NÉ DIGNITÀ NÉ UMANITÀ
NÉ DIGNITÀ NÉ UMANITÀ: SEI SOLO UNA VERGOGNA
Bilancio 2026. Firmato dalla premier prevede + 330 milioni per consumi e spese, -180 su comuni, politiche abitative e spazio
Bilancio 2026 di Palazzo Chigi: più soldi alla casta, ma tagli alle periferie e ai disabili
Un aumento delle spese di 330 milioni di euro rispetto al 2025, ma tagli per 180 milioni su politiche ritenute meno strategiche e sui consumi. Tagli che riguarderanno anche alcune voci di spesa che dovrebbero essere care alla premier: periferie e politiche abitative, digitale, spazio e disabilità. È la ricetta del governo Meloni per tenere i conti “in ordine” e contribuire, come gli altri ministeri, al bilancio dello Stato. Un’indicazione sulle priorità del governo nell’ultimo anno prima delle elezioni politiche del 2027.
Il bilancio 2026 della presidenza del Consiglio è stato approvato il 4 dicembre, a firma della premier, e inviato alla commissione Bilancio della Camera. 421 pagine di numeri e tabelle – che il Fatto pubblica in anteprima – che confermano la necessità del governo di tagliare in maniera lineare una quota del 5% per ogni dipartimento della Presidenza del Consiglio e per tutte le spese sopra i 5 mila euro, come per gli altri ministeri. Nella nota preliminare si specifica che, oltre ai tagli già previsti, Chigi nel 2026 risparmierà ulteriori 50 milioni per effetto della manovra oltre agli ulteriori 50 che, dal 2013 in poi, la presidenza risparmia strutturalmente per le norme legate alla spending review. In tutto 180 milioni.
Nonostante questo, il prossimo anno il Bilancio della presidenza del Consiglio lieviterà: passerà da 5,3 a 5,7 miliardi con un aumento, quindi, di 331 milioni. Più soldi per specifiche missioni: +163 milioni per il segretariato generale (cioè tutta la macchina di Palazzo Chigi), +19,9 milioni per il personale dovuti a nuovi compiti, assunzioni e rinnovi contrattuali, mentre altri 141 milioni sono legati all’8 per mille. Chi può esultare è il ministro Nello Musumeci che tra “Casa Italia”, “Protezione Civile” e “Mare” vede aumentare le spese di circa 70 milioni soprattutto per gli incrementi dei fondi per ricostruzione e messa in sicurezza del territorio. Salgono anche gli investimenti per Famiglia e Pari Opportunità della ministra Eugenia Roccella con una spesa maggiore di 80 milioni nel 2026 di cui, per citarne alcune voci, 12 relativi al piano contro la violenza sulle donne, Giovani e Sport (+95 milioni) tra servizio civile universale ed eventi sportivi e Coesione (+2,3 milioni). Aumentano di 3 milioni invece le spese per il nuovo Dipartimento del Sud affidato al sottosegretario Luigi Sbarra. E ancora: 2 milioni di euro sono destinati per le celebrazioni a carattere nazionale, 700 mila euro per l’80° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, 480 dal monitoraggio delle grandi opere e altri 700 mila per il commissario per gli Europei di calcio del 2032 e per lo sviluppo del ciclismo al Sud.
A fronte di questi aumenti di spesa, Palazzo Chigi – come detto – risparmia 180 milioni. I tagli maggiori riguardano alcuni dipartimenti a cui, sulla carta, Meloni dovrebbe tenere molto. Record negativo per le politiche spaziali e aerospaziali (-29,7 milioni), di cui 29 milioni per l’investimento su nuove tecnologie satellitari ed economia spaziale previste dal Pnrr da contrapporre a quello di “Starlink” di Elon Musk. 30 milioni vengono tagliati anche alle politiche per la disabilità della ministra leghista Alessandra Locatelli con i risparmi che vengono dalla riduzione di 15 milioni del fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità e un altro milione per l’osservatorio sulla condizione delle persone con disabilità. Tagli di 14,8 milioni anche per le politiche di innovazione e trasformazione digitale del sottosegretario meloniano Alessio Butti.
A guardare le singole voci di spesa, i tagli maggiori poi riguardano gli enti locali e gli investimenti legati al Pnrr. Un milione viene tolto agli enti locali per gli interventi di settore (zone montane, province autonome, isole), 20 all’Agenda digitale italiana e altri 22 dalla voce “politiche abitative e riqualificazione delle periferie”.
A ridurre le spese sono anche i dipartimenti della Funzione Pubblica del forzista Paolo Zangrillo (-3,8 milioni) e in misura minore i dicasteri più piccoli: il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini risparmia 25 mila euro sui crediti d’imposta, Giovanbattista Fazzolari 8,6 mila sul controllo dell’azione di governo, i ministri Tommaso Foti e Luca Ciriani sui rimborsi per le missioni all’estero (9 mila in tutto) e il sottosegretario Alfredo Mantovano sulle politiche contro la droga (poco più di mille euro).
Il Fatto Quotidiano

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