il nuovo Redditometro sarà un Massacro: il Fisco gabelliere sarà la Norma
Il Comportamento dell’Agenzia delle Entrate dimostra che il nuovo Redditometro sarà un Massacro: il Fisco gabelliere sarà la Norma, con l’avallo dell’Europa tedesca
Riceviamo il post seguente da Jetlag, che pubblichiamo:
Un rapido intervento, prendendo come spunto i recenti indirizzi dell’Agenzia delle Entrate sui bonus mobili, chiaramente mirati a consolidare l’atteggiamento dell’agenzia volto a tentare di negare i diritti dei cittadini. Dunque, bonus mobili, D.L. 06.06.2013, attivo dallo scorso giugno: per ottenere agevolazioni fiscali simili legate a provvedimenti ben conosciuti tipo quelle sulla manutenzione straordinaria e sulle ristrutturazioni, era necessario il famoso bonifico “parlante” oltre alla ricevuta e nel caso di agevolazioni inerenti il risparmio energetico anche della documentazione a supporto che giustifica il minor consumo o minor spreco di energia ottenuto grazie all’investimento (con registrazione all’ENEA).
Ora, per il bonus mobili ecco il colpo di scena: come ben spiegato da il sole 24 Ore del 3 Ottobre, vedasi nota (i), oltre al bonifico “parlante” spunta invece della ricevuta la fattura (per i privati non ha senso) e, udite udite, anche la documentazione che dimostri che c’è stato un addebito nel conto corrente. Ca va sans dire che tutti questi adempimenti non erano previsti dalla legge né da provvedimenti precedenti, ossia sono una novità inattesa emanata dall’Agenzia delle Entrate in autonomia tre mesi dopo l’approvazione della legge. E c’è una logica, sebbene molto ingiusta: infatti tutti coloro che hanno fatto acquisti prima della circolare 29/E e della guida ufficiale di fine settembre 2013, (nota i, circolare che si noti bene ha lo scopo di normare ex post acquisti passati) non avranno certamente tutta la documentazione richiesta per ottenere il rimborso. Ossia il Governo per gli acquisti effettuati tra Giugno e Settembre 2013 non pagherà nulla per via dell’assenza di documenti a supporto. Ovvero, la decorrenza dei bonus di legge di questi tempi non vale più da quando è stata approvata la legge ma solo dal momento in cui l’Agenzia emana la circolare applicativa, una nuova forma di autoreferenzialità del team di Befera. Quando si dice furbizia… E aggiungo io, peccato che non si comprenda che questi artifizi finiranno per incidere ulteriormente sulla capacità di spesa degli italiani e quindi sulla crescita, di questo passo qualcuno dovrà interrogarsi su chi pagherà le pensioni dei dipendenti dell’Agenzia delle Entrate: magari i disoccupati o i nullatenenti? A me sembra tanto uno spararsi nei piedi per far dispetto alla gamba, mah… Comunque, ancora una volta l’Agenzia delle Entrate diventa il braccio armato ed “occulto” del governo per negare o rendere difficile l’esercizio dei diritti dei ai cittadini, al limite della decenza per non dire altro. E quindi si giustifica il fior di stipendio del proprio amministratore delegato, Befera appunto.
E’ capitato spesso che le circolari attuative vadano in direzione diversa dalla legge, solo per essere smentite dopo estenuanti e lunghi – oltre che dispendiosi – ricorsi, o che il semplice comportamento dei tassatori non vada nella stessa direzione della normativa di riferimento. Ad esempio, sugli accertamenti sul valore delle transazioni immobiliari la legge prescrive che ogni accertamento sia supportato da indizi gravi, precisi e concordanti, ossia per giustificare un’ammenda relativa ai prezzi di transazione troppo bassi deve esistere per legge anche una prova reale di transazioni effettuate nella zona geografica oggetto di accertamento oltre che il riferimento OMI usato dall’Agenzia (OMI, Osservatorio Immobiliare, la stessa legge europea 2008 ha riconosciuto che esistevano i presupposti per cambiare l’ordinamento precedente richiedendo che detto riferimento l’OMI da solo non fosse più sufficiente, evitando l’uso abusivo di detto indicatore da parte dei tassatori, indicatore di per sé vuoto di significato se non quello statistico – ad es. anche in una stessa zona gli immobili non sono mai uguali, vedasi nota ii -). Secondo voi l’agenzia delle Entrate, a fronte di tale dettame giuridico si è redenta ed ha smesso di fare accertamenti non dovuti? Giammai! L’Agenzia delle Entrate persevera nell’aprire contenzioni a cittadini sulla base del solo OMI nella speranza che i costi che gli imputati dovranno sobbarcarsi per il ricorso siano maggiori di quanto essa stessa richiede per chiudere il caso “in bonario”… casi reali. Vi propongo anche le fonti di stampa, documenti del 2010 ii: oltre ad avere visto numerosi casi reali dimostranti come l’Agenzia abbia aperto contenziosi in difformità della legge anche dopo il 2010. Ci provano, ci provano sempre….
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E come non citare il caso del nuovo redditometro, in cui le commissioni tributarie si sono espresse al fine di non permettere la retroattività dove conviene al cittadino ma di permetterla quando conviene all’Agenzia (vedasi nota iii; doppia morale anche qui, che sia stata suggerita subliminalmente dall’Europa?). In effetti il sistema tributario italiano è veramente feudale: i giudici delle commissioni tributarie fanno essi stessi parte dell’apparato tributario dello Stato, ossia chi giudica è lo stesso di chi impone le tasse, tanto per dire fin dove arrivano i conflitti di interesse nel Belpaese.
Ed eccoci alle conseguenze del nuovo redditometro: secondo chi scrive sarà una strage in quanto nessuno in Italia ha tenuto estratti conto e scontrini nel 2009 o nel 2010, oltre al fatto che, in caso di incongruenza o di assenza di informazioni a supporto, lo Stato applicherà le medie Istat come riferimento per la tassazione. Tradotto si potrebbe dire: se consumi uguale alle medie nessun problema altrimenti devi pagare. Qui rasentiamo il conformismo più becero, anche perchè le medie Istat non sono nate per il fine che l’Agenzia oggi persegue, inizialmente erano solo un esercizio statistico con il dettaglio e la precisione che la loro natura imponeva. E visto che si tratterà di un problema dei cittadini dimostrare a fronte di indici sintetici di essere coerenti sarà un disastro, ovvero una manna per tutti i commercialisti che dovranno supportare le migliaia di clienti. A pagamento, ancora una volta a detrimento dei consumi (encore). Se poi aggiungiamo la tendenza dell’Agenzia ad accanirsi con i più deboli e sprovveduti viene facile immaginare uno scenario in cui ci sia una sorta di redditometro di massa del tipo “paga qualcosa ora ed eviti di pagare per il ricorso contro l’accertamento”. Visto che un ricorso in commissione provinciale costa ca. 1’500-2’000 euro, lo stesso per quella regionale e ca. 6-7 mila per la Cassazione fate voi i conti: si rischia che l’Agenzia faccia sì i conti in tasca del contribuente ma soprattutto per capire quanto deve tirare la corda per farsi pagare tasse potenzialmente non dovute…
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Che sia chiaro, non si mette assolutamente in dubbio l’utilità dell’Agenzia delle Entrate, anzi la si ritiene necessaria per un corretto funzionamento dello Stato, ritenendo – per diretta conoscenza – che molti dipendenti della stessa si sentano a malpartito nel dover applicare regolamentazioni ed interpretazioni a volte poco condivisibili. Lo scopo del presente intervento è un altro, ossia stigmatizzare il fatto che per l’Agenzia delle Entrate potrà essere più agevole – e redditizio!, come da casi reali – comportarsi in modo dichiaratamente o fattualmente sfavorevole ai contribuenti – soprattutto quelli piccoli – chiedendo loro la decima piuttosto che avventurarsi contro i cosiddetti “cagnoni”, leggasi grandi evasori normalmente tutelati e legalmente ben supportati (vedasi nota iv).
La parte più importante di tutta la digressione però è quella che segue: bisogna comprendere quali siano le ragioni e le origini di tanto accanimento. Che non dipenda dall’austerity europea che chiede di far quadrare i conti quasi a tutti i costi? Va ancora a finire che per portare a casa i soldi necessari per soddisfare gli appetiti nord Europei si affamerà la gente oltre che con la crisi anche con comportamenti al limite del vessatorio da parte dell’Agenzia delle Entrate…
In effetti sembra proprio sia così: l’UE tedesca, maestra della doppia morale, da un parte richiede la riduzione del debito e dall’altra fa finta di non vedere comportamenti potenzialmente o fattualmente vessatori nei confronti dei cittadini da parte del gabelliere nazionale (come non ricordare, nel totale silenzio delle istituzioni di Bruxelles, il caso della tassa patrimoniale chiamata IMU, tassa che viene pagata anche sulla parte dell’immobile gravata da debito – caso unico in Europa -, ricordando che l’Italia sta andando nella direzione di pagare circa l’1% del valore commerciale delle case, una follia…, se si tentasse di fare lo stesso in Germania scoppierebbe la rivoluzione!). Insomma, l’Europa tedesca è sempre la stessa: in tempi di enorme crisi globale l’importante è sbarcare il lunario (nel nord Europa), la gente non deve pensare che in Grecia la gente muore di fame per il debito e che in Italia ed in Spagna si sta andando nella stessa direzione. No, il problema deve essere solo che la Grecia ha delle colpe e deve espiarle, questo è il messaggio politically correct che deve passare ufficialmente. Con l’obiettivo di mantenere elevato il livello di vita dei Paesi del nord Europa, costi quel che costi. Qualcuno potrebbe dire che questo sembra una forma moderna del famoso “il lavoro rende liberi“: alla fine l’Europa tedesca chiede ai periferici di lavorare duro (leggasi pagare tasse folli finalizzate alla riduzione del debito) per essere liberi (leggasi per restare nell’euro), dimenticando di precisare che dal giogo del debito anche a rompersi la schiena non si uscirà mai (in quanto ad ogni incremento di tassazione corrisponderà una riduzione di consumi e quindi di crescita, un cane che si morde la coda, fino a che le riserve di denaro dei privati saranno finite ed allora il problema si farà davvero serio). E lasciamo perdere il fatto che dall’euro ci stia guadagnando proprio il paese che impone l’austerity, la Germania, questo secondo chi scrive è un dettaglio ininfluente per i cittadini dei paesi europeriferici che devono sopravvivere alla crisi. Giova invece ricordare che il driver da cui è partito tutto questo grandissimo pasticcio euro-centrico è stato il fatto che la Grecia ha barato nei conti, con la conseguenza che non solo lei ma tutti i periferici hanno dovuto pagare dazio… Vi ricorda qualcosa? In fondo le similitudini col passato si sprecano e vista così viene anche da dire che questa volta è perfino andata bene, per adesso…
Tempi duri, finchè dura…
Jetlag
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