giovedì 10 gennaio 2019

L’immigrazione è un inganno

Roma, 10 gen – Immancabile, con l’arrivo del nuovo anno, si è riaffacciata con prepotenza la vexata quaestio dell’immigrazione di massa. Che, come al solito, viene affrontata a senso unico, in coerenza con i dettami del pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto. La grande narrazione la conoscono ormai anche i muri: vi sono disperati in Africa che premono alle porte dell’Occidente europeo, in attesa di essere salvati dalla loro miserrima condizione. Chi si opponga a ciò è, eo ipso, un irredimibile xenofobo, un populista senza cuore, un potenziale Hitler. Questa, appunto, la narrazione egemonica, che è poi il punto di vista del padronato cosmopolitico. Vale, oggi come (e più di) ieri, il noto teorema di Carlo Marx: le idee dominanti sono le idee della classe dominante. Più precisamente, sono il rapporto di forza dominante esaminato dal punto di vista delle idee. Che, appunto, egemonizzano anche l’immaginario di chi, dominato, tutto l’interesse avrebbe a opporsi a tale narrazione e a tale rapporto di forza asimmetrico.


E che invece lo subisce passivamente, prendendo per buone e universalmente valide le idee dei dominanti, che sempre e solo legittimano, appunto, il loro dominio. Rovesciamo la narrazione dominante, dunque. Pensiamo altrimenti. I pedagoghi del mondialismo e i signori del padronato turbocapitalistico hanno già deciso. Deportano migranti in vista dei propri interessi legati al profitto. Destabilizzano il continente africano con bombardamenti umanitari, interventismi etici, imperialismi terapeutici. E, così, determinano lo sradicamento dei popoli africani, costretti a fuggire per mare verso l’Europa, pronta ad “accoglierli”, cioè a sfruttarli senza pietà.


Ecco il vero obiettivo dell’immigrazione di massa: 1) terzomondizzare l’Europa e ridurne la popolazione al rango di una nuova plebe policroma e atomizzata, 2) creare concorrenza al ribasso nel mondo del lavoro, usando i nuovi schiavi deportati dall’Africa con “navi umanitarie”, 3) imporre e generalizzare il profilo del migrante come sradicato senza diritti, 4) dissolvere il popolo come “unità etica” (Hegel) cosciente, con lingua, identità e storia condivisa. Ecco spiegata l’immigrazione di massa e l’amore infinito che la Destra del Danaro e la sua serva fedele, la Sinistra del Costume, provano per l’immigrazione: è l’amore del vampiro per il sangue. Vi è chiaro l’inganno? La Destra del Danaro deporta africani da sfruttare e con cui abbassare le condizioni generali del lavoro. La Sinistra del Costume, abbandonata la lotta di classe e divenuta docile serva del padronato cosmopolitico, dice con le lacrime agli occhi che bisogna accogliere e aprire i porti. Unica eccezione, nel quadrante sinistro: il comunista Marco Rizzo, a cui va il merito di aver compreso la vera natura di classe dell’immigrazione di massa come arma nelle mani dei dominanti.

Non è difficile da capire. I dominanti gestiscono lavoro ed economia. E difendono solo ciò che non va a toccare contro i loro interessi lavoro ed economia. Volete lottare per il lavoro, i diritti sociali, i salari e contro il precariato? Non ve lo consentono. Volete aprire i porti e favorire la deportazione di schiavi, pardon la libera circolazione di merci e persone? Certo che ve lo consentono! Anzi, è ciò che essi vogliono. Ecco spiegata la questione immigrazione di massa e il vile servilismo delle sinistre al guinzaglio della classe dominante. Dal sontuoso attico di Nuova York, come sempre cinto da noia patrizia, il bardo cosmopolita – che mai spende una parola, ovviamente, per i lavoratori e gli sconfitti del mondialismo – è già pronto a calzare la risibile maglietta rossa, a sostegno dell’élite turbofinanziaria.

“Aprite i porti”, dicono le classi dominanti dai loro blindatissimi palagi. Obiettivo? Attirare masse di disperati da sfruttare al meglio. Creare rivolte orizzontali tra subalterni autoctoni e migranti. Abbassare le condizioni delle classi subalterne in generale.

Diego Fusaro

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