COSA AVETE DA PERDERE?
Provate a immaginare come sarete fra 120 o 130 anni.
Lo so, è una domanda che non vi viene posta di frequente; tuttavia è una domanda d’importanza capitale. Se vi riesce, scartate immediatamente ogni scontata risposta da “terricolo” medio-cre, il quale con un sorriso ebete sulla faccia solitamente replica: “Beh… diavolo… che domanda… sarò un metro sottoterra. Decisamente non bello da vedere.”
E disponetevi all’ascolto interiore.
Cosa sarà rimasto di voi? Davvero finirà tutto in un pugno di polvere? Allora perché arrabattarsi tanto nel corso di questi anni? Se trovate ancora la forza di lottare nella materia è perché in fondo, dentro di voi, lo sapete che non finisce tutto qui… e che fra 120 anni ci sarete ancora… eccome.
Lo so, è una domanda che non vi viene posta di frequente; tuttavia è una domanda d’importanza capitale. Se vi riesce, scartate immediatamente ogni scontata risposta da “terricolo” medio-cre, il quale con un sorriso ebete sulla faccia solitamente replica: “Beh… diavolo… che domanda… sarò un metro sottoterra. Decisamente non bello da vedere.”
E disponetevi all’ascolto interiore.
Cosa sarà rimasto di voi? Davvero finirà tutto in un pugno di polvere? Allora perché arrabattarsi tanto nel corso di questi anni? Se trovate ancora la forza di lottare nella materia è perché in fondo, dentro di voi, lo sapete che non finisce tutto qui… e che fra 120 anni ci sarete ancora… eccome.
Finalmente, fra 120 anni sarete in grado di capire cosa aveva davvero importanza e cosa no, oggi, nel 2013. Forse il valore dello stipendio mensile, dell’automobile e del cellulare verranno ridimensionati. Forse vi sentirete a disagio per aver provato tutti quei dubbi, quelle paure, quelle ansie, quei tentennamenti… Forse capirete che non valeva la pena litigare, arrabbiarsi, starci male per mesi, non perdonare solo per orgoglio…
Una ricerca di qualche anno fa condotta sui malati terminali ha fatto emergere che il maggior rimpianto di queste persone prima di andarsene è quello di non aver osato abbastanza… di essere rimaste condizionate per anni da stupide paure, dal terrore di quello che avrebbero detto gli amici, i vicini, i parenti o lo stesso partner… se avessero osato di più.
Quanto condiziona le vostre azioni la paura di avere qualcosa da perdere ad andare controcorrente.
Ma cosa avete da perdere?
Ma cosa avete da perdere?
Adesso sono passati 120 anni. Non avete più uno stipendio, un partner, dei figli, una casa, un’automobile… nulla, nemmeno un corpo. Avete perso tutto. Era inevitabile. E lo sapevate bene che sarebbe andata a finire così. Tutto ciò che adesso vi rimane è la gioia per aver vissuto una vita piena, oppure il rimpianto per non aver osato… quella volta.
La paura che la vostra reputazione – che rappresenta la debolezza del vostro ego – possa venire intaccata, vi costringe a una miseria dello spirito.
Vi dico tutto questo perché sto per chiedervi di candidarvi nel PIN alle elezioni che ci saranno in molti comuni d’Italia il 26 e il 27 Maggio. Non voglio certamente convincervi, non perché io possieda particolari virtù etiche da sbandierare, ma solo perché convincervi sarebbe controproducente: il Fuoco interiore che rende indomiti, non si può generare perché si è stati convinti da qualcuno. Voglio tuttavia invitarvi a una riflessione: chiedetevi perché non dovreste candidarvi, se siete in sintonia con le idee del PIN. Cosa avete paura di perdere?
In fondo voglio unicamente invitarvi a immaginare voi stessi fra 120 anni.
In fondo voglio unicamente invitarvi a immaginare voi stessi fra 120 anni.
Giovedì 14 Marzo a Roma, alle ore 17:30, presso la sede del PIN (pza San Lorenzo in Lucina, 21) si terrà una riunione riservata agli abitanti del Lazio che sono incuriositi dalla possibilità di candidarsi nelle fila del PIN, come sindaci del loro comune oppure come consiglieri. Parteciperanno sia Armando Siri che Salvatore Brizzi.
Scarica la locandina dell’evento.
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Salvatore Brizzi
DESIDERANTES MELIOREM PATRIAM
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