STACCATI DALLA VISIONE IPNOTICA DEL TUO ALVEARE
Staccati dalla visione ipnotica del tuo alveare.
Diventa veloce, inafferrabile, imprevedibile. La velocità è tutto. Quando sei costretto a svolgere un lavoro al limite delle tue capacità il livello di attenzione si alza e le emozioni pesanti, il malessere, i pensieri cupi diminuiscono. Il Vril non entra dentro di te mentre sei seduto in meditazione, ma mentre scali una montagna, lavori nei campi per una giornata o combatti in battaglia. Il Vril e l’utilizzo del corpo sono intimamente connessi. Spirito e materia viaggiano a braccetto. È quando rientri nella routine dell’ufficio, nell’esistenza lenta, oziando davanti alla televisione, che mal di vivere e preoccupazioni possono catturarti. Nella setta dei Senza Sonno non c’era mai un attimo di tregua.
Le modalità con cui gli occidentali si rapportano al corpo e al lavoro fisico sono in genere piuttosto nevrotiche. Il corpo viene percepito dai più come un’appendice del cervello appesa sotto il collo, la cui unica utilità è tenere in vita il cervello stesso, permettendogli al contempo di spostarsi da un luogo all’altro. Il corpo come mezzo di trasporto della mente!
Quando la mente pretende di dominare il corpo quasi mai lo fa in modo sano. O lo stressa facendogli sollevare carichi in palestra e costringendolo a correre nei parchi pubblici, oppure lo abbandona su un divano davanti alle trasmissioni di Maria de Filippi, con un trancio di pizza gocciolante olio nella mano destra, una lattina di birra nella mano sinistra e una canottiera sporca di sugo al centro. Mentre una moglie con i bigodini fra i capelli cerca di impartire a cinghiate una sommaria educazione a tre o quattro pargoli che girano per casa.
Eppure questa è chiamata “civiltà” dai contemporanei. Noi moderni saremmo l’apice dell’evoluzione umana, il seguito della cultura egizia e della filosofia greca.
Ma non tutto ciò che vien dopo è progresso.
Gli antichi – che, incredibilmente, consideriamo “meno evoluti” rispetto a noi – dimostravano di amare profondamente il loro corpo: l’attività fisica moderata (con il fine di mantenere la salute, non di competere), così come l’amore per il buon cibo (consumato senza fretta, discutendo di filosofia e politica, due discipline che venivano sempre accostate) e il buon sesso senza restrizioni di carattere morale.
Quando è l’anima a dominare sull’intero apparato psicofisico – quindi sia sul corpo che sulla mente – allora avviene una naturale riconciliazione fra corpo e spirito, bypassando gli squilibri, i condizionamenti e i sensi di colpa della mente occidentale.
Se penso a come mangiamo e a come trattiamo il nostro corpo, se penso che ancora oggi, nel 2012, il maschio che intrattiene rapporti con più donne viene additato come “poco di buono” e la donna che fa altrettanto viene trattata come una prostituta, mi passa la voglia di andare in giro a parlare di “risveglio delle coscienze” in mezzo ai terrestri.
Fabrizio de Andrè già nel 1967 cantava Bocca di rosa, era più avanti di 40 anni rispetto alle folle.
È triste vedere le anime di grandi Maghi e antiche Sacerdotesse che per imitazione adottano i comportamenti sessuali delle masse di scimmie parlanti.
Il Vril – lo spirito – viene davvero fatto scorrere quando si compiono attività nella materia, più che nelle sedute di meditazione o nella preghiera, sebbene anche queste rivestano un loro ruolo nel Cammino. Gurdjieff spiegava tutto il Sistema del Risveglio, ma faceva anche lavorare i suoi allievi in maniera sfiancante sulle Danze e sui Movimenti. Draco Daatson li addestrava duramente nelle arti del combattimento.
Lavate i piatti, o svolgete un qualunque altro lavoro domestico, in condizioni normali e registrate quanto tempo c’impiegate a portarlo a termine. Quindi impegnatevi a lavare i piatti ogni giorno un po’ più velocemente, magari limando un minuto ogni volta, senza però penalizzare la qualità del lavoro che state svolgendo. A un certo punto vi accorgerete che solo smettendo di fantasticare e aumentando la concentrazione potete ridurre ulteriormente i tempi d’esecuzione. Insistendo nel voler ridurre i tempi può anche accadere che sfociate in uno stato alterato della coscienza, uno stato molto particolare di “Presenza a voi stessi”. In ogni caso potrete avere un assaggio di cosa significa agire nel QuieOra, perché la velocità dei movimenti del corpo costringe la mente a fermare il suo dialogo interno.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
Diventa veloce, inafferrabile, imprevedibile. La velocità è tutto. Quando sei costretto a svolgere un lavoro al limite delle tue capacità il livello di attenzione si alza e le emozioni pesanti, il malessere, i pensieri cupi diminuiscono. Il Vril non entra dentro di te mentre sei seduto in meditazione, ma mentre scali una montagna, lavori nei campi per una giornata o combatti in battaglia. Il Vril e l’utilizzo del corpo sono intimamente connessi. Spirito e materia viaggiano a braccetto. È quando rientri nella routine dell’ufficio, nell’esistenza lenta, oziando davanti alla televisione, che mal di vivere e preoccupazioni possono catturarti. Nella setta dei Senza Sonno non c’era mai un attimo di tregua.
Le modalità con cui gli occidentali si rapportano al corpo e al lavoro fisico sono in genere piuttosto nevrotiche. Il corpo viene percepito dai più come un’appendice del cervello appesa sotto il collo, la cui unica utilità è tenere in vita il cervello stesso, permettendogli al contempo di spostarsi da un luogo all’altro. Il corpo come mezzo di trasporto della mente!
Quando la mente pretende di dominare il corpo quasi mai lo fa in modo sano. O lo stressa facendogli sollevare carichi in palestra e costringendolo a correre nei parchi pubblici, oppure lo abbandona su un divano davanti alle trasmissioni di Maria de Filippi, con un trancio di pizza gocciolante olio nella mano destra, una lattina di birra nella mano sinistra e una canottiera sporca di sugo al centro. Mentre una moglie con i bigodini fra i capelli cerca di impartire a cinghiate una sommaria educazione a tre o quattro pargoli che girano per casa.
Eppure questa è chiamata “civiltà” dai contemporanei. Noi moderni saremmo l’apice dell’evoluzione umana, il seguito della cultura egizia e della filosofia greca.
Ma non tutto ciò che vien dopo è progresso.
Gli antichi – che, incredibilmente, consideriamo “meno evoluti” rispetto a noi – dimostravano di amare profondamente il loro corpo: l’attività fisica moderata (con il fine di mantenere la salute, non di competere), così come l’amore per il buon cibo (consumato senza fretta, discutendo di filosofia e politica, due discipline che venivano sempre accostate) e il buon sesso senza restrizioni di carattere morale.
Quando è l’anima a dominare sull’intero apparato psicofisico – quindi sia sul corpo che sulla mente – allora avviene una naturale riconciliazione fra corpo e spirito, bypassando gli squilibri, i condizionamenti e i sensi di colpa della mente occidentale.
Se penso a come mangiamo e a come trattiamo il nostro corpo, se penso che ancora oggi, nel 2012, il maschio che intrattiene rapporti con più donne viene additato come “poco di buono” e la donna che fa altrettanto viene trattata come una prostituta, mi passa la voglia di andare in giro a parlare di “risveglio delle coscienze” in mezzo ai terrestri.
Fabrizio de Andrè già nel 1967 cantava Bocca di rosa, era più avanti di 40 anni rispetto alle folle.
È triste vedere le anime di grandi Maghi e antiche Sacerdotesse che per imitazione adottano i comportamenti sessuali delle masse di scimmie parlanti.
Il Vril – lo spirito – viene davvero fatto scorrere quando si compiono attività nella materia, più che nelle sedute di meditazione o nella preghiera, sebbene anche queste rivestano un loro ruolo nel Cammino. Gurdjieff spiegava tutto il Sistema del Risveglio, ma faceva anche lavorare i suoi allievi in maniera sfiancante sulle Danze e sui Movimenti. Draco Daatson li addestrava duramente nelle arti del combattimento.
Lavate i piatti, o svolgete un qualunque altro lavoro domestico, in condizioni normali e registrate quanto tempo c’impiegate a portarlo a termine. Quindi impegnatevi a lavare i piatti ogni giorno un po’ più velocemente, magari limando un minuto ogni volta, senza però penalizzare la qualità del lavoro che state svolgendo. A un certo punto vi accorgerete che solo smettendo di fantasticare e aumentando la concentrazione potete ridurre ulteriormente i tempi d’esecuzione. Insistendo nel voler ridurre i tempi può anche accadere che sfociate in uno stato alterato della coscienza, uno stato molto particolare di “Presenza a voi stessi”. In ogni caso potrete avere un assaggio di cosa significa agire nel QuieOra, perché la velocità dei movimenti del corpo costringe la mente a fermare il suo dialogo interno.
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
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