mercoledì 2 novembre 2011

PREPARARSI AL COLLASSO


«Per fare i nostri interessi abbiamo portato il paese al 50% di pressione fiscale, al declino economico, all’emergenza finanziaria. Che opportunità di profitto ci offre questa situazione? Enormi opportunità. La gente ha paura, quindi può essere indotta a darci altri soldi, altre tasse, e ad accettare altri tagli, per evitare la catastrofe. Noi così facciamo cassa, portiamo all’estero, facciamo quadrare più o meno i conti, rassicuriamo i partners dell’Eurozona, e passiamo l’inverno. L’anno prossimo il problema si ripresenterà e noi metteremo nuove tasse. Quando non sarà più possibile tassare, metteremo ipoteche forzose sul mattone, lo prenderemo come garanzia per altri prestiti, per fare ancora cassa e pagare i btp detenuti dalle banche tedesche e francesi, in modo che ci lasciano continuare a depredare gli italiani. Così tiriamo avanti altri due o tre anni, aiutandoci se serve con elezioni o un nuovo governo, il solito teatrino delle passioni politiche, e poi il paese collassa, passa a gestione diretta franco-tedesca, dopo un poco ce lo ricomperiamo con i soldi messi all’estero, e magari torniamo in sella, amministrando e rubando sotto il potere straniero – non ce ne può fregar di meno.»
In base ai precedenti storici e al comportamento attuale, è assurdo pensare che la classe politica italiana abbia la capacità e l’interesse di risanare e risollevare il paese. Se essa ha un disegno, è un disegno opposto a questo: spennare, poi spennare di più sfruttando l’emergenza. Da quando la crisi incalza, la qualità della sua gestione peggiora, anziché migliorare. Non ha più progetti. Punta solo a far quadrare i conti dell’esercizio in corso. Assurdo è pensare o proporre di trasferire ulteriori risorse, togliendole alla sua vittima, alla società civile. Sa che il sistema è prossimo a saltare e vede che già ora l’UE e la BCE le portano via le leve del potere, la sovranità e la politica monetaria, fiscale, creditizia, previdenziale… Quindi arraffa l’arraffabile. Non può pensare a lungo termine nè ad altro che al proprio lucro.
 Logico è pertanto prepararsi al collasso del paese secondo le tendenze già in atto e già avanzate. Il collasso potrà avvenire tra il 2012 e il 2014. La casta cerca di differirlo, per avere il tempo di completare il saccheggio del paese sfruttando le opportunità offerte dall’emergenza. Ma non è detto che vi riesca.CONTINUA