lunedì 18 marzo 2019

L’affare del secolo: “Climate change” – Vari interventi illuminanti

Cominciai ad interessarmi delle teorie sull’ AGW (Antropic Global Warming) solamente tre anni fa, per il fatto incidentale di aver visto Carlo Rubbia (che è pur sempre un Nobel della Fisica) contestare il problema in Senato, con osservazioni pertinenti, che mi erano fino ad allora ignote. Da allora cominciai a scoprire che esistono moltissimi elementi di contestazione della tesi che le attività umane siano causa di variazioni termiche del pianeta, la quale col tempo mi è apparsa sempre di più come una colossale menzogna ascientifica e interessata.

Ora, avendo fatto ingegneria e fisica all’Università so bene come sia facile selezionare appositamente i dati allo scopo di far comparire il risultato che si vuole (io, volendo, potrei selezionarli in modo da sostenere la tesi che la temperatura sia in diminuzione, oppure stazionaria, è facilissimo). Ed ho avuto modo di constatare che sui media mainstream viene data voce solo agli scienziati globalwarmisti, mai ai numerosissimi (compresi alcuni premi Nobel) che dichiarano parere opposto.
Ma che cosa può avere spinto molti scienziati a mentire ?

Semplice: i soldi.

Quando un movimento politico procura finanziamenti ai sostenitori di una tesi e nessuno ai sostenitori della tesi opposta i dipartimenti universitari faranno di tutto per incoraggiare le ricerche redditizie e scoraggiare quelle opposte.
Dopo un po’ di tempo si crea un clima generale per cui molti non si rendono nemmeno più conto di lavorare in un circuito chiuso nel quale solo alcune informazioni vengono messe in evidenza nei convegni, nei papers, nei gruppi di ricerca, e perdono completamente di vista le informazioni di segno opposto, che non hanno visibilità e vengono emarginate, per cui la tesi dominante sembra essere “ovviamente naturale”.

E che cosa può avere spinto i politici a finanziare questo genere di ricerche ?
C’è il fatto generale che qualunque “pericolo”, vero o presunto, fa sempre comodo ai politici per agitare la paura come motivazione a stare uniti ed accettare una politica autoritaria.

Ma ci sono chiare implicazioni particolari, all’interno di questa dinamica.

Inizialmente lo sponsor dell’AGW fu Margaret Tatcher, la quale si rese conto che quel filone dell’ecologismo poteva essere sfruttato per mettere in cattiva luce il consumo di combustibili fossili (emissione di anidride carbonica), che dipendono dalla politica degli stati petroliferi, facendo spazio così alla tesi della bontà ecologica nucleare (salvo quando una di esse salta per aria, evento sgradevole per niente irrealistico, visto che ogni tanto si realizza).

Ma la tesi AGW ha subito trovato applicazione per contrastare lo sviluppo del Terzo Mondo, che con tappe forzate di industrializzazione tardiva produce l’equivalente degli inquinamenti passati del nostro mondo già industrializzato.
Oggi la macchina globalwarmista può avere una nuova funzione supplementare: agitare la paura che convinca gli ingenui ad approvare sempre più vasti interventi di geoingegneria sull’atmosfera del pianeta.

La quale ha grandi implicazioni militari, politiche ed economiche.

In presenza di continuo aumento delle attività industriali, e quindi di emissioni antropiche, la temperatura terrestre ha affrontato tre periodi di incremento, due di diminuzione, uno stazionario.
Visto l’andamento nei secoli, tutto corrisponde al picco bimillenario, il cui precedente è stato all’epoca di Cesare Augusto.
In mezzo c’è stato il piccolo rialzo intorno all’anno mille.
La piccola glaciazione del XVI secolo è nota dalle cronache dell’avanzamento di nevi e ghiacci.
Le oscillazioni termiche precedenti a tre secoli fa sono avvenute nel mondo preindustriale.
E i grafici odierni riproducono ancora quello stesso andamento oscillante multiperiodico.

La temperatura terrestre non è mai stata ferma da quando il pianeta esiste.

Però con la geoingegneria puoi provocare tempeste tifoni terremoti tsunami riscaldamenti o raffreddamenti locali.
Questo è un altro discorso: anche la tecnologia militare non sta mai ferma, non si riesce mai a trattenerla.
E infatti la propaganda sull’inesistente effetto antropogenico sulle temperature, basato sulla amenità della produzione di CO2 (prevalentemente naturale e molto minoritariamente artificiale) fa da ottima base non solo per cercare di frenare lo sviluppo del terzo mondo, contestando le sue emissioni, ma anche a supporto della presunta necessità di ampliare le attività della geoingegneria per “difendersi dalle variazioni climatiche”.

Il vecchio documento dell’Air Force statunitense, “Owning the weathwr as force multipler” chiarisce bene le idee fin dal 2005.

Vincenzo Zamboni

Fonte
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2019/03/16/laffare-del-secolo-climate-change-di-vincenzo-zamboni/
http://altrarealta.blogspot.it/