29 DICEMBRE 1980 WOUNDED KNEE
L'AMERICA È MOLTO MA MOLTO IN DEBITO CON L'UNIVERSO
Ha costruito i suoi spazi con il sangue di troppi innocenti
In questo giorno, nel 1890, a Wounded Knee, nel Sud Dakota, non avvenne una battaglia.
Avvenne un massacro.
Più di duecento Lakota, in gran parte donne, bambini e anziani, furono uccisi dall’esercito degli Stati Uniti mentre erano accampati e praticamente disarmati.
Il pretesto fu il controllo delle armi.
La realtà fu la paura di un popolo che non voleva più piegarsi.
La cosiddetta Ghost Dance non era una minaccia militare, ma un rito di speranza.
Un ultimo tentativo di tenere viva l’identità, la memoria, la dignità.
Venne interpretata come ribellione.
E repressa con i cannoni.
A Wounded Knee non morì solo la gente.
Morì l’illusione che la conquista fosse civilizzazione.
Morì l’idea che la forza potesse cancellare una cultura senza lasciare cicatrici.
Molti dei soldati coinvolti ricevettero persino medaglie.
I morti, invece, una fossa comune sotto la neve.
Ricordare Wounded Knee non serve a riaprire ferite.
Serve a non chiamare mai progresso ciò che nasce dal sangue degli indifesi

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