COMMENTO INTERESSANTE sull'immigrazione


Ho 67 anni di cui 34 trascorsi all’estero per lavoro, fra Medio-Oriente, Africa, Cina e Sud-America come ingegnere civile. La mia prima figlia adottiva è africana ed ora ha 26 anni e vive felicemente con me bene integrata in Italia. Anch’io ho conosciuto l’Africa (10 anni in Somalia, Burchina, Nigeria, Guinea Konakry, Algeria) e dell’Africa conservo ricordi bellissimi e confermo che il “mal d’Africa” non è solo un modo di dire. Ho conosciuto gli autoctoni africani (NEL LORO HABITAT NATURALE) così come i Cinesi, i Sauditi, i Peruviani. La cosa che balza subito evidente a chi ha potuto vedere queste persone sia nel loro ambiente naturale che in quello di immigrazione è il mascheramento delle caratteristiche caratteriali (per dirne una: i Cinesi in casa loro sono allegri e chiassosi quanto gli Italiani e fanno subito amicizia: in Italia sembrano tutti musoni, riservatissimi e inavvicinabili). Praticamente non ho avuto mai (tranne i casi non importanti) problemi di convivenza, di mancanza di comunicazione, di contrasti. Ma quelle persone, molte delle quali sono rimaste amiche, si muovevano sulle loro terre; erano vicine ai loro affetti e, nonostante condizioni di povertà, se lontani dal degrado imposto da costumi per essi alieni (imposto dall’occidente e visibile soprattutto nelle città) comunicavano sensazioni di dignitosa accettazione della loro vita, ancorata a ritmi naturali, nel rispetto per gli anziani, nella sicurezza dei nuclei familiari tribali garantenti una vecchiaia più serena di quanto possa essere ormai possibile da noi dove il nichilismo, l’edonismo, l’ultra-mercantilismo, le ideologie più demenziali stanno distruggendo secoli di storia, di civiltà e di rapporti sociali per creare l’ “Uomo Nuovo” massonico, androgino, nichilista, l’imbecille schiavo della società del consumismo senza limiti. Ma lontano dai villaggi di tukul immersi nel verde o dai piccoli agglomerati del deserto, ecco l’incontro di quegli autoctoni con i valori alieni di una civiltà (ma si può ancora continuare a chiamarla così?) che suona con le sue trombe di plastica e comincia ad attirare soprattutto i più giovani, abbagliati dai miraggi proposti e promettendo il Paese di Bengodi, MAGARI CONVINCENDOLI AD EMIGRARE DOPO AVERGLI DISTRUTTO IL VILLAGGIO CON LA SCUSA DELLE “PRIMAVERE”.

Tutto ciò non è un caso ma è stato studiato scientemente a tavolino proprio per favorire un selvaggio processo di globalizzazione mercantilista attraverso l’invasione dell’Europa da parte di poveri diseredati usati come carne da cannone. Ormai ci sono ben pochi dubbi su ciò. Un grande maestro del grande oriente di Francia confessò tempo fa che la massoneria spinge all’ingresso della Turchia in Europa? Crede che sia per rendere felici i Turchi? Io credo che siamo sempre lì a parlare di veri e propri esperimenti geopolitici tesi a favorire la globalizzazione selvaggia. Se qualcuno nutre ancora dubbi, nonostante tanta “bella gente illuminata in grembiulino” che ormai ha l’arroganza di confessare le cose tanto si sente sicura, proporrei proprio di cominciare a studiare personaggi come Kalergi (riproposto in questo blog) ma anche come i soliti Rockefeller, Soros, Monti, e compagnia “bella”. Ciò che dovrebbe essere capita, è la differenza fra società “multietnica” e “multiculturale”. la prima può funzionare: accesso agli immigrati con lavoro garantito, integrazione attraverso lo studio della lingua, rispetto degli usi, costumi, tradizioni del Paese, compresa la religione (rimanendo ognuno libero di seguire la sua). MA CIO’ CHE SI VUOLE IMPORRE NON E’ UNA SOCIETA’ MULTI-ETNICA MA MULTI-CULTURALE, propedeutica alla distruzione delle caratteristiche peculiari, storiche, religiose e della sovranità nazionale, necessaria alla globalizzazione selvaggia mercantilista. E allora qui non andiamo più bene!

http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/04/05/che-senso-ha-limmigrazione-in-un-paese-in-ginocchio-come-litalia/
http://altrarealta.blogspot.it/

vedi anche
http://altrarealta.blogspot.it/2013/11/il-piano-kalergi.html

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