venerdì 9 settembre 2011

CON LA MANOVRA PAGANO TUTTI TRANNE LA CASTA


In pratica:
  1. l’abolizione delle 50 mila poltrone di cui si parlava l’11 di agosto sembra svanita nel nulla;
  2. il dimezzamento del numero dei parlamentari sembra anch’esso svanito nel nulla;
  3. l’abolizione delle Province è restata ma rimandata a un disegno di legge costituzionale (cioè perdete ogni speranza o voi che tagliate…);
  4. con una mossa da furbetti dell’ultima ora i parlamentari col doppio stipendio si sono autoridotti anche il taglio all’indennità (doveva essere il 50 per cento del totale, sarà invece solo del 20 per cento per la quota sopra i 90mila euro e del 40 per cento  per la quota sopra i 150mila euro);
  5. sempre con la mossa dei furbetti dell’ultima ora i parlamentari si sono annacquati (e di fatto annullati) anche la norma che prevedeva l’incompatibilità con altre cariche: così potranno continuare a occupare doppia poltrona (per esempio: da assessore e da parlamentare) con relativa doppia indennità.
 A questo punto mi domando se nei palazzi romani hanno capito fino a che punto  è arrivata l’indignazione e l’insofferenza del Paese.  Temo di no. E temo che questo sia assai rischioso. Non è tollerabile che i parlamentari con una mano votino per imporre agli italiani nuovi sacrifici, con l’altra lavorino per difendere i loro privilegi. Gli italiani non sono più disposti ad accettarlo. Cosa bisogna fare per farglielo capire?