PERCHÈ VOGLIAMO LA MASCHERINA


Gli altri sono potenzialmente una fonte di pericolo, ecco perché la grande maggioranza delle persone è contenta – più o meno consciamente – di indossare una mascherina e di non dover stringere la mano a nessuno.
Non commettete l’errore fondamentale dei filosofi, ossia considerare l’essere umano come una categoria costituita da enti tutti uguali fra loro. Una persona e quella che le sta accanto in coda alle Poste sono talvolta separati da un vero e proprio abisso della coscienza. Una limitazione che a voi dà massimamente fastidio, per un’altra persona potrebbe rappresentare un comportamento ideale.
Il “rifiuto dell’altro” è NORMALE ed è radicato nei livelli di coscienza più bassi dell’essere umano. Per questo motivo l’AMORE e la CONDIVISIONE sono espressioni inconsuete e rivestono così tanta importanza nel percorso evolutivo.
Io li vedevo, nei bar affollati di una volta, quelli a cui faceva schifo bere il caffè a dieci centimetri di distanza da un'altra persona... che magari parlando sputava distrattamente goccioline di saliva dentro la tazzina del vicino. Ma a me non dava fastidio, poiché ho sempre saputo che questo è l’essere umano – un sacco pieno di virus e batteri – e nessuno si ammala se non è giunto il suo momento. Ho sempre sentito dentro di me che l’apparato umano dispone di risorse infinite.
L’ALTRO È MIO FRATELLO, SANGUE DEL MIO SANGUE, NON UN POTENZIALE VEICOLO DI AGENTI PATOGENI !
Ma siamo impazziti? Sì, siamo impazziti, lo avevo già scritto ne La Porta del Mago che sarebbe arrivato un periodo di totale follia, dove il padre avrebbe denunciato il figlio e il fratello avrebbe portato in giudizio il fratello. Adesso ci siamo.
Scrivo queste cose per invitarvi a non biasimare chi la mascherina non se la toglierebbe più: sappiate che si tratta d’un fatto evolutivo, non d’una scelta consapevole. Sappiate, anzi, che ci sono persone che la tengono anche in casa propria, anche da sole, mentre fanno le pulizie.
L’operaio, forse, non vede l’ora di togliersela, ma io conosco almeno un paio di attempate signore per le quali la mascherina è stata una conquista sociale. Non potendo più contare sull’apartheid... almeno adesso c’è la mascherina a fare da baluardo sociobiologico contro “l’altro”, ossia lo sconosciuto portatore di infezioni. Che tu sia nero, zingaro o siciliano... adesso mi devi stare a distanza per legge... che tu sia una prostituta o un travestito... adesso non ti puoi più avvicinare e, soprattutto, dopo le 22 non ti voglio più vedere in giro per strada a “catturare l’attenzione” di quel porco di mio marito!
QUESTI SONO I PRIMI VAGITI DI UNA NUOVA SOCIETÀ, il cui governo è calibrato sul livello di coscienza più basso, quello intriso di diffidenza, schifo e paura. Intendiamoci, gli esseri umani erano già così, non lo sono diventati a causa di un’epidemia, tuttavia un giorno i governi avranno la funzione di EDUCARE il popolo, non di RISPECCHIARLO.
La mascherina può attecchire nella psiche di un essere umano, unicamente se, in fondo, l’“altro” gli faceva schifo già prima e se di prendersi qualche malattia “dagli altri” aveva paura già prima. L’EMERGENZA NON MODIFICA LA SOCIETÀ, LA RIVELA A SE STESSA. Lo stesso discorso vale per il diritto di assembrarsi (forse il diritto più importante fra quelli che abbiamo perso in questo periodo): posso tollerarlo unicamente se di assembrarmi non me ne fregava niente nemmeno prima. Non sto parlando di riunirsi per bere birra e fumare canne fino a tarda notte davanti ai locali, sto parlando di assembrarsi per parlare di politica, filosofia, società... spiritualità. A quanti cittadini mancano davvero queste cose?
La libertà è come una qualunque altra qualità dell’anima: se non viene onorata, la si perde. È come nascere ricchi e poi dilapidare tutto in spese inutili, oppure nascere belli e sfruttare la propria bellezza solo per partecipare a un reality show.
(E comunque, davanti ai locali, bevendo alcolici... non tutti parlavano solo di cazzate!)
Il vostro Scarasaggio
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IO SONO IL PADRONE DELLA MIA ANIMA
di Salvatore Brizzi

http://altrarealta.blogspot.it/


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