I paradossi dell’Euro: Eurozona al collasso, ma è boom per il cambio

La Moneta Unica si è apprezzata negli ultimi dodici mesi pressappoco contro tutte le valute mondiali. Il Super-euro rappresenta un rischio per le nostre esportazioni, ma c'è un altro paradosso: nonostante il cambio, il saldo commerciale italiano migliora


Quando si parla di moneta unica e di Eurozona i paradossi sembrano la regola. L’ultimo riguarda proprio l’apprezzamento dell’Euro sul mercato dei cambi e contro quasi tutte le valute del mondo a fronte di una situazione economica-finanziaria nel Vecchio Continente certamente non semplice. Vediamo un pò di dati.
Il dollaro si è deprezzato del 6,3%, mentre la sterlina inglese ha perso il 5,3% contro la moneta unica. Ma hanno perso quota contro l’euro anche lo yuan cinese del 3,7%, così come il won sudcoreano del 2,5%. Per non parlare dello yen giapponese, che è crollato del 23,1%. E l’euro è diventato “super” anche contro le economie emergenti del pianeta. Basti pensare che il real brasiliano ha perso contro di noi il 13,6%, la lira turca il 14,5%, la rupia indiana il 17,8% e il rublo il 7,2%. In questi ultimi casi, il fenomeno è stato frutto della fuga dei capitali, in seguito all’annuncio di maggio del governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, di ridurre entro l’anno gli stimoli monetari, la quale cosa ha spinto gli operatori a prevedere un rialzo dei tassi USA nel breve termine.

Cambio Euro Dollaro: le colpe della Fed

La corsa dell’euro è palpabile contro il biglietto verde, con il tasso di cambio che si sta portando vicino a quota 1,40. Stando agli analisti di forex, sulla base dei fondamentali, il cambio euro-dollaro non dovrebbe essere superiore alla forchetta 1,25-1,30. A spingere la moneta unica contro il dollaro americano è la politica monetaria troppo accomodante della Fed, che da molto tempo ormai fa defluire i capitali dagli USA e per questa via deprime il cambio.

Rafforzamento dell’Euro: gli effetti sulle importazioni 

Fatto sta che le importazioni dell’Eurozona potrebbero risentire negativamente di questo eccessivo rafforzamento dell’euro, anche perché esso riguarda un pò tutte le aree del mondo con cui commerciamo. Ovviamente, ad essere penalizzati sarebbero, in particolare, le economie meridionali, come l’Italia, il cui tasso di cambio massimo sostenibile, si calcola, non andrebbe oltre 1,15-1,20 contro il dollaro. E non dimentichiamoci che uno dei nostri principali partner commerciali è proprio la Turchia, la cui lira è letteralmente precipitata negli ultimi mesi.

di Giuseppe Timpone
fonte InvestireOggi

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