesso candidamente di aver falsificato 12 schede elettorali. E che dire di Linz, dove la commissione elettorale ha comunicato una partecipazione al voto superiore al 500%, anomalia presente purtroppo anche in altre circoscrizioni. Ce lo mostra questo grafico,
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dal quale si desume che a Waidhofen, comune con 11.500 abitanti nella Bassa Austria, l’entusiasmo fosse tale da aver raggiunto il 146%. Cose che succedono, d’altronde. E che dire del direttore della Commissione elettorale austriaca, il quale domenica sera ha dichiarato in televisione come fossero state consegnate 740mila schede elettorali per corrispondenza, ricordando come normalmente circa 700mila di queste vengano utilizzate o compilate correttamente. Sapete quante erano le schede lunedì mattina? Più di 760mila. Altro strano fenomeno di molitiplicazione, succede. Ci sono poi le anomalie. Devo premettere che, come moltissimi, ho imputato – sbagliando – al voto estero la vittoria di Van der Bellen, perché come tutti per voto postale io intendo quello dei cittadini espatriati aventi diritto. E’ così anche in Austria, di fondo ma con gli anni la percentuale di chi davvero risiede fuori dal Paese pare sia scesa a circa il 10% del totale, il resto è rappresentato da gente che ha scelto la formula della posta invece della camminata fino al seggio. Ci sta, forse la proporzione è un po’ altina ma ci sta. Come appare plausibile che negli ospizi e in altre strutture socio-sanitarie e di assistenza, il candidato verde abbia ottenuto un plebiscito bulgaro.
Ma al di là dei casi particolari, c’è da dire che anche a livello centrale qualche dubbio salta fuori. In molti non ci hanno fatto caso ma ieri pomeriggio, il ministro dell’Interno, Wolfgang Sobotka, ha compiuto una gaffe clamorosa. Presentatosi con oltre mezz’ora di ritardo sulle attese all’appuntamento per la proclamazione del vincitore con i dati ufficiali, si è limitato a fornire numeri di preferenze con fare decisamente imbarazzato e ha chiuso il suo intervento con la frase “la comunicazione dell’esito avverrà mercoledì”. Immediatamente viene da pensare che ci fosse necessità di un riconteggio, visto che al secondo turno erano emersi qualcosa 145.222 voti nulli. E invece no, pochi istanti e viene comunicato che il vincitore è Alexander Van der Bellen con un scarto di circa 31mila voti, pari al 50,3% delle preferenze. Strano. Come è strano il fatto che a fronte del 90% delle municipalità austriache che avevano scelto Hofer, la stragrande maggioranza del voto postale espresso nelle medesime vedesse vincente il candidato verde. Mah. forse chi si oppone all’FPO sa che sono dei pericolosi nazisti e preferisce votare per posta, temendo di essere ucciso al seggio o lungo il tragitto. Queste due grafiche
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rappresentano il sostegno a Hofer e Van Der Bellen nella municipalità di Vienna al primo e al secondo turno: doping postale? Chissà. C’è da dire che attorno all’ora di pranzo il fibrillo era parecchio. Questa grafica
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è del sito del ministero dell’Interno austriaco e alle 13 vedeva questa situazione: Hofer al 56%. Attorno alle 15, invece, accadeva un po’ di tutto e in quasi contemporanea. Il ministero dell’Interno rivedeva le sue proiezioni come ci mostra questa grafica,
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ridimensionando il distacco tra i due contendenti ma un sito ufficiale dell’Ue, proprio citando fonti del ministero dell’Interno austriaco, dichiarava quanto segue.
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Per non farci mancare nulla, alle 14.47 accadeva questo,
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ovvero sempre il ministero dell’Interno di Vienna metteva a tacere il sito della municipalità di Salisburgo che si permetteva addirittura di aggiornare i dati in maniera pubblica. Perché questa necessità di silenziare i dati? Forse perché alle 14.03, ovvero un’ora dopo che la proiezione del ministero dell’Interno dava Hofer al 56%, erano già state scrutinate 444.716 schede inviate per posta, quindi oltre la metà e il risultato parziale era il seguente: Hofer 39,6% e Van der Bellen 60,4%. Guarda caso, tutti gli analisti avevano calcolato sui giornali di domenica mattina che per poter sperare di vincere, il candidato verde doveva superare quota 60%. Insomma, un plebiscito postale. 
Direte voi, è stato Hofer stesso ad ammettere la sconfitta, addirittura prima della farsesca comunicazione dei dati ufficiali da parte di Sobotka, quindi nessun complotto. Infatti, non c’è un complotto ma un voto farsa fin dall’inizio, pilotato per far spaventare e avere un fantasma da sventolare per due settimane tra un turno e l’altro. Perché, altrimenti, una sola è l’alternativa: qualcuno o qualcosa ha fatto sapere alla dirigenza dell’FPO di non azzardarsi a chiedere il riconteggio, che le cose andavano bene così e che tanto con un presidente neo-eletto e un governo non stabilissimo, le legislative non tarderanno ad arrivare e allora si potrà fare sul serio. Ora no. Prima del Brexit, no.
Votes
E’ accaduto questo? Perché pur accettando che il carattere austriaco non sia fumantino, non riesco a concepire l’atteggiamento di totale remissione messo in campo da Hofer di fronte alle palesi incongruenze presenti nel voto. Era a tanto così, a un millimetro dalla presidenza della Repubblica per l’FPO e non chiede di ricontare anche i voti di un singolo paesino? Temo sia una pantomima ma questo non mi fa certo stare più tranquillo, né mi fa arrabbiare: dal caso Florida del 2000, è palese che le cosiddette democrazie avanzate – le stesse che mandano gli osservatori Osce nei seggi dei Pasei africani o dell’Est – utilizzino brogli sistematici, soprattutto dove è in vigore il voto elettronico, manipolabile ancor meglio di quello postale (casualmente, Erdogan vuole introdurlo in Turchia perché “è più veloce e fa risparmiare”). Mi induce però a riflettere: cosa ci aspetta davvero? A cosa ha fatto da prodromo lo psico-dramma farsesco andato in scena tra domenica e lunedì in Austria? Prova generale di qualcosa?
http://www.rischiocalcolato.it/2016/05/al-brennero-si-chiude-al-voto-vinto-brogli-problema-vero-un-altro-cosa-ci-aspetta.html
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