venerdì 2 settembre 2011

LAMPADE A RISPARMIO ENERGETICO


Si è detto, negli articoli precedenti, che il funzionamento delle lampade a fluorescenza o CFL, è basato su un’apparecchiatura che innalza la tensione e genera un campo elettromagnetico. E’ lecito dunque domandarsi: le lampade a fluorescenza, oltre che per il loro contenuto di mercurio, sono pericolose anche per i campi elettromagnetici che generano? Una domanda che, premessa ed accertata la pericolosità dei campi EM, diventa quasi scontata. Si potrebbe rispondere che, visto che la diffusione di questo tipo di lampade è stata imposta dalla Comunità Europea, si possa stare tranquilli. Davvero?
Mantenere una distanza di almeno 30 centimetri dalle lampade a risparmio energetico,
soprattutto se queste restano a lungo accese, come nel caso delle lampade da scrivania.
Indovinate chi dice questo… È nientemeno che il consiglio diffuso dall’Ufficio federale della Sanità Pubblica Svizzera, che prende le mosse da uno studio realizzato dalla “It’Is Foundation” (Foundation for Research on Information Technologies in Society) di Zurigo, pubblicato il 21 Marzo del 2010 e intitolato Assessment of EM Exposure of Energy-Saving Bulbs & Possible Mitigation Strategies. L’indagine, attraverso un nuovo metodo di misura basato su un manichino e una simulazione al computer, ha effettuato una stima delle correnti elettriche indotte nel corpo umano dai campi elettromagnetici generati delle lampade a risparmio energetico.
 Il documento originale di 83 pagine in inglese potrete scaricarlo cliccando QUI).
Quali i possibili problemi? Ecco un elenco:
Rischio infiammazioni ed eritemi. Per tutte le lampade a basso consumo esaminate nello studio, i valori rilevati a una distanza di 30 centimetri risultano ampiamente al di sotto (inferiori al 10%) dei valori limite fissati dall’International Commission for Nonionizing Radiation Protection e riconosciuti a livello internazionale. Se tuttavia la distanza diminuisce, i valori misurati crescono rapidamente fino superare in alcuni casi i limiti stabiliti. Le correnti elettriche generate nel corpo umano dai campi elettromagnetici a bassa e media frequenza, emessi dalle lampade a basso consumo, ad una certa intensità possono provocare infiammazioni dei nervi e dei muscoli. Inoltre, in certe condizioni le lampade a risparmio energetico con tubo fluorescente lasciano filtrare una piccola quantità di raggi ultravioletti: è possibile quindi che si formino eritemi cutanei dopo una lunga esposizione a una distanza al di sotto dei 20 centimetri.
Consiglio: tenersi almeno a 30 cm di distanza. A differenza delle lampade a risparmio energetico, le lampade a LED e le tradizionali lampade ad incandescenza producono generalmente solo campi elettromagnetici molto deboli. Secondo i risultati dello studio, i campi elettromagnetici delle lampade a risparmio energetico non producono effetti negativi sulla salute, a condizione che si rispetti una distanza minima di 30 centimetri. Pertanto a titolo precauzionale, l’Ufficio federale della sanità pubblica di Berna suggerisce di mantenere la giusta distanza, in particolare se le lampade restano a lungo accese, come nel caso di quelle da scrivania o da comodino per la lettura.