LE VERITA' "SUPPOSTE"
Le verità dei media sono “supposte”, non nel senso che si presume siano in un modo ma potrebbero anche essere in un altro, bensì nel senso che ci vengono introdotte nel deretano in maniera progressiva e con l’aiuto d’un lubrificante.
Dopo la morte di Saddam, Gheddafi e Castro ora è toccato a Hugo Chavez. Si vedrà nei prossimi mesi/anni se anche lo stesso Ahmadinejad (presidente iraniano) farà la stessa fine.
Al fianco del feretro del presidente venezuelano Hugo Chavez hanno effettuato la guardia d’onore anche il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, accompagnato dal figlio, e il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Quest’ultimo, in lacrime, ha baciato la bara dell’alleato e ha stretto il pugno. “Per noi è un grande dolore perché abbiamo perso un amico”, aveva detto Ahmadinejad arrivando all’aeroporto nella notte, a capo della delegazione di Teheran, “mi sento come se avessi perso me stesso, ma sono sicuro che lui vive ancora. Chavez non morirà mai, il suo spirito e la sua anima vivono nei nostri cuori”.
Perché Ahmadinejad mi è sempre stato particolarmente simpatico l’ho ampiamente spiegato in questi due post:Ahmadinejad 1 e Ahmadinejad 2.
Cosa si nasconde dietro l’uccisione del colonnello Gheddafi l’ho spiegato in questo post: Chi era Muammar Gheddafi.
Ma ora parliamo di Chavez. Il Venezuela, nei decenni passati, come tutti i Paesi dell’America Latina ha sofferto molto le regole dei banchieri usurai del FMI (Fondo Monetario Internazionale), ma da quando al governo è arrivato Hugo Chavez, ha cessato ogni relazione di dipendenza con questa organizzazione internazionale. Già nel 2007 Hugo Chavez aveva annunciato che il Venezuela avrebbe estinto i debiti con la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale esigendo la restituzione del denaro depositato. Così parlò a quei tempi il capo dello Stato, intervenuto a Caracas in occasione della vigilia della giornata dei lavoratori: “Non abbiamo bisogno di Washington, della Banca Mondiale o del Fondo Monetario Internazionale”, ha detto, “tutti questi organismi non ci servono e li lasceremo”.
Prese di posizione piuttosto azzardate… se vuoi restare vivo a lungo su questo pianeta…
Il paese sudamericano ha estinto il debito con il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale e nel 2007 ha costituito il Banco del Sur (Banca del Sud, un nuovo fondo monetario indipendente) a cui hanno fin da subito aderito Argentina, Brasile, Bolivia, Ecuador, Paraguay e Uruguay. Il Venezuela ha recuperato interamente la sua sovranità; le sue orme potrebbero essere seguite da tanti altri paesi sudamericani… o addirittura europei (la speranza è l’ultima a morire).
Il presidente venezuelano ha anche insistito nello sforzo di sottrarre alle compagnie petrolifere straniere il controllo operativo sulla regione dell’Orinoco, nel sud ovest del Paese, la più grande riserva al mondo di greggio, ancora in larga parte intatta. La sua politica di redistribuzione delle ricchezze nazionali fra tutti gli strati della popolazione ha finito per scontrarsi con gli interessi della vecchia oligarchia che controllava il Paese e soprattutto la produzione di petrolio. La rendita derivante dal petrolio andava esclusivamente nelle tasche dell’oligarchia, lasciando nella più completa miseria i due terzi della popolazione; ovviamente l’oligarchia godeva dell’appoggio degli Stati Uniti che praticamente s’impossessavano del petrolio venezuelano a prezzi irrisori. Chavez nel 2007 riuscirà a nazionalizzare la Exxon e la ConocoPhillips, fra le più grandi compagnie petrolifere del mondo; nel 2009 esproprierà 60 imprese che ruotano intorno all’estrazione del petrolio. Nel 2011 nazionalizza l’industria dell’oro e le attività contigue al settore estrattivo.
Il Venezuela riconosce lo Stato di Palestina: per questo e per protesta contro il governo israeliano, che il leader venezuelano accusa di volontà di genocidio contro i palestinesi, Chavez ha espulso l’ambasciatore israeliano nel 2009 interrompendo di fatto le relazioni diplomatiche tra i due Paesi.
Insomma, per rendersi antipatico agli americani ce l’ha messa proprio tutta, quasi più dell’iraniano Ahmadinejad. Per quanto riguarda le circostanze della sua morte, il successore da lui designato Nicolás Maduro ha lanciato l’ipotesi di un tumore con un’iniezione (come un virus) puntando il dito contro il governo di Washington. Il vice del defunto leader, ha parlato di un “attacco scientifico” dietro la malattia di Chavez, “come è già successo con Yasser Arafat”.
L’ipotesi di un possibile complotto organizzato dagli Stati Uniti come spiegazione per diversi casi di cancro che hanno colpito alcuni capi di Stato latinoamericani, fu lanciata un paio di anni fa dallo stesso Chavez. Nel dicembre del 2011, il presidente venezuelano ha definito “possibile” che gli Stati Uniti abbiano sviluppato una “tecnologia per indurre il cancro”, precisando che, anche se non voleva accusare nessuno, comunque esistevano “fatti molto strani e difficili da spiegare”. Aveva citato i casi di Fernando Lugo (allora presidente de Paraguay, ndr), della presidentessa brasiliana Dilma Roussef, quando era candidata, e aveva aggiunto alla lista anche il suo caso, quello della presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner – che non ha però sviluppato la malattia – e dell’ex presidente del Brasile, Inácio da Silva. Tutto questo è un po’ difficile da spiegare, anche usando la legge delle probabilità, aveva commentato Chavez.
Il presidente venezuelano ha costruito un Paese forte; e nei suoi rapporti con l’estero si è sempre rivolto a nazioni come Cina, Russia, Brasile, Iran e in generale a quei Paesi che sono fuori da ciò che in molte occasioni ha definito come “l’egemonia del sistema nordamericano”.
E noi italiani? Per quanto tempo continueremo a pensare che l’“estero” sono solo nordamerica e Israele (che poi è la stessa cosa)?
Salvatore Brizzi
DESIDERANTES MELIOREM PATRIAM
Dopo la morte di Saddam, Gheddafi e Castro ora è toccato a Hugo Chavez. Si vedrà nei prossimi mesi/anni se anche lo stesso Ahmadinejad (presidente iraniano) farà la stessa fine.
Al fianco del feretro del presidente venezuelano Hugo Chavez hanno effettuato la guardia d’onore anche il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, accompagnato dal figlio, e il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Quest’ultimo, in lacrime, ha baciato la bara dell’alleato e ha stretto il pugno. “Per noi è un grande dolore perché abbiamo perso un amico”, aveva detto Ahmadinejad arrivando all’aeroporto nella notte, a capo della delegazione di Teheran, “mi sento come se avessi perso me stesso, ma sono sicuro che lui vive ancora. Chavez non morirà mai, il suo spirito e la sua anima vivono nei nostri cuori”.
Perché Ahmadinejad mi è sempre stato particolarmente simpatico l’ho ampiamente spiegato in questi due post:Ahmadinejad 1 e Ahmadinejad 2.
Cosa si nasconde dietro l’uccisione del colonnello Gheddafi l’ho spiegato in questo post: Chi era Muammar Gheddafi.
Ma ora parliamo di Chavez. Il Venezuela, nei decenni passati, come tutti i Paesi dell’America Latina ha sofferto molto le regole dei banchieri usurai del FMI (Fondo Monetario Internazionale), ma da quando al governo è arrivato Hugo Chavez, ha cessato ogni relazione di dipendenza con questa organizzazione internazionale. Già nel 2007 Hugo Chavez aveva annunciato che il Venezuela avrebbe estinto i debiti con la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale esigendo la restituzione del denaro depositato. Così parlò a quei tempi il capo dello Stato, intervenuto a Caracas in occasione della vigilia della giornata dei lavoratori: “Non abbiamo bisogno di Washington, della Banca Mondiale o del Fondo Monetario Internazionale”, ha detto, “tutti questi organismi non ci servono e li lasceremo”.
Prese di posizione piuttosto azzardate… se vuoi restare vivo a lungo su questo pianeta…
Il paese sudamericano ha estinto il debito con il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale e nel 2007 ha costituito il Banco del Sur (Banca del Sud, un nuovo fondo monetario indipendente) a cui hanno fin da subito aderito Argentina, Brasile, Bolivia, Ecuador, Paraguay e Uruguay. Il Venezuela ha recuperato interamente la sua sovranità; le sue orme potrebbero essere seguite da tanti altri paesi sudamericani… o addirittura europei (la speranza è l’ultima a morire).
Il presidente venezuelano ha anche insistito nello sforzo di sottrarre alle compagnie petrolifere straniere il controllo operativo sulla regione dell’Orinoco, nel sud ovest del Paese, la più grande riserva al mondo di greggio, ancora in larga parte intatta. La sua politica di redistribuzione delle ricchezze nazionali fra tutti gli strati della popolazione ha finito per scontrarsi con gli interessi della vecchia oligarchia che controllava il Paese e soprattutto la produzione di petrolio. La rendita derivante dal petrolio andava esclusivamente nelle tasche dell’oligarchia, lasciando nella più completa miseria i due terzi della popolazione; ovviamente l’oligarchia godeva dell’appoggio degli Stati Uniti che praticamente s’impossessavano del petrolio venezuelano a prezzi irrisori. Chavez nel 2007 riuscirà a nazionalizzare la Exxon e la ConocoPhillips, fra le più grandi compagnie petrolifere del mondo; nel 2009 esproprierà 60 imprese che ruotano intorno all’estrazione del petrolio. Nel 2011 nazionalizza l’industria dell’oro e le attività contigue al settore estrattivo.
Il Venezuela riconosce lo Stato di Palestina: per questo e per protesta contro il governo israeliano, che il leader venezuelano accusa di volontà di genocidio contro i palestinesi, Chavez ha espulso l’ambasciatore israeliano nel 2009 interrompendo di fatto le relazioni diplomatiche tra i due Paesi.
Insomma, per rendersi antipatico agli americani ce l’ha messa proprio tutta, quasi più dell’iraniano Ahmadinejad. Per quanto riguarda le circostanze della sua morte, il successore da lui designato Nicolás Maduro ha lanciato l’ipotesi di un tumore con un’iniezione (come un virus) puntando il dito contro il governo di Washington. Il vice del defunto leader, ha parlato di un “attacco scientifico” dietro la malattia di Chavez, “come è già successo con Yasser Arafat”.
L’ipotesi di un possibile complotto organizzato dagli Stati Uniti come spiegazione per diversi casi di cancro che hanno colpito alcuni capi di Stato latinoamericani, fu lanciata un paio di anni fa dallo stesso Chavez. Nel dicembre del 2011, il presidente venezuelano ha definito “possibile” che gli Stati Uniti abbiano sviluppato una “tecnologia per indurre il cancro”, precisando che, anche se non voleva accusare nessuno, comunque esistevano “fatti molto strani e difficili da spiegare”. Aveva citato i casi di Fernando Lugo (allora presidente de Paraguay, ndr), della presidentessa brasiliana Dilma Roussef, quando era candidata, e aveva aggiunto alla lista anche il suo caso, quello della presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner – che non ha però sviluppato la malattia – e dell’ex presidente del Brasile, Inácio da Silva. Tutto questo è un po’ difficile da spiegare, anche usando la legge delle probabilità, aveva commentato Chavez.
Il presidente venezuelano ha costruito un Paese forte; e nei suoi rapporti con l’estero si è sempre rivolto a nazioni come Cina, Russia, Brasile, Iran e in generale a quei Paesi che sono fuori da ciò che in molte occasioni ha definito come “l’egemonia del sistema nordamericano”.
E noi italiani? Per quanto tempo continueremo a pensare che l’“estero” sono solo nordamerica e Israele (che poi è la stessa cosa)?
Salvatore Brizzi
DESIDERANTES MELIOREM PATRIAM
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