Il grande bluff dell’aviaria Indagata scienziata di Monti
La notizia dell’inchiesta, rimasta fino a ora segreta, la dà l’Espresso in edicola da oggi. Secondo il settimanale, negli anni passati ci furono spedizioni di pacchi imbottiti di ghiaccio e con una fialetta adagiata al centro della scatola: all’interno, un pericoloso virus. Dell’aviaria, ma non solo. In ballo, secondo i carabinieri del Nas, ci sarebbero stati la fama per i ricercatori e montagne di soldi per le aziende farmaceutiche che correvano contro il tempo per trovare prima delle altre un vaccino. Una soluzione a un problema reale, in qualche caso, ma addirittura il palliativo per un terrore scatenato ad hoc, per fare cassa e gonfiare il fatturato.
I dettagli più inquietanti di questo business delle epidemie le fornisce un “pentito”. Paolo Candoli, secondo l’articolo dell’Espresso, «manager italiano della Merial, la branca veterinaria del colosso Sanofi», è il testimone chiave: «ha patteggiato l’immunità in cambio delle rivelazioni sul contrabbando batteriologico». L’inchiesta «è stata aperta dagli investigatori americani, che hanno ottenuto le confessioni di Candoli sui ceppi patogeni di aviaria spediti illegalmente a casa sua in Italia e poi venduti ad aziende statunitensi. Nel 2005 la Homeland Security Usa ha trasmesso i documenti ai carabinieri del Nas, che già si erano occupati a Bologna di una organizzazione criminale dedita al traffico di virus ed alla produzione clandestina di vaccini. La nuova inchiesta dell’Arma si è allargata, seguendo le intercettazioni disposte dai magistrati di Roma».
Candoli, molto attivo a Roma, «riesce a far cambiare parere alla commissione consultiva del farmaco veterinario per mettere in commercio prodotti della Merial. Tra i suoi referenti più stretti», spiega l’Espresso, «c’è Ilaria Capua. Fino all’elezione alla Camera, la ricercatrice era responsabile del Dipartimento di scienze biomediche comparate dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale (Izs) delle Venezie con sede a Padova». La Capua e alcuni funzionari dell’Izs «sono indagati per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, all’abuso di ufficio e per il traffico illecito di virus. Stessa contestazione per tre manager della Merial. Tra coloro finiti nel registro degli indagati - in totale 40 persone - c’è anche il marito della Capua, ex manager della Fort Dodge Animal di Aprilia, attiva nella produzione veterinaria, e da quegli anni d’oro passato a dedicarsi a tempo pieno alla nuova attività. Una tale dedizione che gli aveva sfruttato il soprannome di “The Company”, l’uomo che chiude affari in tutto il mondo». Nell’elenco figurano altri nomi importanti: funzionari e direttori generali del mistero della Salute e alcuni componenti della commissione consultiva del farmaco veterinario. Sarebbe coinvolta anche Rita Pasquarelli, direttore generale dell’Unione nazionale avicoltura.
di Roberta Catania
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