L'EUROPA SCRICCHIOLA


Con il tracollo elettorale anche della Merkel, lo scricchiolio si fa sempre più sinistro; ed anche quelli che fino ad oggi hanno detto che era colpa di qualche tarlo di passaggio ora iniziano a preoccuparsi. Sarà che oltre alla segatura si stanno aprendo crepe sul muro; sarà che il lampadario oscilla troppo per essere solo una folata di vento, fatto sta che circola sempre più la sensazione che la casa stia venendo giù a grande velocità e che difficilmente rimarranno in piedi i muri maestri. L’Europa, non quella che avevano pensato i padri fondatori, ma quella che hanno costruito le élite finanziarie e i burocrati senza volto, è ormai un sarcofago che contiene un’idea morta della storia: l’euro, la mummia che stanno provando a bendare e ricoprire di oli profumati per rallentarne il processo di decomposizione. La fuoriuscita della Grecia sembra una questione di ore. Il Telegraph ha scritto: “fintanto che la Grecia resta nell’euro non esiste percorso per un plausibile ritorno alla crescita”.
Come sempre avviene nei momenti che anticipano i “si salvi chi può”, iniziano a volare gli stracci tra coloro che sono stati gli artefici del guaio. Qualche giorno fa i tedeschi di Der Spiegelhanno sparato ad alzo zero contro Prodi e Ciampi, accusandoli di aver truccato i conti dell’Italia, con la compiacenza di Kohl, per consentire al nostro paese di entrare nell’euro, aprendo così la strada all’ingresso dei cosidetti Pigs e alla debolezza intrinseca della moneta. Hanno definito Ciampi “un cattivo giocoliere finanziario” e, in fondo, non è che abbiano tutti i torti. Ciampi fu colui che nel ’92, da governatore della Banca d’Italia, bruciò il corrispettivo di 48 mila miliardi di dollari di nostre riserve valutarie in uno scontro suicida contro la speculazione finanziaria guidata da Soros. Dall’Italia qualcuno ha accennato una debole risposta, invitando i tedeschi ad impicciarsi dei trucchi loro, considerando le falsificazioni dei conti greci fatte per proteggere l’esposizione delle banche germaniche sul debito ellenico. Qualche mese fa era stato il Wall Street Journal, organo ufficiale degli alchimisti della finanza mondiale, a rivolgere all’Italia (e a Prodi) le stesse accuse.
La realtà è che l’imbroglio dell’euro, e questa crisi devastante e definitiva, non sono il prodotto di una cattiva politica ma dell’assenza della politica, che ha lasciato nelle mani dei tecnici (anche quelli prestati alla politica) la gestione delle nostre vite e del nostro futuro.
Ora, gli scribi dell’euro dovranno muoversi in una doppia direzione. Da una parte provare a centralizzare in maniera ossessiva l’Unione Europea eliminando il più possibile i residui di sovranità nazionale e con essa di libertà democratica, ingabbiando i cittadini e i parlamenti dentro illegittime forme di controllo e di sfruttamento allo scopo di immettere ossigeno nel sistema finanziario al collasso. Nello stesso tempo, attraverso l’uso ed il controllo del mainstream, alimentare lo spettro del caos sociale (e dove possibile generarlo) allo scopo di far apparire questo cadavere mostruoso dell’Europa non come la causa ma come la possibile soluzione. Caos economico e forme di governo autoritario saranno il triste epilogo di un progetto europeo costruito da pochi sulla pelle di tutti.
Giampaolo Rossi


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