Fortuna e sfortuna
Quando un evento può dirsi fortunato?
Quando si rivela a nostro vantaggio e non ce lo aspettavamo. Un evento fortunato è un fatto che contribuisce alla nostra felicità, cioè alla sopravvivenza del nostro apparato psicofisico, ma non era stato programmato: una vincita, una bella notizia, ecc.
Quando un evento può dirsi sfortunato?
Quando si rivela a nostro svantaggio e non ce lo aspettavamo. Un evento sfortunato è un fatto che ci rende più infelici, perché danneggia la sopravvivenza del nostro apparato psicofisico, in maniera inaspettata: una perdita di denaro, un incidente, ecc.
Ciò che ci fa dire «Che fortuna!», rendendoci un po’ euforici, e ciò che ci fa dire: «Che sfortuna!» rendendoci tristi o arrabbiati, non è l’evento in sé, bensì il fatto che non lo consideriamo parte della nostra routine, non lo consideriamo “un evento nella norma” cioè un evento “accettabile”. E più si discosta dalle nostre aspettative, più ci fa stare bene oppure male.
La morte di un giovane figlio e la morte di un genitore ottantenne si discostano in maniera molto differente da ciò che l’uomo medio può aspettarsi e quindi considerare accettabile. Ciò che si allontana molto dalla nostra idea di accettabile, ci fa soffrire molto.
Facciamo un altro esempio. Se la casa dei miei sogni costa 800 mila euro e io ci ho già rinunciato ad acquistarla perché non ho quella cifra, ma pochi giorni dopo il proprietario accetta di vendermela a 200 mila euro, dal momento che è un evento che si discosta molto da quanto mi aspettavo, mi sentirò euforico per lungo tempo.
Questo atteggiamento verso l’esistenza – che rientra in ciò che possiamo considerare un “comportamento normale” – nasconde una filosofia di vita molto pericolosa: gli eventi mi accadono e non sono io a crearli. In altre parole, la realtà accade A ME e non DENTRO DI ME.
Posso infatti considerarmi fortunato o sfortunato unicamente se penso che:
1) La realtà si trova all’esterno di me;
2) Gli eventi che accadono in questa realtà mi colpiscono “a caso”.
Quando cominci a pensare che tutto ciò che si verifica nel tuo mondo è collegato a ciò che tu sei interiormente, allora fortuna e sfortuna non esistono più. Non raggiungerai picchi di euforia, ma non soffrirai più per qualcosa che consideri una calamità o un’ingiustizia. Si chiama “serenità dell’anima” o “divino distacco”. Occorre addestrarsi a lungo per realizzare questo stato interiore.
Non c’è più ingiustizia, se il mondo è creato da te, tuttavia hai il dovere di lottare contro le ingiustizie, per alleviare la sofferenza del mondo.
Salvatore Brizzi
L'obiettivo di “Risonanza Cellulare» è quello di agire a livello cellulare e quindi sull'intero organismo. È utile in caso di guarigione da qualsiasi malattia, per curare ferite e lesioni interne, poiché agisce sui più piccoli elementi costitutivi dell'organismo: le cellule. Sarebbe di immenso aiuto anche dopo un intervento chirurgico, infortunio, quando il corpo ha bisogno di ricevere un impulso per guarire da solo dopo un trauma o una malattia.
Il programma è stato testato a fondo su un gruppo di volontari, che hanno notato una guarigione più rapida delle ferite, un miglioramento delle condizioni generali, del sonno, della pelle, delle prestazioni sessuali, ma anche del benessere generale. Coloro che hanno avuto disturbi si sono ripresi molto più velocemente rispetto al gruppo di controllo.
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