Crescita addio, il tuffo di Renzi nel mare della recessione


—  Roberto Ciccarelli, ROMA, 24.7.2014

Crisi. Per la prima volta il presidente del Consiglio ammette che le stime del governo sono errate: «sarà molto difficile arrivare alla stima dello 0,8%». E poi si esibisce in una spettacolare teoria economica: «Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente per la vita quotidiana delle persone». A suo dire, gli italiani aspettano con ansia la legge elettorale e l'abolizione del Senato



Era solo una que­stione di tempo. Ieri il pre­si­dente del Con­si­glio è uscito dalla bolla in cui vive e sem­bra avere ricon­qui­stato un con­tatto con la realtà. In un’intervista andata in onda su La7 ha ammesso che sarà «molto dif­fi­cile» arri­vare alla stima dello 0,8% con­te­nuta nel Def. Ma poi non ha resi­stito e si è pro­dotto in una teo­ria eco­no­mica sin­go­lare: «Che la cre­scita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cam­bia niente per la vita quo­ti­diana delle per­sone». «La nostra prio­rità è lavoro.

 Ma le sta­ti­sti­che, credo, ini­zie­ranno a miglio­rare solo dal 2015». E il prin­ci­pio di realtà, risco­perto nella prima parte della frase, è scom­parso d’un colpo. Forse per­chè gli ita­liani ten­gono mol­tis­simo all’abolizione del Senato e alla legge elet­to­rale. Cioè alla bolla in cui vive il sistema poli­tico in quest’estate sur­reale. La bolla in cui vive lo stesso Renzi.

La visione del baratro

Per­ché una cre­scita all’1,5% è cer­ta­mente diversa da una cre­scita allo 0,3%, quella sti­mata ieri dal Fondo Mone­ta­rio Inter­na­zio­nale che ha riag­gior­nato la stima sul Pil ita­liano per il 2014. Se ci fosse una simile cre­scita, per­sino l’auspicio di Renzi potrebbe essere veri­fi­ca­bile nei fatti. La cre­scita sarebbe infatti il pro­dotto anche di un nuovo lavoro che tut­ta­via non verrà nè nel 2014 nè nel 2015. L’Fmi sostiene che il Pil sarà all’1,1%. Ad oggi, con l’ormai rico­no­sciuta “jobless reco­very”, cioè la cre­scita senza occu­pa­zione fissa, non c’è alcuna cer­tezza di que­sta stima. Serve a rin­cuo­rare Palazzo Chigi che ieri ha visto il bara­tro in cui si trova. Se crisi ci sarà, verrà dalla realtà illu­strata dal Cen­tro studi di Con­fin­du­stria nella sua “con­giun­tura Flash” di luglio:

“E’ sem­pre più palese — scrive il cen­tro studi — la con­trad­di­zione tra una Bce che fa tutto quel che può per con­tra­stare la minac­cia di defla­zione e tutte le altre poli­ti­che che verso la defla­zione spin­gono, sia come mec­ca­ni­smo di aggiu­sta­mento degli squi­li­bri com­pe­ti­tivi sia come con­se­guenza dei bilanci pubblici”.

Renzi, e il mini­stro dell’Economia Padoan, sono costretti ad andare in dire­zione della defla­zione, radi­cando sem­pre più la reces­sione in atto, come dimo­strano gli impie­tosi dati snoc­cio­lati ieri dall’Fmi e pochi giorni fa dalla Banca d’Italia.

http://ilmanifesto.info/crescita-addio-il-tuffo-di-renzi-nel-mare-della-recessione/






































Non ci sara' nessuna crescita nessuna ripresa nè nel 2015 ne' 2016 o 2017 ma sara' una continua
caduta nella recessione nella poverta' la situazione continuera' a peggiorare

la soluzione UNICA è uscire dall' Europa UE e ritornare alla moneta sovrana, arrestare i responsabili della situazione attuale con una RIVOLUZIONE DI MASSA

ma visto che la gente continua a fidarsi del buffone di turno ora è la volta di Renzi, il disastro economico è cio' che ci aspetta e che ci meritiamo


Antar Raja
http://altrarealta.blogspot.it/


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