SCREENING PSA INUTILE E DANNOSO
Tumore alla prostata: stop allo screening PSA, è inutile e dannoso.
Retromarcia sul PSA degli urologi americani
Significativa retromarcia degli urologi americani sullo screening del PSA (esecuzione di un test diagnostico in soggetti del tutto asintomatici), dopo che per anni i media hanno raccomandato a tutti gli uomini l'esecuzione del test come garanzia di prevenzione e diagnosi precoce del tumore prostatico.
Non era proprio così, come ammettono oggi gli urologi americani, il che non è poco dopo le innumerevoli campagne di sensibilizzazione sul PSA: al contrario lo screening del PSA in persone senza sintomi prostatici espone al rischio di sovra-diagnosi e sovra-trattamenti, falsi positivi e “noti danni potenziali associati con lo screening e il trattamento", specie in soggetti giovani e senza fattori di rischio associati (familiarità, "razza" etc..). Insomma, una sorta di contrordine un po' su tutto il fronte.
Ecco le linea guida degli urologi americani (AUA: https://www.auanet.org/advnews/press_releases/article.cfm?articleNo=290, datate maggio 2013) con la sintesi delle raccomandazioni per lo screening del PSA, specie occasionale su richiesta degli assistiti:
Lo screening con PSA negli uomini sotto i 40 anni NON è raccomandato
Lo screening di routine negli uomini di età compresa tra 40-54 anni, a rischio medio, NON è raccomandato
Per gli uomini di età compresa tra 55-69 anni, la decisione di sottoporsi a screening con PSA comporta la valutazione dei benefici di prevenire la mortalità per cancro della prostata in 1 uomo ogni 1.000 nel decennio successivo, a fronte dei noti danni potenziali associati con lo screening e il trattamento. Per questo motivo, il processo decisionale condiviso è raccomandato per gli uomini dai 55 ai 69 anni che hanno preso in considerazione lo screening PSA, e la decisione va presa sulla base dei valori e delle preferenze dei pazienti
Per ridurre i danni dello screening, un intervallo di screening di routine di due anni o più potrebbe essere preferito a screening annuali per gli uomini che hanno partecipato al processo decisionale condiviso e deciso di effettuare lo screening. Rispetto allo screening annuale gli intervalli di screening biennali consentono maggiori benefici e riducono sovradiagnosi e falsi positivi
Lo screening del PSA non è raccomandato in uomini di età superiore ai 70 anni o con aspettativa di vita di 10-15 anni .
Ora speriamo che anche i Media, dopo aver pubblicizzato a tappeto e in modo acritico la necessità del PSA, diano altrettanta diffusione a queste prudenti raccomandazioni, che arrivano dalla maggiore associazione professionale degli urologi a livello mondiale.
Lo screening con PSA negli uomini sotto i 40 anni NON è raccomandato
Lo screening di routine negli uomini di età compresa tra 40-54 anni, a rischio medio, NON è raccomandato
Per gli uomini di età compresa tra 55-69 anni, la decisione di sottoporsi a screening con PSA comporta la valutazione dei benefici di prevenire la mortalità per cancro della prostata in 1 uomo ogni 1.000 nel decennio successivo, a fronte dei noti danni potenziali associati con lo screening e il trattamento. Per questo motivo, il processo decisionale condiviso è raccomandato per gli uomini dai 55 ai 69 anni che hanno preso in considerazione lo screening PSA, e la decisione va presa sulla base dei valori e delle preferenze dei pazienti
Per ridurre i danni dello screening, un intervallo di screening di routine di due anni o più potrebbe essere preferito a screening annuali per gli uomini che hanno partecipato al processo decisionale condiviso e deciso di effettuare lo screening. Rispetto allo screening annuale gli intervalli di screening biennali consentono maggiori benefici e riducono sovradiagnosi e falsi positivi
Lo screening del PSA non è raccomandato in uomini di età superiore ai 70 anni o con aspettativa di vita di 10-15 anni .
Ora speriamo che anche i Media, dopo aver pubblicizzato a tappeto e in modo acritico la necessità del PSA, diano altrettanta diffusione a queste prudenti raccomandazioni, che arrivano dalla maggiore associazione professionale degli urologi a livello mondiale.
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