LE MEDICINE ALTERNATIVE, I COSIDDETTI RIMEDI NATURALI, POSSONO NASCONDERE DELLE INSIDIE?
Le medicine alternative, i cosiddetti rimedi naturali, possono nascondere delle insidie?
L’Igienismo Naturale ovvero, la scienza della salute ci dice che, in un programma di prevenzione dei disturbi, o di recupero della salute sono imprescindibili sia la conoscenza degli agenti naturali sulle quali la salute si fonda, sia la conoscenza delle cause dei disturbi e la loro rimozione.Di Daniele Bricchi
“Eppure c’è gente che guarisce col tal metodo” così si esprimeva anche il mio amico Mimmo Tringale, direttore della pregevole rivista Aam Terra Nuova, mentre discutevo con lui i punti fragili di alcuni metodi piuttosto in voga attualmente. E’ vero, ci sono persone che guariscono, ma non dobbiamo dimenticarci, però, che le terapie adottate nella storia furono le più disparate, e non vi fu pratica di salute, neppure la più negletta o poco nota e deleteria, che non abbia avuto un suo momento di gloria, con tanto di testimonianze documentate dei benefici ottenuti presso pazienti e terapisti entusiasti. Abbiamo spaziato dalle pratiche più blande, a quelle più aggressive e pericolose, financo letali. E’ storicamente accertato, che le terapie di ogni tempo hanno creato, e creano, disturbi iatrogeni di ogni tipo e gravità. Solo per fare qualche esempio: somministrazioni di erbe velenose, stramonio, belladonna, saturazioni di mercurio, punizioni corporali e operazioni chirurgiche devastanti ai genitali dei bimbi che si scoprivano “affetti” da masturbazione (ai tempi in cui si credeva che tale pratica fosse causa di mali), salassi ripetuti, ai più recenti talidomide, AZT, elettroshock ecc.. Molti dei metodi in voga nel passato hanno visto il loro tramonto o sono stati in seguito banditi per la loro inutilità, ma anche per i loro effetti nefasti e vorremmo vedere oggi chi avrebbe la malsana idea di saturasi di mercurio o autorizzare un terapista a devastare i genitali dei propri figli. Eppure terapisti autorevoli e pazienti quali i re e i loro figli adottavano questi metodi.
Il fatto che qualcuno guarisca non dovrebbe assolutamente accontentare il cercatore attento, proprio per non ripetere il solito storico errore che costò e costa caro.
Tutti i rimedi adottati annoverano un certo margine di successo, solo che è oltremodo opportuno esaminare attentamente i tipi di reazione e la percentuale di successi autentici e duraturi, conteggiare le reazioni avverse, domandarsi come mai lo stesso metodo annovera anche un certo tasso di insuccesso.
Si può affermare con un certo margine di sicurezza, che anche un metodo molto conosciuto, “ben venduto” e propagandato, non è necessariamente un buon metodo. Nella stessa maniera, un metodo poco conosciuto, poco commerciale, che dà pochi incentivi alla sua divulgazione, non è necessariamente meno valido dei metodi più noti.
Il calcolo percentuale: se un metodo ben pubblicizzato da emittenti televisive e da abili oratori è messo alla prova da 10.000 persone con una percentuale del 10% di successo, avremmo 1.000 persone entusiaste che gridano: “funziona”! Mentre con un metodo poco noto che viene utilizzato da 100 persone e che registrasse un successo dell’80% avremmo solo 80 persone contente. Vi lascio quindi immaginare che l’effetto dei mille guariti con un metodo mediocre sarà molto più “convincente” (a chi non approfondisce gli argomenti) di quanto non lo facciano gli 80 individui (perché numericamente quasi invisibili), guariti con un metodo molto più efficace.
Sottolineo che ora, qui, non mi sto rivolgendo a coloro che si affidano fiduciosamente alla medicina ufficiale, ma a coloro che bene o male hanno già compreso che da quella medicina è meglio stare alla larga, che tentano in tutti i modi di trovare un’alternativa per gestire la salute in modo meno violento e più naturale.
Nell’ambiente delle medicine alternative il caos e il guazzabuglio è tale che molti aspetti vitali sfuggono spesso al cercatore più sincero e bisognoso di interventi urgenti. Ciò porta a risultati disastrosi di cui sono quasi ogni giorno impotente testimone.
Vengo a descrivere solo alcuni casi, storie vere tra le tantissime testimonianze, che ho raccolto nei decenni dedicati alla divulgazione, incontrando un numero elevato di persone con i tavoli divulgativi, nelle piazze, nelle fiere del naturale, nelle anamnesi personalizzate e nei soggiorni di salute igienisti, ma anche come volontario ospedaliero e collaboratore del tribunale dei diritti del malato.
Caso 1- Il Sig. G sosteneva di alimentarsi in maniera sana e fu stupito quando gli diagnosticarono un tumore al cervello. Consultò un medico allievo del Dr. Hamer che indicò come causa del problema, un trauma dovuto a problemi inaspettati della figlia. I mesi passavano e il problema si ingrandiva, cosi ascoltò un altro medico di Hamer che sconfessò la diagnosi dell’ altro collega (entrambi medici hameriani) intanto il dolore era tale che si era instaurata la dipendenza da antidolorifici. Un giorno il sig G, prima di affidarsi al chirurgo mi chiese una anamnesi igienista personalizzata nella quale raccolsi tutte le informazioni sullo stile di vita a tutti i livelli. Così scoprii una lista di errori palesi per i quali era ovvio prevedere un indebolimento della salute, ma nessuno dei luminari consultati in precedenza si era interessato seriamente dello stile di vita del soggetto e degli elementi sulla quale la salute si fonda. G. è deceduto.
Caso 2 - I genitori di D. nel tentativo di evitare di somministrare i farmaci chimici al loro figlio si avvalsero dell’omeopatia, ma vi riuscirono solo in parte in quanto gli antibiotici furono anch’essi utilizzati, ma la cosa più seria è che D. diventato giovanotto, manifestò un danno grave presso un organo vitale che i naturopati e gli omeopati consultati non seppero salvare. Una attenta anamnesi igienista evidenziò abitudini malsane di cui i vari professionisti della salute, non si erano occupati.
Ho incontrato centinaia di persone che hanno tentato con l’ omeopatia, con la macrobiotica, con l’ayurveda e con tanti altri sistemi, di fronteggiare i disturbi ed evitare farmaci e chirurgia senza riuscirci. Alcuni ci riescono per diversi anni fin che, se non comprendono e rimuovono le vere cause, incontrano uno zoccolo più duro e riconoscono che devono cambiare metodo….spesso tornando a farmaci e chirurgia.
Caso 3 – La Sig.ra D. è proprietaria di un negozio bio e la sua bimba si nutre esclusivamente con questi alimenti. Affezioni respiratorie e febbre hanno messo molta preoccupazione a questo genitore che è ricorso più volte al ricovero d’urgenza al pronto-soccorso. Un giorno mi confidò che il naturopata le consigliava di dare solo riso alla bimba quando stava male (l’influenza della macrobiotica…), che però la bimba rifiutava istintivamente. Noi igienisti sappiamo che ai bimbi cosi piccoli (bimba di 15 mesi) la natura ha previsto solo latte umano quando è possibile, mentre certi tipi di frutta sono i compromessi più tollerati. Il cucciolo d’uomo non è attrezzato per gestire gli amidi per cui suggerii di eliminare i cereali per un periodo e darle solo succo d’arancia. La febbre scese senza bisogno né di ricoveri né di farmaci. Si dà ancora poca importanza al fatto che il cibo deve essere fisiologicamente adatto a noi….
Caso 4 – La Sig.ra L. consumava solo alimenti bio, amava la fitoterapia, e la idrofangoterapia. Fu costretta a sottoporsi ad un intervento chirurgico per correre ai ripari da un’ infezione procurata da un sistema anticoncezionale invasivo e pericoloso di cui ella non conosceva i rischi (un altro caso di mancanza di conoscenza delle cause).
Caso 5 – La Sig.ra M. si sentì dire da un sostenitore della dieta in base al gruppo sanguigno, che se avesse seguito le sue istruzioni, lei si sarebbe liberata della sua asma già dal giorno dopo. Diligentemente M. seguì la dieta prescrittale, inclusi i rimedi fitoterapici per 4 mesi, ma poi abbandonò tutto perché si accorse che il suo stato era peggiorato e che doveva ricorrere ancora più spesso ai cortisonici.
Caso 6 – G. si convinse della teoria della dieta del gruppo sanguigno e cercò di fronteggiare la sua ipertensione. Nonostante il suo entusiasmo il Sig. G continua ad assumere farmaci anti-ipertensivi chimici.
Caso 7- E. una ragazzina di 11 anni fu portata da una pediatra ayurvedica perché gli attacchi di asma notturni avevano oramai una connotazione troppo preocupante e la madre non rassegnata all’idea di accettare interventi allopatici, si rivolse ad un medico alternativo con la speranza di evitare la chimica.
Dopo aver auscultato i polmoni della piccola, il medico, con tono terroristico sentenziò che lo stadio della malattia era troppo avanzato per essere trattato con i rimedi naturali e che se non assumeva subitissimo i farmaci avrebbe rischiato di finire sotto la tenda dell’ossigeno prima di sera. Quella madre, senti il parere di un igienista che le suggerì poche semplici misure igieniche sul piano nutrizionale, sul riposo emozionale e famigliare. I farmaci non servirono e pochi giorni dopo, partirono assieme per le vacanze. Non ci risulta abbiano avuto ricadute a quasi 10 anni di distanza.
Caso 8 – La Sig. M. era una persona molto in gamba, e molto competente nel suo campo. Fu per anni presidente di una associazione per l’abrogazione dell’obbligo vaccinale, era molto vicina alla naturopatia ed avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non usare farmaci chimici.
Un giorno mi confidò di aver notato un piccolo nodulo nel collo e che aveva iniziato ad occuparsene con l’omeopatia, la pranoterapia ecc…Come oramai faccio sempre in questi casi, cercai di metterla in guardia dicendogli che se si affidava a metodi che non si occupano approfonditamente delle cause, si rischiava di perdere tempo molto prezioso. Purtroppo, vide quella pallina dura aumentare progressivamente, mentre nell’arco di 18 mesi utilizzò medicine ayurvediche, aloe vera, medicina di Hamer, siero di Bonifacio, cartilagine di squalo, psicomagia, ecc. e si fece visitare da un medico di Di Bella, ma alla fine, per non soffocare, dovette accettare la chemioterapia e poi il cortisone. Verso la fine del suo calvario, ella, mi diede la possibilità di indagare sulle cause e fu oltremodo evidente che le cose che avrebbe dovuto cambiare già dai primi sintomi erano tante, ma non gli fu data questa possibilità, altrimenti, io sono convinto, ella sarebbe ancora qui tra noi. I numerosi naturopati e omeopati che l’ebbero in cura non si occuparono di cause ma le proposero solamente di “aggiungere prodotti e cure”.
Il terapeuta che propone terapie, senza impostare un discorso di primo piano sull’importanza della rimozione delle vere cause, si prende una grande responsabilità, che prima o poi diventerà evidente e nota.
“Non si può immaginare che una ferita da colpo di martello si rimargini con prodotti terapeutici, senza, prima di tutto, preoccuparci di evitare altre martellate su quella ferita”.
Se vogliamo dare una valutazione seria ad un metodo dobbiamo:
1) valutare i risultati percentuali sui grandi numeri (potremmo forse concludere che il tabagismo è innocuo solo perché abbiamo conosciuto qualche nonnino che fuma e sta ancora bene)? Ad es.: quanti soggetti su 100 casi affetti dallo stesso disturbo ottengono risultati apprezzabili?
2) Bisogna tenere conto di quanto tempo passa senza avere ricadute o dall’insorgere di nuovi disturbi, specie se peggiori di quelli fronteggiati.
Una scienza di salute concreta deve fornire gli strumenti “le conoscenze” per prevenire i disturbi invece di crearne di nuovi.
3) E’ necessario fare attenzione alle eventuali reazioni avverse alle terapie adottate.
4) È necessario saper valutare se si tratti di vera guarigione (salute recuperata) o mera soppressione dei sintomi. Quando, per effetto di una qualunque terapia (se non ha operato la rimozione delle cause) otteniamo una regressione dei sintomi e un tangibile sollievo, siamo in realtà vittime di un inganno (falsa guarigione), perché per l’illusione di essere guariti, non saremo stimolati ad approfondire il discorso delle vere cause, che così continueremo tranquillamente a perpetuare indebolendoci maggiormente, con immaginabili conseguenze, che prima o poi verranno ad evidenziarsi sotto forme sempre più complesse.
5) Comprendere l’implicazione dell’effetto placebo, e delle eventuali circostanze contingenti nell’operare un beneficio, indipendentemente dalle terapie adottate (la natura cura e il guaritore di turno se ne assume i meriti).
6) L’importanza di capire il perché abbiamo avuto benefici, ad es: dei consigli e delle strategie adottate contemporaneamente, siamo in grado di comprendere quali siano quelle che hanno effettivamente aiutato, quelle che sono state ininfluenti, quelle che hanno rallentato il recupero e quelle che lo hanno addirittura ostacolato? Essendo le circostanze mai identiche, la prossima volta che avremo problemi, potremmo non avere gli stessi benefici se non comprendiamo alcune dinamiche.
E’ utile fare ancora l’esempio della dieta del gruppo sanguigno. Non ci stupisce che quando le persone riducono o sospendono il consumo di latticini e cereali, come spesso suggerisce questa dieta, ottengono risultati positivi, ma il pubblico dovrebbe sapere, che non è una intuizione recente, inventata dai fautori della teoria del gruppo sanguigno e che i testi igienisti dei secoli scorsi erano ben documentati a riguardo. Sono principi igienisti. A bene vedere, alcuni testi taoisti scritti 5000 anni or sono già prendevano le distanze dai cereali. Intanto, intervenire sull’ uso di latticini e cereali procura giovamento indipendentemente dal gruppo sanguigno in quanto trattasi di alimenti non propriamente adatti all’uomo e al massimo alimenti di compromesso. Il pubblico dovrebbe sapere che dalla paleontobotanica, dallo studio degli istinti, dall’anatomia e fisiologia comparate, si deduce che l’uomo è frugivoro raccoglitore (non onnivoro), come si deduce che il cavallo è erbivoro e il leone carnivoro. Non è questione di gruppo sanguigno e non vi è essere umano che non trae vantaggio da una (se corretta) dieta vegetariana e non vi è uomo che non tragga danno dall’uso di carne, zucchero bianco, caffè ecc.., ma poi, i risultati sarebbero decisamente più consistenti e diffusi se oltre al miglioramento della nutrizione affiancassimo misure quali quelli riguardanti i problemi emozionali, il riposo, l’esercizio fisico, l’aria, la luce, il calore, il sole, lo strumento del digiuno, la teoria della tossiemia in anteposizione a quella dei virus, il ripristino del ritmo sonno/veglia, un’attenzione all’inquinamento domestico, una maggiore consapevolezza riguardo al parto non-violento e all’insidia dell’uso di farmaci e vaccini ecc., insomma, una visione più globale della vita.
Ci dispiace vedere che molte volte le persone si rivolgono ai centri igienisti come “ultima spiaggia”, dopo aver provato di tutto, arrivando quando lo stadio è a volte troppo avanzato. Ed è un peccato perché l’igienismo è l’abc della salute, la base, che si dovrebbe adottare per prevenire i disturbi o fronteggiarli già dai primi sintomi, senza aspettare che la cosa diventi più complessa… Per questi motivi sarebbe doveroso che la cultura igienista naturale fosse a disposizione di tutti, e non è un metodo che si impara dall’oggi al domani, per cui avverto sempre che decidere di informarsi all’ultimo momento, spesso non garantisce ottimi risultati.
“Il marinaio non opera la manutenzione della propria barca in mare aperto durante la tempesta, ma sulla spiaggia a ciel sereno”.
E’ d’uopo riflettere su quale filosofia di salute ci rende più liberi e autosufficienti, a differenza delle vie che ci mantengono legati all’atto di delega agli addetti ai lavori, con conseguente dipendenza da estranei, professionisti, analisi, ricette e prodotti curativi commerciali in un susseguirsi di “prova questo e prova quello” che rallenta la conoscenza di noi stessi, mentre dovremmo riappropriarci del nostro “libretto delle istruzioni”. Bisogna studiare e con mente aperta sperimentare. L’igienismo non è perfetto e dovrà ancora crescere, tuttavia, non conosciamo metodo di salute che sia in grado di dare maggiore capacità di autogestione della salute senza farmaci. I fatti che ho potuto osservare mi permettono di formulare questo semplice assunto: tanto maggiore sarà la conoscenza delle leggi di natura divulgate dagli igienisti, tanto maggiore sarà la capacità del soggetto di autogestire la salute senza farmaci. Per contro, tanto minore sarà la sua conoscenza delle suddette leggi, tanto maggiore sarà la sua vulnerabilità e fragilità.
Per info: Daniele Bricchi T. 0523/913142 http://igienismo-igienenaturale.blogspot.com
L’Igienismo Naturale ovvero, la scienza della salute ci dice che, in un programma di prevenzione dei disturbi, o di recupero della salute sono imprescindibili sia la conoscenza degli agenti naturali sulle quali la salute si fonda, sia la conoscenza delle cause dei disturbi e la loro rimozione.Di Daniele Bricchi
“Eppure c’è gente che guarisce col tal metodo” così si esprimeva anche il mio amico Mimmo Tringale, direttore della pregevole rivista Aam Terra Nuova, mentre discutevo con lui i punti fragili di alcuni metodi piuttosto in voga attualmente. E’ vero, ci sono persone che guariscono, ma non dobbiamo dimenticarci, però, che le terapie adottate nella storia furono le più disparate, e non vi fu pratica di salute, neppure la più negletta o poco nota e deleteria, che non abbia avuto un suo momento di gloria, con tanto di testimonianze documentate dei benefici ottenuti presso pazienti e terapisti entusiasti. Abbiamo spaziato dalle pratiche più blande, a quelle più aggressive e pericolose, financo letali. E’ storicamente accertato, che le terapie di ogni tempo hanno creato, e creano, disturbi iatrogeni di ogni tipo e gravità. Solo per fare qualche esempio: somministrazioni di erbe velenose, stramonio, belladonna, saturazioni di mercurio, punizioni corporali e operazioni chirurgiche devastanti ai genitali dei bimbi che si scoprivano “affetti” da masturbazione (ai tempi in cui si credeva che tale pratica fosse causa di mali), salassi ripetuti, ai più recenti talidomide, AZT, elettroshock ecc.. Molti dei metodi in voga nel passato hanno visto il loro tramonto o sono stati in seguito banditi per la loro inutilità, ma anche per i loro effetti nefasti e vorremmo vedere oggi chi avrebbe la malsana idea di saturasi di mercurio o autorizzare un terapista a devastare i genitali dei propri figli. Eppure terapisti autorevoli e pazienti quali i re e i loro figli adottavano questi metodi.
Il fatto che qualcuno guarisca non dovrebbe assolutamente accontentare il cercatore attento, proprio per non ripetere il solito storico errore che costò e costa caro.
Tutti i rimedi adottati annoverano un certo margine di successo, solo che è oltremodo opportuno esaminare attentamente i tipi di reazione e la percentuale di successi autentici e duraturi, conteggiare le reazioni avverse, domandarsi come mai lo stesso metodo annovera anche un certo tasso di insuccesso.
Si può affermare con un certo margine di sicurezza, che anche un metodo molto conosciuto, “ben venduto” e propagandato, non è necessariamente un buon metodo. Nella stessa maniera, un metodo poco conosciuto, poco commerciale, che dà pochi incentivi alla sua divulgazione, non è necessariamente meno valido dei metodi più noti.
Il calcolo percentuale: se un metodo ben pubblicizzato da emittenti televisive e da abili oratori è messo alla prova da 10.000 persone con una percentuale del 10% di successo, avremmo 1.000 persone entusiaste che gridano: “funziona”! Mentre con un metodo poco noto che viene utilizzato da 100 persone e che registrasse un successo dell’80% avremmo solo 80 persone contente. Vi lascio quindi immaginare che l’effetto dei mille guariti con un metodo mediocre sarà molto più “convincente” (a chi non approfondisce gli argomenti) di quanto non lo facciano gli 80 individui (perché numericamente quasi invisibili), guariti con un metodo molto più efficace.
Sottolineo che ora, qui, non mi sto rivolgendo a coloro che si affidano fiduciosamente alla medicina ufficiale, ma a coloro che bene o male hanno già compreso che da quella medicina è meglio stare alla larga, che tentano in tutti i modi di trovare un’alternativa per gestire la salute in modo meno violento e più naturale.
Nell’ambiente delle medicine alternative il caos e il guazzabuglio è tale che molti aspetti vitali sfuggono spesso al cercatore più sincero e bisognoso di interventi urgenti. Ciò porta a risultati disastrosi di cui sono quasi ogni giorno impotente testimone.
Vengo a descrivere solo alcuni casi, storie vere tra le tantissime testimonianze, che ho raccolto nei decenni dedicati alla divulgazione, incontrando un numero elevato di persone con i tavoli divulgativi, nelle piazze, nelle fiere del naturale, nelle anamnesi personalizzate e nei soggiorni di salute igienisti, ma anche come volontario ospedaliero e collaboratore del tribunale dei diritti del malato.
Caso 1- Il Sig. G sosteneva di alimentarsi in maniera sana e fu stupito quando gli diagnosticarono un tumore al cervello. Consultò un medico allievo del Dr. Hamer che indicò come causa del problema, un trauma dovuto a problemi inaspettati della figlia. I mesi passavano e il problema si ingrandiva, cosi ascoltò un altro medico di Hamer che sconfessò la diagnosi dell’ altro collega (entrambi medici hameriani) intanto il dolore era tale che si era instaurata la dipendenza da antidolorifici. Un giorno il sig G, prima di affidarsi al chirurgo mi chiese una anamnesi igienista personalizzata nella quale raccolsi tutte le informazioni sullo stile di vita a tutti i livelli. Così scoprii una lista di errori palesi per i quali era ovvio prevedere un indebolimento della salute, ma nessuno dei luminari consultati in precedenza si era interessato seriamente dello stile di vita del soggetto e degli elementi sulla quale la salute si fonda. G. è deceduto.
Caso 2 - I genitori di D. nel tentativo di evitare di somministrare i farmaci chimici al loro figlio si avvalsero dell’omeopatia, ma vi riuscirono solo in parte in quanto gli antibiotici furono anch’essi utilizzati, ma la cosa più seria è che D. diventato giovanotto, manifestò un danno grave presso un organo vitale che i naturopati e gli omeopati consultati non seppero salvare. Una attenta anamnesi igienista evidenziò abitudini malsane di cui i vari professionisti della salute, non si erano occupati.
Ho incontrato centinaia di persone che hanno tentato con l’ omeopatia, con la macrobiotica, con l’ayurveda e con tanti altri sistemi, di fronteggiare i disturbi ed evitare farmaci e chirurgia senza riuscirci. Alcuni ci riescono per diversi anni fin che, se non comprendono e rimuovono le vere cause, incontrano uno zoccolo più duro e riconoscono che devono cambiare metodo….spesso tornando a farmaci e chirurgia.
Caso 3 – La Sig.ra D. è proprietaria di un negozio bio e la sua bimba si nutre esclusivamente con questi alimenti. Affezioni respiratorie e febbre hanno messo molta preoccupazione a questo genitore che è ricorso più volte al ricovero d’urgenza al pronto-soccorso. Un giorno mi confidò che il naturopata le consigliava di dare solo riso alla bimba quando stava male (l’influenza della macrobiotica…), che però la bimba rifiutava istintivamente. Noi igienisti sappiamo che ai bimbi cosi piccoli (bimba di 15 mesi) la natura ha previsto solo latte umano quando è possibile, mentre certi tipi di frutta sono i compromessi più tollerati. Il cucciolo d’uomo non è attrezzato per gestire gli amidi per cui suggerii di eliminare i cereali per un periodo e darle solo succo d’arancia. La febbre scese senza bisogno né di ricoveri né di farmaci. Si dà ancora poca importanza al fatto che il cibo deve essere fisiologicamente adatto a noi….
Caso 4 – La Sig.ra L. consumava solo alimenti bio, amava la fitoterapia, e la idrofangoterapia. Fu costretta a sottoporsi ad un intervento chirurgico per correre ai ripari da un’ infezione procurata da un sistema anticoncezionale invasivo e pericoloso di cui ella non conosceva i rischi (un altro caso di mancanza di conoscenza delle cause).
Caso 5 – La Sig.ra M. si sentì dire da un sostenitore della dieta in base al gruppo sanguigno, che se avesse seguito le sue istruzioni, lei si sarebbe liberata della sua asma già dal giorno dopo. Diligentemente M. seguì la dieta prescrittale, inclusi i rimedi fitoterapici per 4 mesi, ma poi abbandonò tutto perché si accorse che il suo stato era peggiorato e che doveva ricorrere ancora più spesso ai cortisonici.
Caso 6 – G. si convinse della teoria della dieta del gruppo sanguigno e cercò di fronteggiare la sua ipertensione. Nonostante il suo entusiasmo il Sig. G continua ad assumere farmaci anti-ipertensivi chimici.
Caso 7- E. una ragazzina di 11 anni fu portata da una pediatra ayurvedica perché gli attacchi di asma notturni avevano oramai una connotazione troppo preocupante e la madre non rassegnata all’idea di accettare interventi allopatici, si rivolse ad un medico alternativo con la speranza di evitare la chimica.
Dopo aver auscultato i polmoni della piccola, il medico, con tono terroristico sentenziò che lo stadio della malattia era troppo avanzato per essere trattato con i rimedi naturali e che se non assumeva subitissimo i farmaci avrebbe rischiato di finire sotto la tenda dell’ossigeno prima di sera. Quella madre, senti il parere di un igienista che le suggerì poche semplici misure igieniche sul piano nutrizionale, sul riposo emozionale e famigliare. I farmaci non servirono e pochi giorni dopo, partirono assieme per le vacanze. Non ci risulta abbiano avuto ricadute a quasi 10 anni di distanza.
Caso 8 – La Sig. M. era una persona molto in gamba, e molto competente nel suo campo. Fu per anni presidente di una associazione per l’abrogazione dell’obbligo vaccinale, era molto vicina alla naturopatia ed avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non usare farmaci chimici.
Un giorno mi confidò di aver notato un piccolo nodulo nel collo e che aveva iniziato ad occuparsene con l’omeopatia, la pranoterapia ecc…Come oramai faccio sempre in questi casi, cercai di metterla in guardia dicendogli che se si affidava a metodi che non si occupano approfonditamente delle cause, si rischiava di perdere tempo molto prezioso. Purtroppo, vide quella pallina dura aumentare progressivamente, mentre nell’arco di 18 mesi utilizzò medicine ayurvediche, aloe vera, medicina di Hamer, siero di Bonifacio, cartilagine di squalo, psicomagia, ecc. e si fece visitare da un medico di Di Bella, ma alla fine, per non soffocare, dovette accettare la chemioterapia e poi il cortisone. Verso la fine del suo calvario, ella, mi diede la possibilità di indagare sulle cause e fu oltremodo evidente che le cose che avrebbe dovuto cambiare già dai primi sintomi erano tante, ma non gli fu data questa possibilità, altrimenti, io sono convinto, ella sarebbe ancora qui tra noi. I numerosi naturopati e omeopati che l’ebbero in cura non si occuparono di cause ma le proposero solamente di “aggiungere prodotti e cure”.
Il terapeuta che propone terapie, senza impostare un discorso di primo piano sull’importanza della rimozione delle vere cause, si prende una grande responsabilità, che prima o poi diventerà evidente e nota.
“Non si può immaginare che una ferita da colpo di martello si rimargini con prodotti terapeutici, senza, prima di tutto, preoccuparci di evitare altre martellate su quella ferita”.
Se vogliamo dare una valutazione seria ad un metodo dobbiamo:
1) valutare i risultati percentuali sui grandi numeri (potremmo forse concludere che il tabagismo è innocuo solo perché abbiamo conosciuto qualche nonnino che fuma e sta ancora bene)? Ad es.: quanti soggetti su 100 casi affetti dallo stesso disturbo ottengono risultati apprezzabili?
2) Bisogna tenere conto di quanto tempo passa senza avere ricadute o dall’insorgere di nuovi disturbi, specie se peggiori di quelli fronteggiati.
Una scienza di salute concreta deve fornire gli strumenti “le conoscenze” per prevenire i disturbi invece di crearne di nuovi.
3) E’ necessario fare attenzione alle eventuali reazioni avverse alle terapie adottate.
4) È necessario saper valutare se si tratti di vera guarigione (salute recuperata) o mera soppressione dei sintomi. Quando, per effetto di una qualunque terapia (se non ha operato la rimozione delle cause) otteniamo una regressione dei sintomi e un tangibile sollievo, siamo in realtà vittime di un inganno (falsa guarigione), perché per l’illusione di essere guariti, non saremo stimolati ad approfondire il discorso delle vere cause, che così continueremo tranquillamente a perpetuare indebolendoci maggiormente, con immaginabili conseguenze, che prima o poi verranno ad evidenziarsi sotto forme sempre più complesse.
5) Comprendere l’implicazione dell’effetto placebo, e delle eventuali circostanze contingenti nell’operare un beneficio, indipendentemente dalle terapie adottate (la natura cura e il guaritore di turno se ne assume i meriti).
6) L’importanza di capire il perché abbiamo avuto benefici, ad es: dei consigli e delle strategie adottate contemporaneamente, siamo in grado di comprendere quali siano quelle che hanno effettivamente aiutato, quelle che sono state ininfluenti, quelle che hanno rallentato il recupero e quelle che lo hanno addirittura ostacolato? Essendo le circostanze mai identiche, la prossima volta che avremo problemi, potremmo non avere gli stessi benefici se non comprendiamo alcune dinamiche.
E’ utile fare ancora l’esempio della dieta del gruppo sanguigno. Non ci stupisce che quando le persone riducono o sospendono il consumo di latticini e cereali, come spesso suggerisce questa dieta, ottengono risultati positivi, ma il pubblico dovrebbe sapere, che non è una intuizione recente, inventata dai fautori della teoria del gruppo sanguigno e che i testi igienisti dei secoli scorsi erano ben documentati a riguardo. Sono principi igienisti. A bene vedere, alcuni testi taoisti scritti 5000 anni or sono già prendevano le distanze dai cereali. Intanto, intervenire sull’ uso di latticini e cereali procura giovamento indipendentemente dal gruppo sanguigno in quanto trattasi di alimenti non propriamente adatti all’uomo e al massimo alimenti di compromesso. Il pubblico dovrebbe sapere che dalla paleontobotanica, dallo studio degli istinti, dall’anatomia e fisiologia comparate, si deduce che l’uomo è frugivoro raccoglitore (non onnivoro), come si deduce che il cavallo è erbivoro e il leone carnivoro. Non è questione di gruppo sanguigno e non vi è essere umano che non trae vantaggio da una (se corretta) dieta vegetariana e non vi è uomo che non tragga danno dall’uso di carne, zucchero bianco, caffè ecc.., ma poi, i risultati sarebbero decisamente più consistenti e diffusi se oltre al miglioramento della nutrizione affiancassimo misure quali quelli riguardanti i problemi emozionali, il riposo, l’esercizio fisico, l’aria, la luce, il calore, il sole, lo strumento del digiuno, la teoria della tossiemia in anteposizione a quella dei virus, il ripristino del ritmo sonno/veglia, un’attenzione all’inquinamento domestico, una maggiore consapevolezza riguardo al parto non-violento e all’insidia dell’uso di farmaci e vaccini ecc., insomma, una visione più globale della vita.
Ci dispiace vedere che molte volte le persone si rivolgono ai centri igienisti come “ultima spiaggia”, dopo aver provato di tutto, arrivando quando lo stadio è a volte troppo avanzato. Ed è un peccato perché l’igienismo è l’abc della salute, la base, che si dovrebbe adottare per prevenire i disturbi o fronteggiarli già dai primi sintomi, senza aspettare che la cosa diventi più complessa… Per questi motivi sarebbe doveroso che la cultura igienista naturale fosse a disposizione di tutti, e non è un metodo che si impara dall’oggi al domani, per cui avverto sempre che decidere di informarsi all’ultimo momento, spesso non garantisce ottimi risultati.
“Il marinaio non opera la manutenzione della propria barca in mare aperto durante la tempesta, ma sulla spiaggia a ciel sereno”.
E’ d’uopo riflettere su quale filosofia di salute ci rende più liberi e autosufficienti, a differenza delle vie che ci mantengono legati all’atto di delega agli addetti ai lavori, con conseguente dipendenza da estranei, professionisti, analisi, ricette e prodotti curativi commerciali in un susseguirsi di “prova questo e prova quello” che rallenta la conoscenza di noi stessi, mentre dovremmo riappropriarci del nostro “libretto delle istruzioni”. Bisogna studiare e con mente aperta sperimentare. L’igienismo non è perfetto e dovrà ancora crescere, tuttavia, non conosciamo metodo di salute che sia in grado di dare maggiore capacità di autogestione della salute senza farmaci. I fatti che ho potuto osservare mi permettono di formulare questo semplice assunto: tanto maggiore sarà la conoscenza delle leggi di natura divulgate dagli igienisti, tanto maggiore sarà la capacità del soggetto di autogestire la salute senza farmaci. Per contro, tanto minore sarà la sua conoscenza delle suddette leggi, tanto maggiore sarà la sua vulnerabilità e fragilità.
Per info: Daniele Bricchi T. 0523/913142 http://igienismo-igienenaturale.blogspot.com
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