Bettino #Craxi, l’uomo che non si piegò mai.

Bettino #Craxi, l’uomo che non si piegò mai. Immaginate un’Italia strangolata dalle crisi petrolifere, inflazione al 13,5%, un’economia in ginocchio: lui la risolleva, la porta al quinto posto tra le potenze industriali mondiali, quarta escludendo l’URSS agonizzante con salari che crescono oltre l’inflazione, Moody’s che assegna il triplo AAA mai più rivisto.
Non un mago, un leader che osò: tagliò la scala mobile contro i sindacati massimalisti, impose scontrini fiscali agli evasori, modernizzò un Paese malato. Eppure, lo hanno seppellito sotto Tangentopoli, come se lui solo tra tutti i partiti meritasse il patibolo giudiziario. Empatia per chi lo vide demonizzato: un socialista che sfidò il PCI berlingueriano, proponendo alternanza vera, non compromessi sterili con Mosca.
Sigonella, 1985: la pagina più pura della nostra sovranità. Quattro terroristi palestinesi dirottano l’Achille Lauro, uccidono Leon Klinghoffer. Reagan intercetta l’aereo egiziano con la Delta Force, lo forza su suolo italiano senza un cenno a Craxi. Lui, nel cuore della notte, ordina: “Nostra giurisdizione”. Carabinieri e VAM circondano gli americani armi in pugno – tre cerchi concentrici di tensione, blindati che arrivano da Catania. Reagan telefona furioso: Craxi non cede. “La nave è italiana, i reati sono nostri”. I terroristi processati qui, Abu Abbas libero per mancanza di prove immediate. Un “No” che echeggia: l’Italia non è colonia.
Esule a Hammamet, muore latitante il 19 gennaio 2000, arresto cardiaco, solo con il diabete che lo consuma. Fuggì da processi politicizzati due condanne definitive su corruzione e finanziamento illecito, ma lui ammise: “Tutti i partiti lo facevano, complici per decenni”. Victimizzato dai media, espulso dal Raphaël a Milano tra sputi e urla. Provocatorio dirlo oggi? Sì: Craxi pagò per un sistema che lui non inventò, ma sfidò. Difese Bourguiba in Tunisia, Arafat come mediatore, Gheddafi da bombardamenti USA avvisandolo in segreto per evitare caos mediterraneo. Statista che vide l’Europa unita, il socialismo libertario contro leninismo, diritti civili con radicali.
Ideologia profonda: in un’Italia di sudditi, Craxi fu l’ultimo patriota eretico. Non piegò la schiena agli USA, né al moralismo ipocrita di Mani Pulite che spazzò la Prima Repubblica senza rigenerarla. Toccante pensarlo esule, figlia Stefania che lo difende, sostenitori che lo piangono ancora. Lui, che istituì pari opportunità per donne, protezione sociale, risanò un’economia ereditata distrutta. Provocazione finale: se fosse vivo, vedrebbe un’Italia sottomessa, debiti esplosi senza il suo rigore, sovranità svenduta. Craxi ci insegna: la grandezza sta nel non chinarsi, anche se ti crocifiggono. Un grande italiano, punto.
Chi lo nega, piega la propria schiena alla Storia riscritta.







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