LA VISIONE DISTORTA DI MONTI; UN ANNO DOPO
In un anno l’Italia ha intrapreso profonde trasformazioni. Questo governo è nato sull’onda
dell’emergenza, trovandosi di fronte ad un bivio drammatico: lasciare affondare il Paese o sforzarsi
di uscire dalla palude. Tra questi due estremi il primo passo è stato compiuto ed è quello del
risanamento che era condizione preliminare per ogni altro obiettivo e anche necessario a evitare
che l’Italia, per la sua dimensione, non determinasse un cambiamento dello scenario europeo, e
forse mondiale, degli avvenimenti economici e finanziari. Forse oggi, senza le politiche di rigore
messe in atto dall’esecutivo, non ci sarebbe più l'Eurozona. O sarebbe notevolmente ristretta come
dimensione geografica, senza quello che l'Italia, con uno sforzo collettivo di cui non si ricordano
molti precedenti nella storia repubblicana, è riuscita a compiere. Certamente sarebbe stato
necessario fare di più, e forse alcuni errori sono stati commessi, ma l’impianto delle riforme
necessario ad uscire dalla fase di emergenza è stato condiviso dalla “strana maggioranza” che ha
appoggiato l’esecutivo.
Un anno in cui l’Italia con l’Europa ha ritrovato un legame che sembrava perso. L'Italia,
Paese fondatore dell’Unione e tradizionalmente sostenitore del metodo comunitario, è tornata ad
essere infatti partner attivo e propositivo, protagonista delle scelte strategiche e nelle concrete
decisioni operative. Basta ricordare il Trattato di Lisbona in cui c’è l'ispirazione per una classe
politica e per chi governa, sia a livello europeo che per i singoli paesi che ne fanno parte. Dove
ciascuno deve cercare di promuovere il posizionamento del proprio Paese nell’ambito di una
economia sociale di mercato altamente competitiva, cogliendone le opportunità e migliorando la
propria situazione comparata. Ma questa promozione del singolo Paese, che corrisponde al
perseguimento dell’interesse nazionale, non sarebbe durevole se fosse in contrasto con l’evolversi
dell’integrazione comunitaria, al di fuori cioè del tessuto che è l'humus naturale che amalgama
l’intera Unione Europea.
Il governo ha cercato di mettere in sicurezza i propri conti pubblici, come richiesto
dall’Europa e dalla Banca Centrale Europea, al fine di preservare non solo i diritti quesiti, ma
anche quelli ancora da acquisire dalle generazioni future. Lo ha fatto con una riforma delle pensioni
che viene indicata a livello internazionale come un modello da seguire e con quella del mercato del
lavoro che ambisce a creare un contesto più inclusivo e dinamico, atto a superare le segmentazioni
che tendono a escludere o marginalizzare i giovani.
mario monti
http://www.governo.it/backoffice/allegati/69814-8142.pdf
questa è la conferma di ciò' che era già' noto in questi appunti di un anno dopo
Monti dichiara che ha lavorato per tenere insieme l'unione europea e non per il bene dell'Italia
ha salvato l'Europa mentre l'Italia è rovinata e con l'Italia gli italiani.
Meglio un 'Europa ridotta senza Italia o un'Italia forte con moneta sovrana fuori dall'Europa?
per Monti la scelta è sempre Europa ,Eurozona,Banche,mercati.
Per questo deve essere processato perché ha violato la costituzione e lavorato per i mercati
finanziari e NON per il bene dell'Italia.
monti dice , "Forse oggi, senza le politiche di rigore messe in atto dall’esecutivo, non ci sarebbe più l'Eurozona" ma magari dico io l'Italia potrebbe essere finalmente sovrana e decidere del proprio futuro
dall’Europa e dalla Banca Centrale Europea"
è chiara a tutti chi comanda in Italia ora? a che servono mille parlamentari se poi in Italia comanda qualche funzionario della BCE non eletto. ma qualcuno si è chiesto qual'era il vero bene dell'Italia?
la sola cosa importante per i nostri politici e tecnici è salvare L'Eurozona ad ogni costo e con ogni sacrificio il nostro sacrificio naturalmente,mentre loro salvano la poltrona.
FUORI DALL'EUROPA FUORI DALL'EURO SUBITO
MONTI FORNERO E TUTTA LA CLASSE POLITICA CHE LI HA APPOGGIATO
PROCESSATI PER CRIMINI CONTRO GLI ITALIANI
Antar Raja
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