TOPINAMBUR
E' nel Veneto dove si trovano le maggiori aziende che producono il Topinambùr, il fiore del sole, ricco di proprietà nutritive e salutistiche. La sua riscoperta come cibo si inserisce nella ricerca sempre più attenta di prodotti naturali che contribuiscano al benessere psicofisico.
E' impiegato, tra l'altro, nelle diete dimagranti e per contrastare il colesterolo, per controllare il diabete e per abbattere la glicemia e la gotta. Ma questi non sono che alcuni benefici che si mettono in evidenza. E' ricco di vitamine A e B, di ferro e di potassio. Una pianta, in sostanza, che nutre e che fa bene, che sembra proprio a misura delle diete ipocaloriche tanto di moda oggi.
E', inoltre, considerato un nemico naturale delle mosche che non ne sopportano il profumo. In realtà, è una pianta infestante: parliamo di quella che cresce spontanea quando incomincia l'autunno, i cui fiori gialli rallegrano il paesaggio. Cresce, in particolare, su terreni umidi in vicinanza di corsi d'acqua, su aree abbandonate, ai margini di campi coltivati. Sono i fiori del sole, come dice il loro nome scientifico: Helianthus tuberosus (parola composta da due termini greci, helios, sole e da anthos, fiore). Il topinambùr, della famiglia delle Asteraceae, è originario della prateria del Nord Americhe e in particolare del Canada. Si diffuse in Europa molto rapidamente.
E' stato usato a partire dal XVI secolo come alimento, spesso accanto o in alternativa alla patata, tanto che viene chiamato anche patata del Canada. Alcuni altri nomi popolari: fior di sole, girasole del Canada, tartufo di canna, pera di terra, carciofo di Gerusalemme, picciriddi, tirituffoli, tupinambo.
Si mangiano le radici bitorzolute (tuberi), che si caratterizzano per la buccia rossastra e la polpa bianca. Il sapore si avvicina a quello del carciofo. Il topinambùr coltivato, a differenza di quello spontaneo, ha pochissimi fiori. In cucina è molto versatile: si possono preparare tantissimi piatti, saporiti e diversi. In Italia se ne coltivano poco più di 5 mila quintali, una parte dei quali viene esportata, soprattutto nel Nord Europa. Quotazioni sostanzialmente stabili: alla produzione siamo attorno ai 2 euro al chilo o poco più. Conferma la stabilità di produzione e di quotazione Franco Zanette, socio OPO Veneto, il re del topinambùr, la cui azienda "La Perla"di Arcade, nel Trevigiano, è decisamente leader nel settore.
[da ortoveneto.it - Angelo Squizzat
NOME ITALIANO: TOPINAMBUR, GIRASOLE DEL CANADA, TARTUFO DI CANNA, CARCIOFO DI GERUSALEMME.
E’ una pianta perenne ed infestante. Il termine latino Helianthus significa fiore del sole ( dalle parole greche élios, sole ed ànthos, fiore ), tuberosus vuol dire che ha i tuberi. Il fusto è abbastanza robusto e peloso, a volte rossiccio e ramificato solo nell’ultima parte. Può raggiungere i due metri d’altezza. Le foglie sono ovali allungate ed hanno il margine seghettato. Da novembre a febbraio, quando il fiore non c’è più, si raccolgono i tuberi, che si presentano bitorzoluti ( i migliori sono quelli allungati ), e si puliscono con la spazzola sotto l’acqua. I tuberi si possono grattugiare crudi oppure condire in insalate.
PRIMA INSALATA. Rape rosse, topinambur a fettine ( il topinambur va tagliato per lungo e non a rondelle! ) carote grattugiate, gherigli di noci a pezzetti, olio, sale e limone.
SECONDA INSALATA. Cuore di carciofo a spicchi, topinambur a fettine, rattarola ( picridium vulgare ), insalata dö murö ( sonchus tenerrimus ), olio, sale e limone.
ZUPPA DI TOPINAMBUR. Far soffriggere cipolla ed aglio nel burro ed aggiungere fettine di topinambur, sedano, prezzemolo, allungare con acqua e foglie d’alloro, far bollire per quindici minuti e poi versare su "pane abbrusco".
fonte Villa Santo Stefano
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